Archeologia. Cosa sono questi oggetti di bronzo e ambra? Una collina vulcanica racconta la storia di una comunità antichissima

Un incontro con la preistoria: sotto il vento sferzante, tra le onde d’erba e pietra

Immaginate una collina isolata, dal profilo scuro e possente, che domina a perdita d’occhio una vasta pianura coperta dalla foschia mattutina. È una mattina di primavera: dal drone si scorge la cima indisturbata, percorsa solo dal volo degli uccelli e dalle ombre mute di antichi filari abbandonati. Sotto la terra, il metallo ancora brilla come se attendesse il ritorno di chi l’aveva nascosto.
Sono le attese la vera grande domanda: chi, migliaia di anni fa, portò sulla collina oggetti tanto preziosi da sigillarli nei vasi e tra le zolle di pietra? Quali paure, quali speranze custodivano in questi accumuli di bronzi, denti di cinghiale, ambra, tessuti? Ogni strato di argilla sembra un silenzioso patto con gli dei o una promessa al futuro. Le tecnologie più moderne—tra voli lidar e tomografie neutroniche—sono oggi chiamate a svelare ogni dettaglio di questo racconto dimenticato, laddove la storia resiste e la leggenda inizia.
Qui, una sequenza di ritrovamenti senza pari potrebbe cambiare per sempre ciò che pensavamo di sapere sulle antiche comunità centro-europee.


Figura 5.Esame dei ritrovamenti V: A) fotografia del sondaggio attorno allo scvo; B) rappresentazione fotogrammetrica del ritrovamento 
in situ ; C) ispezione TC del materiale; D) fotografia del contenuto scattata durante lo scavo (foto degli autori).

Somló Hill, una sentinella silenziosa d’Occidente

Siamo nel cuore dell’Europa centrale, nel Bacino del Marcal, tra le dolci alture della Transdanubia occidentale. Il protagonista è Somló Hill, un cono vulcanico alto 431 metri che sorveglia silenzioso il paesaggio ungherese. Questo singolare rilievo, non intaccato da cave moderne e privo di insediamenti recenti, offre un contesto perfetto per ricostruire millenni di storia umana.
Le coordinate esatte lo collocano ad “A: 47°10’ N, 17°14’ E”, in una posizione tanto panoramica quanto strategica per la preistoria. La collina, circondata da antichi vigneti e sentieri scomparsi, era sede di abitati e culti, crocevia di popolazioni tra la Tarda Età del Bronzo (1450-800 a.C.) e la Prima Età del Ferro (800-450 a.C.): un punto fermo nelle reti insediative e rituali del passato europeo.


La scoperta: ricchezze sepolte, tecnologie innovative

La stagione di ricerche, avviata nel 2023 grazie al National Institute of Archaeology, ha impiegato metodologie all’avanguardia e rilievi ad altissima definizione. Da subito, una sensazionale serie di oltre 300 reperti metallici è riaffiorata dai terrazzamenti della vetta.
Gli oggetti sono databili per la maggior parte al periodo Hallstatt B1-B2 (1080–900 a.C.), mentre alcuni giungono fino alla svolta tra VI e V secolo a.C.. Nei terreni compaiono indizi di un’attività metallurgica specializzata: lingotti, gocce di bronzo fuso, canali di colata e scorie di fusione suggeriscono la presenza di vere e proprie officine protoindustriali.
Sorprendenti, poi, cinque grandi ritrovamenti, alcuni chiusi in vasi intatti, custodivano fibule, pendenti, fàlere (ornamento per le corazze dei soldati, le bardature dei cavalli, o come decorazione militare) e una maestosa punta di lancia di stile alpino (lunga quasi 90 mm!). L’eccezionale stato di conservazione ha permesso analisi sofisticate: le deposizioni sono state sollevate “en bloc”, per la prima volta esaminate con tomografia computerizzata e neutronica, svelando ogni strato, ogni frammento, senza compromettere la disposizione originaria dei materiali.


