Archeologia. Fanno una passeggiata al mare. La pioggia ha staccato un blocco d’argilla che è caduto sugli scogli. Dentro c’è questo “oggetto antichissimo”. Cos’é? A che cultura appartiene? Era uno strumento rituale? Rispondono gli esperti

Con le piogge insistenti o violente, cresce la possibilità che vengano portati alla luce oggetti antichi. L’acqua dilava gli strati superiori del terreno, giungendo spesso agli strati più profondi, in cui sono sepolti oggetti antichi.

Un ritrovamento, in tal senso, è avvenuto domenica scorsa. E’ un pugnale misterioso, secondo alcuni esperti risalente al periodo di Hallstatt, datato a circa 2.800 anni fa, rinvenuto in un blocco di argilla staccatosi da una scogliera in Polonia. La scoperta è stata fatta dai membri dell’Associazione per la salvaguardia dei monumenti intitolata a Santa Kordula e il reperto è stato donato al Museo storico della Terra di Kamień. Ma è subito polemica, sulla datazione proposta dagli archeologi, nelle prime ore. Secondo altri esperti l’oggetto potrebbe provenire da una cultura islamica o essere collocato al I secolo. Insomma. Un vero caos di datazione e di origine. Le verifiche e le comparazioni sono in corso. Tanto potrà aggiungere l’indagine metallografica.

Una scoperta fortuita, un ritrovamento eccezionale

Il pugnale è stato individuato da Jacek Ukowski, presidente dell’Associazione, che si trovava sulla spiaggia del Mar Baltico insieme alla collega Katarzyna Herdzik. “Questa è la mia scoperta più preziosa. È stato un ritrovamento del tutto casuale: la parete rocciosa è stata strappata via dalla scogliera e il blocco deve essere caduto dall’alto.”, ha raccontato Ukowski.

Dopo la singolare scoperta, Ukowski ha immediatamente avvisato Grzegorz Kurka, direttore del Museo storico della Terra di Kamień, che si è subito preso cura del manufatto. Il pugnale sarà ora sottoposto a un’analisi approfondita, che includerà, appunto, anche esami metallurgici per determinarne la composizione e lo stato di usura. Questi studi permetteranno di capire anche se l’arma fosse utilizzata in combattimento o se avesse una funzione rituale.

Un bell’oggetto con decorazioni arcaiche

Il pugnale misura 24,2 cm di lunghezza ed è decorato lungo tutta la sua struttura, sia sul manico che sulla lama. Le incisioni raffigurano motivi complessi, tra cui lune crescenti e croci lineari che ricordano le stelle, oltre a una decorazione centrale che potrebbe simboleggiare le costellazioni. L’impugnatura termina con una testa appuntita e presenta un ornamento alternato che si estende verso la lama.

Secondo Grzegorz Kurka, il livello di lavorazione del pugnale è eccezionale: “In termini di manifattura, si tratta di un pezzo di altissima qualità, splendidamente ornato. Ogni elemento inciso è diverso e unico. Non mi ero mai imbattuto in un pugnale simile in Polonia.”

Le decorazioni potrebbero indicare un collegamento con il culto solare, suggerendo che il pugnale avesse un valore simbolico e fosse utilizzato in riti religiosi o da un personaggio di alto rango, come un guerriero aristocratico. Kurka ha ipotizzato che il pugnale possa essere un pezzo d’importazione, fuso in un laboratorio dell’Europa meridionale e successivamente giunto nella regione attraverso le antiche rotte commerciali.

Il destino del pugnale e il mistero del sito di ritrovamento

Al momento, il Museo storico della Terra di Kamień conserva il manufatto in condizioni eccellenti, in attesa delle decisioni del conservatore provinciale dei monumenti di Stettino, che stabilirà in quale museo verrà esposto ufficialmente. Il luogo esatto della scoperta non è stato ancora rivelato, ma si sa che si trova nella parte occidentale della costa polacca.

Un esploratore esperto con un palmarès di scoperte straordinarie

Jacek Ukowski non è nuovo a scoperte archeologiche di rilievo. In passato, ha già donato al Museo di Kamień Pomorski diversi reperti significativi. Tra questi, una bolla papale di Clemente VI rinvenuta nei pressi di Wysoka Kamieńska, vicino ai binari ferroviari. “Ho già due bolle medievali al mio attivo e ho trovato oggetti di oltre 1.400 anni fa, ma mai qualcosa di 3.000 anni”, ha dichiarato con entusiasmo.

Una cultura che arriva anche in Italia

La cultura di Hallstatt – a cui provvisoriamente, a livello di ipotesi, è riferito il periodo di realizzazione dell’arma, in attesa di altre verifiche – è una delle più importanti culture dell’Età del Ferro in Europa, sviluppatasi tra l’VIII e il V secolo a.C. Deve il suo nome al sito archeologico di Hallstatt, in Austria, dove furono scoperti numerosi reperti, tra cui armi, gioielli e oggetti in metallo, che testimoniano l’alto livello di sviluppo raggiunto da questa civiltà.

Questa cultura è generalmente divisa in due fasi principali:

  • Hallstatt A e B (1200-800 a.C.), che appartengono ancora alla tarda Età del Bronzo.
  • Hallstatt C e D (800-450 a.C.), che corrispondono alla prima Età del Ferro e vedono una progressiva stratificazione sociale, con l’emergere di élite guerriere.

Uno degli elementi distintivi della cultura di Hallstatt è l’uso esteso del ferro, che sostituì progressivamente il bronzo per la produzione di armi e utensili, favorendo un notevole sviluppo economico e militare. La società era organizzata in tribù gerarchizzate, con potenti capi sepolti in tombe principesche, spesso accompagnati da carri da parata e ricchi corredi funerari.

La cultura di Hallstatt si diffuse su un’ampia area dell’Europa centro-occidentale, includendo l’odierna Austria, Germania meridionale, Svizzera, Francia orientale, Boemia, Ungheria, Slovenia e Italia settentrionale. La sua espansione è legata alle reti commerciali che collegavano il mondo mediterraneo con le popolazioni dell’Europa centrale, favorendo lo scambio di beni di lusso come ambra, vino e metalli preziosi.

A partire dal V secolo a.C., la cultura di Hallstatt lasciò il posto alla cultura di La Tène, caratterizzata da un’arte più raffinata e da una maggiore influenza celtica, segnando così l’inizio della vera e propria civilizzazione celtica in Europa.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa