Archeologia. Bellissimo. Si diverte sul computer osservando le immagini satellitari e guardate cosa scopre. Cosa sono quei segni? Romani o neolitici? E tu che ne pensi? Che ne pensano gli esperti? Cosa dice l’intelligenza artificiale? Le risposte

Un anfiteatro romano o una cinta neolitica? Le immagini satellitari evidenziate in queste ore da un appassionato ricercatore, Peter Stockdale, si riferiscono ai resti di quella che appare come una struttura architettonicamente molto complessa, in un campo nei dintorni Challans, cittadina francese nella regione della Vandea. Tracce nitide, concentriche, disposte ad arco, emergono dal campo come impronta fossile di un passato monumentale.

Una struttura sepolta, invisibile a occhio nudo, si delinea con straordinaria precisione nel terreno quando viene osservata dall’alto. Guardiamola bene.

Si distingue chiaramente una forma ellittica, solcata da anelli concentrici e segmenti radiali, come le coste di un gigantesco guscio di pietra. La somiglianza è immediata per chi conosce l’archeologia romana: questa sembra proprio la pianta di un anfiteatro o di un teatro romano.

Ma cos’è esattamente ciò che stiamo osservando?


L’impronta nascosta sotto il prato

Abbiamo osservato attentamente l’immagine, chiedendo al contempo, un’analisi dettagliata del siti all’intelligenza artificiale. L’area mostra un anello ovale principale e diverse strutture arcuate all’interno, che potrebbero corrispondere ai gradoni delle gradinate, o a gallerie e sostegni per il pubblico. Si intravede perfino una sezione più aperta, compatibile con l’arena.

La forma non è perfettamente conservata, eppure l’impianto generale è leggibile e coerente con edifici di spettacolo di età imperiale. A colpo d’occhio, ricorda alcune delle scoperte più interessanti fatte altrove tramite aerofotografia, come i teatri ancora interrati rinvenuti nei campi della Provenza o gli anfiteatri sconosciuti in Gran Bretagna, emersi solo grazie alla siccità.


Un anfiteatro romano a Challans? L’ipotesi più plausibile

La morfologia del sito lascerebbe pochi dubbi: simmetria, concentricità, orientamento coerente con assi cardinali e strutture radiali sono tutti tratti tipici della progettazione romana. Non vi sono le interruzioni o le forme irregolari che ci si aspetterebbe da un sito più antico, come un recinto neolitico o un villaggio fortificato protostorico.

Inoltre, Challans e i suoi dintorni non sono affatto estranei alla presenza romana. Alcuni rinvenimenti sporadici, tra cui resti edilizi, materiali ceramici e tratti viari, hanno già suggerito l’esistenza di un vicus o di un piccolo oppidum romanizzato nella zona. Questo edificio monumentale — se davvero confermato — potrebbe essere stato il cuore pubblico e celebrativo di quell’insediamento romano, destinato a spettacoli, celebrazioni, incontri civici.


Perché non si tratterebbe di un sito neolitico

Qualcuno, osservando le immagini, ha ipotizzato che si potesse trattare di una cinta neolitica. Ma l’ipotesi, per quanto interessante, non reggerebbe, anche secondo l’intelligenza artificiale, all’analisi dettagliata.

I recinti neolitici noti in Francia, come quelli di Passy o di Gurgy, raramente mostrano una simmetria così rigorosa e una complessità di compartimentazione degli spazi. Inoltre, sono costruiti con fossati multipli, spesso sovrapposti nel tempo, e collocati in posizioni più dominanti, come alture o crinali. Qui, invece, ci troviamo in una pianura agricola, e le tracce nel suolo sono più compatibili con basamenti murari, volte sotterranee, gallerie in pietra o mattoni, tutte tecniche costruttive proprie dell’architettura romana.


Un’occasione per la ricerca archeologica

La vera domanda ora è: perché non è ancora stato scavato? Le immagini, pur indicative, non possono sostituire l’indagine diretta. Un rilievo geofisico, o un sondaggio stratigrafico, potrebbero fornire prove certe dell’età e della funzione dell’edificio. Se si confermasse la presenza di un anfiteatro o di un teatro, saremmo di fronte a una scoperta archeologica di assoluto rilievo, capace di portare alla luce un tassello dimenticato della romanizzazione della Vandea.


Cosa c’è nei dintorni di questo campo?

Nei dintorni di Challans, nella Vandea (dipartimento della regione dei Paesi della Loira, nella Francia occidentale), esistono numerose tracce di presenza romana, anche se la zona non ospitava una grande città romana nel senso classico del termine (come Lione o Arles). Tuttavia, era pienamente integrata nella rete insediativa e infrastrutturale dell’impero romano.

Il contesto antico della regione

Challans si trova all’interno dell’antica provincia romana della Gallia Aquitanica, ai margini dell’Armorica. Durante il periodo gallo-romano (I sec. a.C. – V sec. d.C.), quest’area era caratterizzata da una forte presenza rurale, costellata da ville rustiche (villae), piccoli insediamenti agricoli e, non lontano, alcuni vicus (villaggi strutturati) lungo le strade romane.

Insediamenti e reperti romani nei dintorni di Challans

  • Challans stessa ha restituito occasionali reperti gallo-romani, in particolare ceramiche e frammenti di materiali da costruzione (tegulae, laterizi), a testimonianza dell’esistenza di modesti insediamenti rurali o villae nella zona.
  • A Beauvoir-sur-Mer, poco distante, sono stati scoperti resti di villae gallo-romane: complessi residenziali agricoli con pavimentazioni in cocciopesto e riscaldamento a ipocausto.
  • In località come Soullans, Bois-de-Céné e Saint-Urbain, scavi e ritrovamenti sporadici hanno confermato l’esistenza di una presenza sparsa ma costante di coloni romani o gallo-romani.
  • Non lontano da Challans, nella zona di Port-du-Bec (sull’Atlantico), si trovano tracce di ex saline romane, che suggeriscono un’intensa attività legata all’estrazione e commercio del sale, particolarmente fiorente in età imperiale.

Viabilità romana

Una delle caratteristiche fondamentali della romanizzazione della zona era la rete stradale:

  • Una via romana secondaria collegava Nantes (Condevincum) con Les Sables-d’Olonne passando nei pressi dell’attuale Challans.
  • Sono documentati tratti di strade lastricate o strade bianche con tracce di carreggiate romane. In alcuni casi, restano visibili nei sottosuoli agricoli o sono state riconosciute grazie a fotografie aeree e rilievi LIDAR.

Vicus e centri più strutturati nei dintorni

  • A Rezé, presso l’odierna Nantes, sorgeva l’importante centro portuale romano di Ratiatum, un insediamento urbano strutturato dotato di magazzini, terme e un porto fluviale che collegava l’entroterra all’Atlantico.
  • A sud, presso Saintes (Mediolanum Santonum), si trovava una delle capitali civiche della Gallia occidentale, con anfiteatro, acquedotto e templi monumentali.
  • Poitiers (Lemonum) era un altro importante nodo urbano, situato più all’interno ma ben connesso anche alla costa tramite il sistema stradale romano.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa