Nel cuore della piana di Korça, nell’Albania orientale, c’è una domanda che affascina archeologi da decenni: cosa sono le misteriose strutture di legno trovate nel terreno prosciugato del lago Maliq? E perché, dopo mezzo secolo dalle prime scoperte, questi resti continuano a svelarci nuovi dettagli sul Neolitico europeo?
La riscoperta di Dunavec: un sito chiave per la preistoria europea

Riferimento Korkuti1995 , tavola V).
Negli anni ‘40 e ‘50, con il prosciugamento del lago Maliq, riemersero dal fango gigantesche strutture lignee: erano i resti di abitati su palafitte del VI millennio a.C., individuati nei primi scavi degli anni ‘70. I materiali organici, rimasti protetti sott’acqua per millenni, si sono conservati eccezionalmente bene, permettendo agli archeologi di ottenere uno spaccato unico della vita dei primi agricoltori europei.
Cosa ci dicono i nuovi studi?

Le ricerche recenti (2022-2023) hanno rivoluzionato la nostra comprensione del sito grazie a nuove campagne di scavo e alle più moderne tecnologie. Oggi sappiamo che:
- La stratigrafia del sito è ancora più complessa di quanto si pensasse, con numerosi livelli di frequentazione umana ben conservati.
- Sono stati analizzati nuovi campioni di pali di quercia, permettendo una datazione assoluta molto precisa attraverso dendrocronologia e radiocarbonio: l’attività più antica si colloca tra 5300 e 5250 a.C.
- Si tratta della prima datazione così affidabile per un sito di questo tipo nella regione dei Balcani occidentali, diventando un riferimento cronologico per tutto il Neolitico dell’area.
- La nuova indagine ha documentato che la dispersione delle strutture in legno è più ampia di quanto si pensasse, suggerendo insediamenti estesi e complessi.
Aspetti più interessanti della nuova ricerca
- Tecnologie avanzate: le nuove indagini utilizzano fotografie aeree con drone, fotogrammetria 3D e strumenti di precisione GPS, creando ricostruzioni tridimensionali del sito e dei livelli archeologici.
- Condizioni di conservazione uniche: ancora oggi, più di mezzo secolo dopo i primi scavi, gli strati più antichi del sito conservano materiali organici straordinariamente intatti (legno, semi, resti botanici).
- Nuova cronologia assoluta: le ultime analisi collocano i livelli abitativi più antichi di Dunavec 500 anni prima rispetto alla precedente cronologia, risolvendo decenni di incertezze sulle datazioni.
- Confronti con altri siti balcanici: le caratteristiche ceramiche e costruttive trovano analogie con siti come Dispilio in Grecia, suggerendo forti relazioni culturali nelle comunità neolitiche che si insediarono nei laghi della regione.
Perché è importante questa “struttura gigantesca”?
Dunavec rappresenta una delle testimonianze più significative della vita e delle abilità costruttive delle comunità agricole del Neolitico nei Balcani. Siti come questo ci aiutano a capire non solo quando e come si sono diffusi agricoltura e sedentarismo in Europa, ma anche come queste comunità si adattavano ai cambiamenti climatici e sfruttavano le risorse umide dei laghi.
Le nuove indagini su Dunavec ci restituiscono un’immagine inedita e dettagliata della preistoria europea: un passato complesso, fatto di innovazione, adattamento ambientale e reti culturali estese, di cui le palafitte nel terreno di Maliq sono oggi una delle tracce più affascinanti e meglio datate.
Per approfondire e consultare i dati della ricerca, è disponibile il repository aperto su Open Science Framework.
Cosa è stato ritrovato a Dunavec?
Le nuove ricerche a Dunavec hanno permesso di documentare una ricca varietà di reperti, provenienti soprattutto dagli strati più profondi e antichi del sito. Nel dettaglio:
1. Strutture lignee
- Sono stati trovati numerosi pali di quercia, perfettamente conservati, infissi nel terreno umido. Questi pali erano alla base delle abitazioni su palafitte (case costruite sopra piattaforme di legno sollevate dal terreno, tipiche delle aree lacustri).
- Alcune piattaforme erano collegate tra loro e costituivano vere e proprie “terrazze” comunitarie o passaggi tra le abitazioni.
2. Materiali organici
- Il fango e l’umidità hanno preservato non solo il legno ma anche resti botanici, semi, e frammenti vegetali, che sono una risorsa fondamentale per ricostruire la dieta e l’ambiente.
- Sono stati trovati anche strati di argilla bruciata (resti di intonacatura muraria) e resti di focolari e pavimentazioni.
3. Ceramica

- Ingrandendo la collezione già nota, gli archeologi hanno recuperato nuovi frammenti di vasi: ciotole, bicchieri biconici, coppe, piatti e contenitori dalla tipica decorazione neolitica, inclusi motivi impressi e superfici lucidissime nere o grigie.
- Molti recipienti erano da fuoco o da conservazione di cibi e liquidi; alcuni erano splendidamente decorati con barbotina (copertura ruvida di argilla) o incisioni geometriche.
4. Strumenti litici
- Sono emerse punte di selce, raschiatoi e altri strumenti ricavati da pietra scheggiata, utilizzati nella vita quotidiana per tagliare, raschiare, lavorare il legno o le pelli.
A cosa serviva questo luogo?
Tutti questi elementi ci raccontano con chiarezza quale fosse la funzione di Dunavec:
1. Insediamento permanente su palafitte
- Dunavec era un villaggio abitato stabilmente da comunità agricole neolitiche, tra i più antichi e meglio conservati della regione. Qui si viveva, cucinava, si custodivano provviste, si costruivano oggetti e si lavorava la terra circostante.
2. Adattamento a un ambiente lacustre
- Il villaggio sorgeva direttamente sull’acqua o su un terreno costantemente umido, sfruttando la vicinanza al lago Maliq per risorse come pesce, acqua dolce, piante acquatiche e argilla.
- L’uso delle palafitte era una risposta ingegnosa a un ambiente soggetto a inondazioni stagionali o a fluttuazioni del livello dell’acqua.
3. Centro produttivo e di relazione
- La varietà dei reperti conferma che qui si praticava intensamente la ceramica, la lavorazione del legno e la produzione di cibo, con scambi probabili con altre comunità della regione balcanica.
- Gli oggetti ritrovati suggeriscono anche momenti di socialità, culto e consumo collettivo (ad esempio, grandi contenitori da stoccaggio e vasi rituali come i rhyton).
Dunavec era un villaggio su palafitte dove si abitava, si produceva, si conservava il cibo e si gestivano le risorse dell’ambiente lacustre. La straordinaria conservazione dei pali di quercia, delle ceramiche e delle tracce organiche ci restituisce uno dei ritratti più vivi della vita neolitica nei Balcani: un luogo di quotidianità, tecnologia e adattamento, immerso in una rete di scambi e relazioni che abbracciava tutto il sud-est europeo.
Fonti: Brunner M, Anastasi A, Anastasi K, et al. Dunavec rivisitato: nuove prospettive su un insediamento del VI millennio a.C. presso l’ex lago Maliq, Albania. Antiquity . 2025;99(405):638-654. doi:10.15184/aqy.2025.62
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