Figura 6.Punta di lancia ritrovata in loco (credito fotografico degli autori).

Cosa sono questi oggetti di bronzo e ambra?

Nel cuore degli antichi depositi di Somló Hill, la varietà e la ricchezza degli oggetti rinvenuti ci restituiscono un quadro affascinante delle attività, dei simboli e delle credenze delle comunità della Tarda Età del Bronzo e della Prima Età del Ferro. Questi reperti non sono semplici “gioielli” o strumenti: raccontano una storia complessa, fatta di ritualità, status sociale e scambi culturali.

Tra i pezzi più rilevanti spiccano le fibule in bronzo, piccoli capolavori di metallurgia destinati a fissare i mantelli ma anche a comunicare l’appartenenza a gruppi o clan specifici. Le fàlere, dischi decorativi spesso traforati, avevano probabilmente un valore cerimoniale o distintivo, forse espressione di prestigio o cariche rituali nella comunità. Rari e suggestivi sono i grani e pendagli d’ambra, materiale prezioso proveniente da zone lontane, che testimonia la partecipazione di Somló Hill alle grandi rotte europee dei commerci e il valore simbolico attribuito a questa resina.

A questi si aggiungono le gocce di bronzo fuso, i canali di colata e le scorie, che svelano la presenza di officine dove il metallo veniva lavorato e trasformato in oggetti di uso quotidiano o votivo. La presenza di frammenti di tessuto, resti di cuoio e denti di cinghiale suggerisce la prassi di comporre veri e propri “pacchetti rituali”: offerte complesse, avvolte in materiali organici, forse per affidare agli dèi desideri, richieste o segreti della comunità.

Questi oggetti, dunque, si collocano al confine tra funzionalità pratica e dimensione simbolica. Le loro caratteristiche formali, i dettagli della lavorazione e la scelta dei materiali sono la traccia di una società fortemente stratificata, in cui gli oggetti metallici e l’ambra non erano solo indicatori di ricchezza, ma veri e propri mediatori di significati e strumenti di comunicazione fra gli uomini e il soprannaturale. Rispetto ad altri siti coevi, la completezza e la varietà dei reperti di Somló Hill permettono di ipotizzare pratiche rituali sofisticate e allo stesso tempo di delineare nuovi scenari sulle dinamiche sociali e culturali delle comunità protostoriche dell’Europa centrale.

Interpretazione e contesto: misteri antichi, nuove chiavi di lettura

Le scoperte di Somló Hill impongono una revisione profonda delle conoscenze sulle società della Tarda Età del Bronzo e della Prima Età del Ferro dell’Europa centrale. Non solo: la ricchezza dei reperti, la persistenza dei depositi per oltre cinque secoli e la loro varietà compositiva aprono interrogativi sulle funzioni sociali, religiose e politiche degli oggetti.
Gli studiosi ipotizzano che la pratica della deposizione—soprattutto nei vasi—potrebbe celare rituali di passaggio, offerte propiziatorie o segnare crisi e cambiamenti della comunità. L’unicità di Somló è anche nella possibilità di datare con precisione diversi momenti della frequentazione, grazie alla presenza di resti animali adatti alla datazione radiocarbonica, assenti in altri contesti simili della regione.
Restano però molte domande: questi oggetti appartenevano a famiglie specifiche o a tutta la comunità? Perché i depositi sono così concentrati in alcune aree della collina? Qual era il confine tra uso quotidiano e sacralità?
Le prossime campagne di scavo—intensificate proprio nei punti in cui gli ultimi repertisono riemersi—mirano a dare risposte sempre più chiare, consolidando Somló Hill come uno dei laboratori d’indagine più avanzati per la preistoria europea.

Fonti:
Antichità 
prima visione , pp. 1 – 8DOI: https://doi.org/10.15184/aqy.2025.44 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ ), . CopyrightCopyright © L’autore(i), 2025. Pubblicato da Cambridge University Press per conto di Antiquity Publications Ltd. Open Access, distribuito nei termini della licenza Creative Commons Attribution

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa