La nettezza dell’immagine. La sua rielaborazione in chiave grafica già potevano indurre al dubbio metodico del ricercatore. E poi il testo, in cauda venenum. Vero o falso il comunicato pubblicato sul sito del dipartimento delle Côtes d’Armor, in Bretagna? L’ente pubblico, nelle scorse ore aveva annunciato che “i resti di un villaggio circolare dell’età del ferro sono stati portati alla luce utilizzando una rivoluzionaria tecnologia di imaging satellitare”. Noi abbiamo dubitato subito. E voi? Del resto è aprile. No?
Ecco testo istituzionale, ripreso e sviluppato successivamente da numerose testate, in Francia e nel mondo.
“Un’importante scoperta archeologica è stata appena fatta a Cap d’Erquy, nella Côtes d’Armor. I resti di un villaggio circolare dell’età del ferro sono stati portati alla luce utilizzando una rivoluzionaria tecnologia di imaging satellitare”.
“Sviluppata dall’INRAE (Istituto Nazionale per la Ricerca Archeologica e-realistica) e denominata “LiDAR”, questa tecnologia utilizza i laser per scansionare il terreno e creare ricostruzioni volumetriche con una precisione senza pari. Questo processo permette di individuare strutture sepolte invisibili ad occhio nudo e senza ricorrere a scavi invasivi”.
Un villaggio gallico dimenticato
“Il villaggio scoperto a Cap d’Erquy è composto da una ventina di capanne circolari disposte attorno ad una piazza centrale. Gli archeologi stimano che questo villaggio sia stato occupato tra l’VIII e il V secolo aC da una comunità gallica”.
“Si tratta di una scoperta eccezionale che ci permette di comprendere meglio la vita quotidiana dei Galli all’epoca della prima età del ferro “, spiega Jean-Yves Peskebrel, archeologo dell’INRAE. Queste tecnologie aprono una nuova immaginazione, molto emozionante”.
Una tecnologia promettente
“La scoperta del villaggio di Cap d’Erquy è un esempio spettacolare del potenziale della tecnologia LiDAR per l’archeologia. Questa tecnologia apre la strada a nuove importanti scoperte e rende possibile esplorare siti archeologici inaccessibili attraverso gli scavi tradizionali”.
” LiDAR è una vera rivoluzione per l’archeologia”, afferma entusiasta Jean-Yves Peskebrel. – Questa tecnologia ci permetterà di scoprire parti importanti della storia dell’umanità. Naturalmente siamo tentati di tracciare un parallelo tra queste scoperte e le avventure del Gallo Asterix. I fan della saga lo vedranno senza dubbio come una conferma delle radici costaricane degli Irriducibili Galli. La cosa più folle resta che le immagini e poi le ricostruzioni effettuate dopo le ricerche a Cap d’Erquy hanno permesso di rivelare dettagli incredibili della vita nell’età del ferro. E abbiamo potuto osservare che i menhir costituivano elementi decorativi, che spesso i pesci venivano usati come proiettili o che doveva essere utilizzata un’enorme pentola se vogliamo credere alle tracce lasciate dal tempo e visibili grazie alle nostre attrezzature. confermano l’immaginazione straordinariamente realistica dei creatori.”
Qui sotto anche il giornale francese Le Télégramme rileva il Pesce d’aprile.