Archeologia. Il 14 marzo tanti auguri alla dea Anna, presso la fonte romana. Non pensavi che Anna fosse anche una dea latina? