“I Neanderthal industriali”. Trovata “fabbrica” di una super-colla di 65mila anni fa. Come la producevano? A che serviva? Chi la usava? Rispondono gli archeologi

Un colla portentosa. Capace di unire qualsiasi materiale.

Una scoperta straordinaria presso la grotta Vanguard, parte del complesso di Gorham a Gibilterra, ha svelato l’esistenza di un sofisticato forno di distillazione del catrame, utilizzato dai Neanderthal circa 65.000 anni fa. Il ritrovamento, guidato da un team dell’Università di Murcia, dimostra che i Neanderthal erano capaci di progettare e costruire strutture complesse per la produzione di materiali tecnologici, sfidando i pregiudizi tradizionali sulla loro presunta inferiorità rispetto ai primi Homo sapiens. Ma a cosa serviva il catrame? Come colla di straordinaria tenuta. Basti dire – ed è solo uno degli impieghi – che era fondamentale per bloccare la punta delle frecce sull’asta, rendendo il tiro sicuro, la penetrazione da impatto garantita e il recupero sicuro.


La scoperta: un focolare per la distillazione del catrame

Il focolare rinvenuto nella grotta Vanguard presentava una struttura ingegnosa e altamente specializzata:

  • Un’area centrale destinata al fuoco, affiancata da due trincee.
  • Un sigillo di guano e sabbia, che creava un ambiente a basso contenuto di ossigeno, ideale per la distillazione del catrame.
  • Sedimenti contenenti residui chimici tipici della combustione di piante resinose, come il cisto (Cistaceae).

Analisi chimiche avanzate – i cui risultati sono nello studio appena pubblicato su Quaternary Science Reviews November 2024, nel saggio A Neanderthal’s specialised burning structure compatible with tar obtention

hanno identificato composti organici come il levoglucosano e il retene, oltre a biomarcatori derivati da foglie resinose. Questa configurazione dimostra che i Neanderthal sapevano manipolare il fuoco in modo sofisticato per ottenere risultati specifici, come l’estrazione di catrame utilizzato per fissare utensili di pietra ai manici di legno. I forni servivano per far essudare e far rapprendere le sostanze resinose presenti negli alberi. Molto spesso, poi, queste resine, venivano unite dagli uomini primitivi a cera d’api per rendere il composto malleabile.


Archeologia sperimentale: validare le tecnologie antiche

Per confermare l’utilizzo del forno come sistema di distillazione, i ricercatori hanno replicato il processo utilizzando strumenti e materiali disponibili 65.000 anni fa. Riscaldando foglie di cisto in condizioni simili, sono riusciti a produrre quantità sufficienti di catrame per incastonare punte di lancia in pietra, dimostrando l’efficacia del metodo Neanderthal.


Implicazioni: riscrivere le capacità dei Neanderthal

Questa scoperta sfida i luoghi comuni che descrivono i Neanderthal come primitivi. La progettazione di un focolare per la produzione di catrame richiedeva:

  1. Conoscenze scientifiche: comprendere il principio di distillazione a bassa ossigenazione.
  2. Capacità di pianificazione: costruire strutture ad hoc per scopi tecnologici.
  3. Problem-solving: adattare risorse naturali locali per scopi pratici e innovativi.

Queste qualità dimostrano una complessità cognitiva e una sofisticazione culturale paragonabili a quelle dei primi Homo sapiens. I Neanderthal non si limitavano a utilizzare il fuoco per cucinare o riscaldarsi, ma ne avevano intuito il potenziale tecnologico.

Che cos’è il catrame vegetale e come viene prodotto dagli alberi

Il catrame è una resina adesiva naturale, utilizzata fin dalla preistoria per scopi pratici come l’incollaggio di utensili e il sigillo di contenitori. Si ottiene tramite un processo di distillazione a bassa ossigenazione di materiali organici, spesso a partire da piante resinose o da cortecce di alberi, come quella di betulla. La produzione di catrame dalle betulle è una delle tecnologie più antiche e diffuse tra i gruppi umani preistorici, tra cui i Neanderthal.


Il catrame dai cisti (Cistaceae)

I cisti sono piante arbustive tipiche delle regioni mediterranee, appartenenti alla famiglia delle Cistaceae. Sono ricchi di resine aromatiche, che si prestano alla distillazione per ottenere catrame. I Neanderthal di Gibilterra sfruttavano queste piante, come dimostrato dalla presenza di biomarcatori lipidici specifici (es. retene e levoglucosano) rilevati nella grotta Vanguard.

Il processo di produzione del catrame dai cisti richiede:

  1. Raccolta delle foglie e dei rami resiniferi.
  2. Costruzione di una struttura sigillata, come una fossa o un forno, per ridurre l’apporto di ossigeno.
  3. Riscaldamento controllato del materiale vegetale a bassa temperatura (inferiore ai 500°C), che permette di estrarre la resina senza bruciare completamente il materiale.

Il mastice di betulla: una tecnologia millenaria

Il mastice ottenuto dalla corteccia di betulla è tra i più antichi adesivi naturali conosciuti. La produzione richiede un processo simile a quello utilizzato con i cisti, ma il materiale di partenza è la corteccia interna di betulla. Questa contiene elevate quantità di betulina, una sostanza resinosa che si trasforma in catrame tramite riscaldamento.

Procedimento tradizionale per produrre mastice di betulla

  1. Preparazione del materiale: la corteccia viene raccolta, essiccata e tagliata in pezzi piccoli.
  2. Distillazione in condizioni anaerobiche:
    • Si utilizza un contenitore chiuso, spesso di argilla o metallo, con piccoli fori per il drenaggio del catrame.
    • La corteccia viene riscaldata in un forno sotterraneo o in una struttura coperta di terra per limitare l’ossigeno.
  3. Raccolta del catrame: il calore fa decomporre la betulina in catrame, che cola attraverso i fori del contenitore e si raccoglie in un recipiente sottostante.

Utilizzi del mastice di betulla

  • Adesivo per strumenti: usato per fissare punte di pietra a manici di legno.
  • Sigillante impermeabile: per chiudere fessure nei contenitori o nelle canoe.
  • Uso medicinale: alcune culture antiche masticavano il catrame per lenire infezioni dentali o come antisettico.

Altre piante utilizzate per adesivi e catrame

  1. Pini e conifere:
    • La resina di pino veniva utilizzata come adesivo naturale per fissare strumenti in pietra a manici in legno o osso.
    • I residui di catrame ricavati da conifere sono stati rinvenuti in siti archeologici preistorici in Europa.
  2. Abete rosso:
    • La resina di questa conifera, mescolata con carbone o cera d’api, veniva usata come mastice per riparazioni o sigilli.

Innovazione e diffusione

La produzione di catrame dimostra un’elevata capacità cognitiva e una profonda conoscenza del fuoco e delle proprietà delle piante. Questo processo richiede pianificazione, controllo delle risorse naturali e tecniche sperimentali, dimostrando che tanto i Neanderthal quanto i primi Homo sapiens erano capaci di innovazioni tecnologiche.

Queste tecniche, documentate in Europa, Siberia e nel Levante, hanno lasciato tracce nei siti archeologici, arricchendo la comprensione delle competenze dei nostri antichi antenati.



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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa