Archeologia a colpo d’occhio. Reperto denunciato ieri. A cosa serviva, di che epoca è, cos’è la pietra e chi rappresenta

Un bel suono, quello emesso dal metal detector, nei pressi di un campo agricolo. Ma come sempre la natura dell'oggetto è sconosciuta, prima che esso venga recuperato. Il cercatore fa oscillare il sensore, stabilisce il punto di massimo segnale e procede con paletta e rilevatore manuale. Un oggetto argenteo appare in un grumo di terra

Un bel suono, quello emesso dal metal detector, nei pressi di un campo agricolo. Ma come sempre la natura dell’oggetto è sconosciuta, prima che esso venga recuperato. Il cercatore fa oscillare il sensore, stabilisce il punto di massimo segnale e procede con paletta e rilevatore manuale. Un oggetto argenteo appare in un grumo di terra.

La zona perlustrata dagli appassionati di metal detector. Siamo nei campi circostanti al villaggio di North Nibley,
Fotografia di Ray Bird, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0

Proprio nelle ore scorse è stato denunciato all’autorità archeologica britannica il ritrovamento di un anello romano in argento con una montatura ad intaglio, scoperto da un detectorista a North Nibley, un verde villaggio nel Gloucestershire, in Inghilterra. Le dimensioni e il peso dell’anello sono le seguenti: lunghezza 20 mm, larghezza 22 mm, spessore 14 mm e peso di 5,56 g.

L’anello e la gemma @ Rights Holder: Bristol City Council

“Questo anello presenta una parte superiore con un’ampia sezione trasversale a forma di D, leggermente flangiata sui lati. – affermano gli archeologi del Regno Unito, che hanno redatto la scheda del prezioso reperto – Al centro dell’anello si trova una cella ovale, originariamente montata con un intaglio tenuto fermo da una pasta bianca. Le spalle dell’anello si restringono dalla lunetta fino al cerchio, entrambe non decorate e con una spessa sezione trasversale a forma di D”.

La gemma intagliata che veniva utilizzata per sigillo @ Rights Holder: Bristol City Council

L’intaglio ovale, realizzato su una pietra dura che pare rossa corniola, presenta lati smussati e un rovescio leggermente convesso. La pietra rappresenta una figura piuttosto schematica rivolta verso sinistra. “Il braccio destro del personaggio rappresentato – proseguono gli archeologi – è tenuto davanti al corpo, perpendicolare ad esso. La mano potrebbe tenere qualcosa di piccolo. Una doppia linea divide la testa in due parti, suggerendo la presenza di una ghirlanda o di un diadema; il braccio sinistro è parallelo al corpo. Infine, una singola linea corre dietro la testa o sopra la spalla destra, potrebbe essere interpretata come un bastone, una lancia o delle ali. Questa rappresentazione suggerisce che potrebbe trattarsi di Marte o, più verosimilmente, della Vittoria, con un braccio alzato che regge un ramo davanti e le ali ripiegate dietro dietro di sé”.

In base allo stile e alla classificazione, l’anello può essere identificato come appartenente alla Classe II di Henig e al Tipo 2 di Guiraud, datato tra il I e il III secolo d.C., con una datazione provvisoria stimata tra il 43 e il 250 d.C.

A cosa serviva la gemma scolpita? Essa era un sigillo di riconoscimento per l’invio di posta o di pacchi, oltre che fungere da protezione e impresa per chi lo indossava. Qualcosa di strettamente analogo agli anelli della nobiltà dal Medioevo a oggi, che identificano una famiglia, mentre gli antichi romani sceglievano probabilmente simboli personali.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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