Archeologia. Bellissima. Trovata ora in un campo arato. E’ romana. Cosa raccontano le figure? Chi è l’uomo di profilo? Chi è il personaggio seduto? Rispondono gli esperti

In un’ansa della campagna inglese, un cercatore esperto ha portato alla luce un frammento d’argento che ha viaggiato nel tempo. Non è stato un fulmine a illuminare il terreno, ma un segnale acuto e prolungato, la voce di un metallo antico. Poco dopo, sotto pochi centimetri di terra, il volto di un imperatore e il trono di un dio riaffioravano con una nitidezza che solo il tempo e l’argento sanno preservare.

Il denario di Commodo – 186 d.C.

La moneta portata alla luce da Michael Eakers è un denario romano in argento, battuto nel 186 d.C., sotto il regno di Lucio Elio Aurelio Commodo. Si tratta di un esemplare piuttosto ben documentato e significativo sia sul piano storico che iconografico.

Dritto

  • Legenda: M COMM ANT P FEL AVG BRIT
  • Descrizione: busto laureato dell’imperatore Commodo volto a destra.
  • Traduzione: Marcus Commodus Antoninus Pius Felix Augustus Britannicus, titolo imperiale che sottolinea le sue conquiste e il suo status divino e vittorioso. Il titolo Britannicus venne assunto da Commodo nel 184 d.C. dopo le campagne in Britannia, il che colloca con esattezza cronologica questo denario.

Rovescio

  • Legenda: IOVI EX SVO P M TR P XI IMP VIII COS V P P
  • Descrizione: il dio Giove è seduto a sinistra su un trono, tiene il fulmine nella destra e lo scettro nella sinistra.
  • Significato: A Giove, con i suoi mezzi (ex suo), formula che rimanda alla protezione divina offerta dall’imperatore stesso, che si presenta come intermediario tra Roma e il massimo degli dei.

Questo rovescio appartiene a una serie in cui Commodo dona simbolicamente fondi personali (ex suo) a divinità tutelari dell’Impero, mostrando così pietas e magnificenza.


Quotazione e rarità

Il denario con Giove seduto (IOVI EX SVO) non è tra i tipi più comuni del regno di Commodo, ma neppure estremamente raro. Il suo valore dipende soprattutto dalla conservazione, centratura, e nitidezza dei rilievi.

  • In condizioni BB (molto buono): circa 80-120 €
  • In qSPL (quasi splendida): 150-250 €
  • In SPL-FDC (splendida-fior di conio), può superare i 300-400 €, specie se venduto in aste specializzate.

Commodo: imperatore, gladiatore, dio

Commodo regnò in un periodo di apparente continuità della Pax Romana, ma la sua figura segnò la fine dell’equilibrio aureo stabilito dai suoi predecessori. Figlio di Marco Aurelio, fu il primo imperatore nato “in carica” e destinato al trono per diritto di sangue, inaugurando un nuovo modo di concepire la successione.

In apparenza devoto e tradizionalista — come suggeriscono i titoli religiosi sulle monete — si rivelò un uomo ambiguo, profondamente narcisista, che lentamente fece scivolare Roma verso una forma di culto imperiale e personale esagerata.

Tra le curiosità più note:

  • Si identificava con Ercole, apparendo pubblicamente con pelle di leone e clava. Le statue lo mostrano spesso come semidio.
  • Partecipò ai giochi gladiatori, combattendo in anfiteatro (ma contro avversari scelti, spesso disarmati o animali).
  • Rinominò Roma come “Colonia Commodiana”, ridenominando anche i mesi e le istituzioni con il proprio nome.
  • Fu assassinato nel 192 d.C., strangolato nella vasca da bagno dal lottatore Narcisso, in una congiura architettata da senatori e membri del palazzo imperiale stanchi della sua tirannide.

Dopo la sua morte fu soggetto a damnatio memoriae, ma pochi anni dopo, Settimio Severo, per legittimarsi come continuatore della dinastia antonina, lo riabilitò e lo divinizzò, creando un legame fittizio tra sé e il defunto Commodo.


Conclusione

Il denario rinvenuto è una finestra preziosa su un momento cruciale della storia romana: una moneta di propaganda, che unisce il volto di un uomo che si credeva dio e la figura di un dio che incarnava il potere. Ritrovarla oggi, in un campo del Nord, è come riaccendere per un istante il fuoco sacro del Foro.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa