Questi segni circolari si presentano con una certa frequenza a chi esplora il terreno anche con semplici immagini satellitari. Ma cosa si trova, in essi, quando dal punto elevato si scende fino al piano? Proprio in queste ore l’ente archeologico ha comunicato i risultati di questa ricerca.
Il Lubelski Wojewódzki Konserwator Zabytków, Delegazione di Chełm, ha reso noti i risultati di una campagna archeologica condotta sui segni circolari scuri che apparivano sul terreno, nell’area che sarà interessata dai lavori per la realizzazione della tangenziale nord di Chelm, in raccordo con l’autostrada S12.
I cerchi si sono rivelati recinti di sepolture dell’Età del ferro. Il tracciato scuro della circonferenza è costituito dal fossato, riempito di terriccio. L’altra parte scura, al centro, è l’area tombale.
I luoghi sacri delimitati da cerchi
Le strutture circolari delimitate da fossati sono presenti in numerose epoche e aree geografiche, testimoniando un fenomeno diffuso con funzioni che spaziano dal rituale al difensivo. Questi recinti circolari, spesso chiamati causewayed enclosures, rondelle o henges, si ritrovano in Europa, Asia e persino nelle Americhe, con datazioni che vanno dal Neolitico fino all’età del Bronzo e oltre. In molti casi i cerchi nel grano o nei campi – spesso equivocati – sono riconducibili a queste arcaiche strutture.
In Europa, le prime strutture di questo tipo risalgono al Neolitico, circa 5000-3000 a.C. Tra i più noti vi sono i rondelle dell’Europa centrale, in particolare in Austria, Germania e Repubblica Ceca. Questi erano spesso circondati da più fossati concentrici interrotti da ingressi, suggerendo un uso cerimoniale o di raduno. Parallelamente, nelle isole britanniche, si sviluppano i henges, come Stonehenge e Avebury, caratterizzati da fossati interni rispetto agli argini e probabilmente con funzioni rituali o astronomiche.
Nella Penisola Iberica e in Francia, esistono numerosi esempi di recinti neolitici, alcuni collegati alla cultura dei megaliti. Un caso interessante è il complesso di Goseck, in Germania, datato a circa il 4900 a.C., con un preciso orientamento astronomico.
In Eurasia, strutture circolari con fossati sono state rinvenute anche in contesti dell’Età del Bronzo, come nella steppa eurasiatica, dove talvolta si associano ai kurgan, sepolture monumentali delle culture nomadi. Anche in Cina, presso la cultura di Hongshan (ca. 4700-2900 a.C.), si trovano siti circolari con funzione cerimoniale.
Nelle Americhe, esempi simili compaiono tra le popolazioni precolombiane, come nei circular enclosures della cultura Hopewell (circa 200 a.C. – 500 d.C.) nell’attuale Ohio, spesso con orientamenti solari o lunari.
Le funzioni di queste strutture paiono collegarsi a scopi rituali, cerimoniali o funerari. E’ evidente che esse avevano un ruolo centrale nelle società che le costruirono.
Il recinto si rivela come chiave di protezione del sacro. E’ probabile che esso si colleghi, simbolicamente, alla forma del sole o della luna piena. I fossati avevano la funzione di delimitare, come nel caso delle sepolture dell’Età del ferro portate alla luce in Polonia, l’area riservata ai defunti, segnalando ai viandanti la presenza di spazi cimiteriali i e marcandone una funzione precisa, oggetto di tabù.
Lo scavo nella circonferenza e al centro

Entriamo nel caso specifico. “Sono stati esaminati e documentati i resti di un insediamento dell’età del ferro (1200 a.C. – 550 a.C.) così come le aree cimiteriali coeve – spiega il Lubelski Wojewódzki Konserwator Zabytków – Tra l’enorme numero di reperti e resti di strutture, documentati lungo il tracciato, le trincee a forma di cerchio sono estremamente interessanti. Questi fossati avrebbero potuto separare l’area sacra da quella profana, l’area funeraria dal mondo dei vivi. Tre scanalature a forma di cerchio – con un diametro rispettivamente di 6,7 m, 5 m e 4,5 m. – circondano altrettante aree sepolcrali. Probabilmente le tombe all’interno sono state distrutte dall’erosione. Il quarto fossato circondava una sepoltura umana collettiva”.

E lì dentro cosa hanno trovato?

Consideriamo l’immagine di questa fotografia. Il fosso aveva un diametro esterno di circa 7 m. Era stato scavato, con profilo a imbuto, fino a una profondità di mezzo metro e con una larghezza variabile tra i 50 e 70 centimetri. Al centro dell’area delimitata dal fossato, gli archeologi hanno trovato una fossa rettangolare orientata lungo l’asse Est-Ovest – quindi lungo la direzione del moto apparente del sole -, profonda mezzo metro. I suoi lati misuravano 2,4 x 1,3 metri.
“La parte superiore della fossa era riempito di humus marrone scuro. – dicono gli archeologi polacchi – Sotto, le pietre che formavano una sorta di soffitto del vano c’erano singole ossa di tre persone – un uomo di circa 40 anni, un bambino di 3-4 anni e di una terza persona – probabilmente una donna- di circa 25 anni. Sul fondo della tomba sono stati trovati un maggior numero di resti umani. Sotto il muro occidentale della tomba si trovava il teschio del bambino. Alcune ossa degli arti inferiori del bambino sono state assemblate in un altro, adiacente alle ossa dell’uomo. Una collezione di frammenti di ceramica originari di almeno tre vasi rii nella parte sud-est della fossa. L’autore della ricerca ha ipotizzato che un’intera famiglia, composta da un uomo adulto, una giovane donna e un bambino, fosse sepolta qui.
I recinti funerari formano un complesso funebre, proseguendo anche sul sito di Srebrzyszcze 31. Le complesse aree interconnesse con funzioni sepolcrali furono realizzate in un periodo compreso tra il VI e il V secolo a. C.