Archeologia. Dal terreno recuperano due armi di un tesoro celtico. Ancora nel fodero. Meravigliose. Come hanno fatto a salvarsi? Dove furono deposte? E perché sono state trovate in un cimitero senza defunti? Rispondono gli archeologi

La scoperta è stata rivelata pochi istanti fa, dopo l’eliminazione dell’ultimo alone di ossido. La propensione celtica per il mondo naturale è evidente. I reperti sembrano restituiti al mondo dalla scorza di un albero magico. Le pigne dell’elsa ricordano gli alberi sacri, ma paiono anche antenne di un popolo misterioso, un popolo verdezzurro, come il cielo e l’erba, come i pesci che mostrano il lato, presso i sassi, guizzando.

Le lamine sottili, le curve delle impugnature, gli anelli sospesi, tutto sembrava parlare in una lingua antica, fatta di gesti e di metallo battuto a fuoco.

Non erano semplici oggetti. Erano armi, ma anche simboli. Testimoni muti di un mondo dove il guerriero era anche custode del rito, della terra e degli antenati.


Il contesto del ritrovamento: Creuzier-le-Neuf, tra le valli dell’Allier

Il ritrovamento è avvenuto sito di Creuzier-le-Neuf, localizzato nel dipartimento dell’Allier nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, si trova a circa 350 km a sud di Parigi. È ben connesso con importanti città francesi: dista circa 70 km da Clermont-Ferrand, centro nevralgico dell’Alvernia, e circa 130 km da Lione, storica capitale della Gallia romana.

Prima dell’ampliamento della ZAC Ancises, l’area è stata oggetto di un’importante campagna di scavi condotta dall’INRAP (Institut national de recherches archéologiques préventives). In una zona elevata e leggermente isolata, è emersa una necropoli monumentale di circa 650 m². Più di cento sepolture, per lo più orientate nord/sud, hanno restituito un quadro ricchissimo dell’élite celtica del IV-III secolo a.C.

Una peculiarità affascinante: l’assenza quasi totale di resti umani, causata dall’acidità del suolo. Un enigma nel cuore stesso della scoperta. La memoria dei corpi dissolta, ma non quella degli oggetti che li accompagnavano nel viaggio verso l’aldilà.


Le spade ritrovate: due capolavori della metallurgia celtica

La spada della tomba 782

Questo oggetto è un autentico gioiello di archeologia celtica. La lama, corta e affilata, presenta un’impugnatura con antenne realizzata in ferro, impreziosita da inserti sferici in lega di rame. La presenza di svastiche e cabochon in pasta vitrea o pietre dure indica l’alto rango del defunto.

Il fodero, in lega di rame, è decorato su tutta la superficie con volute, ocelli e bordature punzonate. La parte superiore della lama, analizzata tramite radiografia, mostra incrostazioni in forma di cerchio e mezzaluna — motivi cosmici con un forte valore sacrale.

L’arma era indossabile, grazie a un sistema di sospensione laterale, e sembra più pensata per cerimonie o funzioni simboliche che per l’uso in battaglia. È attribuibile all’inizio del IV secolo a.C.

La spada della tomba 990

Prise de vue de mobilier en metal du site de Creuzier-le-neuf à la base Inrap de Clermont-Ferrand – 11.02.2025 – Flore Giraud

Più sobria, ma non meno significativa, questa seconda spada conserva ancora gli anelli di sospensione. Il fodero è decorato solo nella parte superiore, con un paio di ocelli. Tuttavia, ciò che colpisce è la presenza di frammenti di tessuto sul retro: resti di un sudario? Di una tunica da guerriero? O forse di una custodia cerimoniale?

Anche questa lama appartiene allo stesso arco cronologico della precedente: IV secolo a.C. La sobrietà non implica minore importanza, ma forse un diverso ruolo o uno stile più austero, magari legato a un clan o a una scuola artigianale specifica.


Appendice comparativa – I Galli d’Italia e l’universo armato celtico cisalpino

Il ritrovamento delle spade di Creuzier-le-Neuf offre un’occasione preziosa per gettare uno sguardo oltre le Alpi, verso la pianura padana, dove nello stesso periodo (IV secolo a.C.) prosperava un’ampia costellazione di culture celtiche insediatesi tra il Po e le Prealpi.

Queste popolazioni, pur con differenze locali, condividevano stili artistici e tecnologie belliche sorprendentemente affini a quelli delle necropoli transalpine. La metallurgia celtica italiana mostra armi corte a doppio filo, foderi in bronzo decorato, impugnature in ferro con antenne e inserti ornamentali. Anche i sistemi di sospensione e le decorazioni a motivi ricurvi, ocelli e svastiche sono largamente presenti.

Tra i principali gruppi stanziati in Italia settentrionale ricordiamo:

  • Gli Insubri, presenti nella zona dell’attuale Milano, erano una delle popolazioni più potenti e strutturate. I loro corredi funerari guerrieri rinvenuti a Golasecca e in altri centri documentano spade simili, a volte accompagnate da elmi in bronzo e corazze in cuoio.
  • I Boi, insediati in Emilia, sono noti per il loro spirito guerriero e per le sepolture ricche di armi e oggetti cerimoniali, in particolare nell’area di Monte Bibele.
  • I Senoni, calati fino alla costa adriatica, sono tra i protagonisti dell’epico sacco di Roma del 390 a.C. La loro arte armigera mostra legami diretti con quella francese, anche per la presenza di elmi con appendici zoomorfe.
  • I Cenomani, tra Brescia e Verona, sono noti per i contatti con Roma, ma anche per l’uso di spade cerimoniali con elementi decorativi analoghi a quelli francesi.
  • I Lingoni, distribuiti tra Piemonte e Borgogna, sembrano quasi rappresentare un ponte tra le due Gallie, tanto nelle pratiche funerarie quanto nella forma delle armi.
  • I Taurini, insediati attorno all’attuale Torino, mostrano influenze sia celtiche sia liguri, ma impugnano spade a doppio filo simili a quelle dell’area transalpina.

Aree come Monterenzio Vecchio, Santa Margherita di Fidenza, Monte Bibele o Crenna offrono numerosi paralleli tipologici con i foderi decorati di Creuzier-le-Neuf. I cabochon in vetro, le svastiche, le volute, tutto sembra suggerire non solo una comune matrice estetica, ma anche una rete artigianale interregionale, forse mobile, forse itinerante, che attraversava le Alpi portando con sé simboli, tecniche e valori.

In definitiva, le due spade dell’Allier non sono isolate, ma si inseriscono in un ampio orizzonte celtico che collega Creuzier-le-Neuf a Golasecca, a Monte Bibele, e forse anche oltre, fino alle coste dell’Adriatico. Armi che, pur affondate nella terra, continuano a dialogare tra loro, come se cercassero ancora una voce comune nel metallo che non tace.


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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa