Archeologia. Cosa ho scoperto? Navigando con il computer, dall’alto, individua una strana struttura sconosciuta. Sai che cos’è? Quando fu costruita? Perché fu realizzata con questa forma? Rispondono gli esperti

Dicevano gli antichi che, navigando, se fosse capitato di osservare un’isola lontana e su quest’isola si fossero stagliate delle forme geometriche, ben si poteva ipotizzare che essa fosse abitata poiché in natura le geometria non apparterrebbe a corpi articolati. E’ evidente che questa bella forma, qui sotto, – che ricorda un quadrifoglio – scoperta in queste ore durante la navigazione con il computer non possa che essere una sola cosa. Una cosa che dovette richiedere, agli uomini, un notevole sforzo realizzativo.

L’immagine aerea “bloccata” da Eliane Schneider

Negli ultimi anni, le tecnologie di telerilevamento hanno rivoluzionato l’archeologia, permettendo di identificare strutture sepolte o dimenticate con una precisione senza precedenti. Questo è il caso di particolare incontro con il passato avvenuto, nelle scorse ore, da parte di Eliane Schneider che si è appassionata di ricerche con immagini aeree e che ha individuato delle murature particolari nelle campagne, “a diversi chilometri a sud-est di Edimburgo, in Scozia”. Utilizzando immagini satellitari, Schneider ha rilevato la presenza di linee di fondazione che suggeriscono l’esistenza di un’antica struttura. Cos’era?

Dalla foto satellitare alle carte storiche

La scoperta non è avvenuta sul campo, ma attraverso un attento studio delle immagini satellitari. Notando la planimetria di una struttura anomala nel paesaggio agricolo, Schneider ha deciso di approfondire la ricerca consultando le carte archeologiche disponibili. Tuttavia il sito non risulterebbe censito nei database archeologici ufficiali.

Un passo fondamentale dell’indagine è stato il confronto con vecchie mappe storiche. Schneider ha individuato un’antica mappa, risalente all’Ottocento, in cui l’area in questione era segnalata con una planimetria compatibile con quella osservata nelle immagini satellitari. Tuttavia, nella cartografia storica, il luogo era censito come un ovile.

Questa discrepanza ha portato Schneider a formulare un’ipotesi altamente plausibile: la struttura potrebbe essere stata in origine un castello, i cui ruderi sono stati successivamente riutilizzati per l’allevamento ovino.

Un castello riadattato? Ipotesi e interpretazioni

La forma della struttura individuata nelle immagini aeree presenta caratteristiche che richiamano le fortificazioni di epoca moderna. La disposizione degli elementi e le linee delle fondazioni suggeriscono la presenza di un’architettura difensiva, probabilmente un castello costruito – su un rilievo, a ridosso di una valletta – tra il XVI e il XVII secolo. Questa ipotesi è avvalorata dalla pratica storica, comune in Scozia, di riutilizzare antichi edifici per scopi agricoli o di allevamento una volta persa la loro funzione originaria.

Raffronto compiuto da Eliane Schneider tra l’area presa con tecnologia Lidar – radar a laser -che annulla la vegetazione e l’immagine area

In molti casi, dopo l’abbandono delle strutture nobiliari, i materiali edilizi venivano riutilizzati per altre costruzioni, oppure i ruderi venivano semplicemente adattati a nuove esigenze. È plausibile che, in un periodo successivo, gli abitanti della zona abbiano prelevato i materiali edilizi e trasformato ciò che rimaneva del castello in un ovile, mantenendo la planimetria originaria, ma modificandone la funzione.

La forma del castello, con il suo corpo trapezoidale e le quattro torri ai vertici, ricorda quindi alcune fortificazioni bastionate di epoca moderna, tipiche tra il XVI e il XVII secolo, periodo in cui l’artiglieria cominciava a influenzare pesantemente l’architettura militare.

Il lato corto rivolto verso una possibile direzione di attacco potrebbe effettivamente ridurre la superficie esposta al fuoco nemico, ma potrebbe anche essere una scelta legata alla conformazione del terreno o alla necessità di adattarsi a preesistenze. In alcuni casi, le fortificazioni a pianta trapezoidale erano progettate per migliorare la copertura difensiva, riducendo gli angoli ciechi rispetto a una struttura puramente quadrangolare.

Questa conformazione potrebbe far pensare a un castello costruito modernizzato in epoca tardorinascimentale o barocca, forse ispirato a modelli di transizione tra il castello medievale e la fortezza alla Vauban, con una combinazione di elementi tradizionali e adattamenti alle nuove tecniche belliche.

Edimburgo dista circa 100 km dal confine con l’Inghilterra, che corre lungo il fiume Tweed e il Solway Firth. E i ruderi individuati dalla Schneider che pur non comunicando, per ragioni di rispetto archeologico, il punto esatto della struttura rilevata, parla di una distanza di “diversi chilometri da Edimburgo” induce a pensare che la struttura non fosse particolarmente distante dal confine e che forse avesse la funzione di resistenza, rispetto a truppe nemiche dirette verso la capitale. Questa distanza, sebbene non immediatamente prossima alla linea di demarcazione, pone la città e le sue strutture difensive in un’area strategica che storicamente ha subito l’influenza dei conflitti anglo-scozzesi.

La fine delle guerre tra Scozia e Inghilterra

Le guerre tra Scozia e Inghilterra si susseguirono per secoli, con momenti di intensa conflittualità alternati a tregue precarie. Tra gli eventi principali possiamo ricordare:

  • Le Guerre di Indipendenza Scozzese (1296-1357): culminate con la vittoria scozzese e la firma del Trattato di Berwick nel 1357.
  • Le Guerre Anglo-Scozzesi (XIV-XVI secolo): una serie di scontri intermittenti, spesso legati alle rivalità dinastiche tra i regni.
  • Il Trattato di Edimburgo (1560): pose fine all’influenza francese in Scozia e ridusse le ingerenze esterne.
  • L’Unione delle Corone (1603): quando Giacomo VI di Scozia divenne anche Giacomo I d’Inghilterra, portando a una progressiva pacificazione tra i due regni, anche se non a una fusione immediata.
  • L’Atto di Unione (1707): segnò la definitiva unione politica tra Scozia e Inghilterra nel Regno di Gran Bretagna.

Il declino della funzione difensiva del castello

Se il castello risale al XVI o XVII secolo, è plausibile che abbia perso la sua funzione militare dopo l’Unione delle Corone (1603), quando Scozia e Inghilterra, pur rimanendo formalmente due regni separati, condivisero lo stesso sovrano. La diminuzione delle tensioni belliche e il rafforzamento del controllo centrale resero molte fortificazioni obsolete. Esse vennero abbandonate. Alcune furono destrutturate, per motivi di sicurezza, altre usate come cave di materiale edilizio.

Dunque, se il castello fosse stato costruito per scopi difensivi in un periodo di conflitto, è possibile che, una volta cessata la necessità di presidiare il territorio, iniziato il declino architettonico o ad avvenuto recupero di consistenti quantità di mattoni e pietre da utilizzare in altre costruzioni sia diventata la piattaforma di riferimento per un allevamento ovino.

Questa ipotesi rafforza l’idea che il sito possa essere una di quelle strutture militari di transizione, progettate per un’epoca di conflitti ma poi riconvertite a causa del mutare degli scenari politici e strategici.

L’importanza delle tecnologie moderne nella riscoperta del passato

La scoperta di Schneider dimostra ancora una volta quanto sia cruciale l’uso delle tecnologie di telerilevamento in archeologia. L’impiego di immagini satellitari, analisi LiDAR e confronto con mappe storiche consente di riportare alla luce strutture che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute. Questo approccio multidisciplinare può rivelarsi determinante per ricostruire la storia di un territorio e per ampliare il nostro patrimonio di conoscenze.

Resta ora da vedere se la scoperta porterà a indagini più approfondite sul campo. Un’eventuale esplorazione archeologica potrebbe confermare l’ipotesi della Schneider, portando alla luce nuove informazioni su un castello dimenticato e sulle sue successive trasformazioni. Fino ad allora, questa affascinante scoperta rimane un ulteriore esempio di come il passato possa riaffiorare grazie all’occhio attento della ricerca e alle possibilità offerte dalla tecnologia moderna.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa