Alla Pinacoteca Agnelli il mondo di Sylvie Fleury in una mostra curata da Cosulich e Calabrò Visconti

“Femminista punk sotto mentite spoglie”, come lei stessa si definisce, Fleury si confronta con i meccanismi di produzione del desiderio e di costruzione del valore contemporanei, e di come interagiscono con le politiche di genere

SYLVIE FLEURY. TURN ME ON
A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti
Il nuovo programma di mostre temporanee di Pinacoteca ha inaugurato con la mostra personale di Sylvie Fleury intitolata Turn Me On. Pensata e progettata con l’artista per gli spazi di Pinacoteca, l’esposizione comprende opere preesistenti e nuove commissioni, in un percorso immersivo che attraversa i nuclei tematici fondamentali della sua ricerca. Il progetto rappresenta la più estesa mostra in Italia dedicata a Fleury fino a oggi e segna un’importante tappa nella sua trentennale pratica artistica – rilevante non solo per la storia dell’arte contemporanea ma anche per le ricerche emergenti.

Sylvie Fleury, Revolver, 2009, Courtesy Galleria Almine Rech, Bruxelles

A partire dalla fine degli anni Ottanta, l’approccio di Fleury ha incluso video, scultura, neon, pittura, suono e performance, spesso sommate in installazioni ambientali che affiancano opere nuove ed esistenti in un progetto unitario. La produzione eclettica di Fleury è stata alternativamente associata a diverse correnti artistiche, senza mai essere completamente esauribile in nessuna di esse. Materiali e linguaggi quali l’appropriazionismo della Pop Art e l’estetica del Minimalismo sono esagerati, distorti o travestiti dall’artista, con l’effetto di una critica tagliente del contesto storico e politico in cui tali correnti sono nate. La messa in discussione dei paradigmi della storia dell’arte occidentale, come l’idealizzazione dell’artista uomo e la complicità dell’arte con le dinamiche del consumismo, hanno portato la critica a vedere nel lavoro di Fleury influenze del pensiero post-femminista e della critica istituzionale.

“Femminista punk sotto mentite spoglie”, come lei stessa si definisce, Fleury si confronta con i meccanismi di produzione del desiderio e di costruzione del valore contemporanei, e di come interagiscono con le politiche di genere. Oggetti, simboli e immaginari provenienti dall’ambito della moda, del cinema, delle sottoculture pop, delle corse di Formula 1, della fantascienza e dell’arte contemporanea vengono assorbiti nel vocabolario visivo di Fleury e utilizzati per costruire narrazioni impreviste. Il risultato sono immagini seducenti e radicali in cui la messa in discussione degli stereotipi di genere promossi dalla cultura di massa come dalla storia dell’arte coesiste con la possibilità di trasformarli in un’arma.

BIOGRAFIA
Sylvie Fleury è nata nel 1961 a Ginevra, dove vive e lavora. È stata oggetto di importanti mostre in musei di tutto il mondo, tra cui recentemente Guggenheim Museum, Bilbao (2021); Song Art Museum, Pechino (2019); Kunstraum Dornbirn, Austria (2019); e Villa Stuck, Monaco (2016). Le opere di Fleury sono state acquisite da prestigiose istituzioni quali il Museum of Modern Art, New York; Centre Pompidou, Parigi; e UBS ArtCollection, Svizzera. Nel 2018 le è stato conferito il Premio svizzero Meret Oppenheim e nel 2015 il Premio Société des Arts de Genève.

SYLVIE FLEURY. TURN ME ON
A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti
27.05.2022 – 15.01.2023
Pinacoteca Agnelli
Lingotto, VIA NIZZA, 230/103 – TORINO ITALIA – T: +39 011.0925011

https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=1tdDRNLMpjs&fbclid=IwAR3XH_4TX3LGMtqH_ho99qGuXU8qm2MCGjIVE1KzSL_eY-nqj1gx-FMPIZ8

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Maurizio Bernardelli Curuz
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