5 curiosità su Antonio Canova che (forse) non conosci. E il ritorno a Brera della Vestale dopo oltre 100 anni

Chi non ha mai sentito parlare di Antonio Canova, genio assoluto della scultura neoclassica? Eppure dietro il mito ci sono storie e dettagli sorprendenti, molti poco noti perfino agli appassionati. Ecco cinque curiosità vere su Canova, per entrare davvero nei segreti dell’artista più celebre tra Settecento e Ottocento. Il tutto mentre, a Milano, una mostra-evento celebra il simbolico ritorno della sua Vestale dopo oltre un secolo.

Questi aspetti meno noti della vita e dell’opera di Canova ci restituiscono l’immagine di un artista non solo geniale, ma anche diverso da quello celebrato dai manuali: un uomo capace di unire tecnica, passione, ragione e impegno civile. Comprendere la sua complessità ci permette di guardare con occhi nuovi anche alle sue opere, riconoscendo in ogni dettaglio la ricerca quasi ossessiva della perfezione ideale.

Ed è proprio questo desiderio di perfezione e bellezza universale che rivive oggi in una delle sue creazioni più intense, la “Vestale”, protagonista assoluta del grande ritorno alla Pinacoteca di Brera dopo oltre un secolo. La mostra milanese offre infatti l’occasione non solo di vedere capolavori spesso inaccessibili, ma anche di riscoprire lo spirito e il messaggio del Neoclassicismo di Canova nel cuore della contemporaneità.


1.  Canova bambino prodigio e autodidatta

Antonio Canova nasce a Possagno nel 1757 da una famiglia di scalpellini. Rimasto presto orfano di padre, seguì il nonno nel mestiere, imparando la scultura quasi solo osservando. Già a 9 anni realizza la sua prima scultura d’argilla. A 16, grazie al talento precoce, apre un proprio atelier a Venezia: un vero prodigio, come testimoniano lettere e biografie dell’epoca.

2. Il segreto della pelle di marmo

Le sculture di Canova sono celebri per la superficie incredibilmente vellutata e luminosa, che ricorda la pelle umana. L’effetto era ottenuto grazie a una ricetta segreta a base di cere calde e oli, stesa sulla superficie e “massaggiata” a lungo. La tecnica impressionava i suoi contemporanei: Canova lavorava in privato, alimentando il mistero.

3. Ore piccole e calchi dei defunti

Canova era noto per passare notti intere in studio, sfruttando la luce delle candele per osservare forme e profondità delle sue opere. Amava la quiete e la concentrazione. C’è inoltre un dettaglio da “anatomista”: per studiare volti e corpi umani si serviva spesso di calchi eseguiti su persone decedute, una pratica all’epoca diffusa tra gli scultori per raggiungere il massimo realismo.

4. Il più richiesto d’Europa: dai Papi agli imperatori

Nella Roma napoleonica, Canova fu scelto come artista ufficiale dai principali potenti del tempo: realizzò monumenti e busti per Napoleone Bonaparte, ritrasse Papa Pio VII e ricevette incarichi anche dalla corte inglese. Nessun altro scultore neoclassico divenne punto di riferimento per così tanti stati e regnanti, lasciando i suoi capolavori dall’Inghilterra alla Russia.

5. L’eroe che salvò l’arte italiana a Parigi

Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, Papa Pio VII affidò a Canova una missione storica: recuperare le opere d’arte trafugate e portate in Francia durante le campagne napoleoniche. Canova partì per Parigi come commissario straordinario e portò a casa oltre 200 capolavori di Raffaello, Tiziano e altri, acclamato da tutti come “eroe della patria culturale”.


Il ritorno della Vestale: a Brera la bellezza torna protagonista

Dal 16 maggio 2025 al 17 maggio 2026 la Pinacoteca di Brera, a Milano, dedica a Canova una mostra imperdibile: “La bellezza e l’ideale. La Collezione Canova di Banca Ifis e la Pinacoteca Viaggiante”. Fulcro dell’esposizione sarà proprio la Vestale: il busto in marmo scolpito da Canova tra il 1818 e il 1819 viene riportato in città dopo oltre un secolo.

La mostra racconta il genio del maestro attraverso 12 busti in gesso, patrimonio di Banca Ifis, da poco restaurati. I soggetti sono classici e mitologici: Ebe, Tersicore, la Venere italica, Paolina Borghese, ma anche elementi di bottega come le rare “rèpere”, borchie tecniche visibili sui busti di Paride e Beatrice.

A completare il percorso, un dialogo inedito con la collezione “viaggiante” di Giovanni Battista Sommariva: piccole riproduzioni in smalto dei capolavori neoclassici in miniatura, che raccontano la storia del collezionismo e della diffusione dell’arte nel mondo.

L’evento segna la riapertura della Sala 1 di Brera, uno spazio pensato per restituire centralità a una corrente – quella neoclassica – che ha fatto di Brera una delle capitali culturali del mondo moderno.


Un appuntamento che riporta a Milano opere iconiche e permette di scoprire tanti dettagli nuovi su Canova e il suo tempo. La mostra è una celebrazione della bellezza classica, ma anche dell’impegno per la tutela del patrimonio, ieri come oggi.

La bellezza e l’ideale
La collezione Canova di Banca Ifis
e la Pinacoteca viaggiante
Milano, Pinacoteca di Brera
16 maggio 2025 – 17 maggio 2026



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Redazione
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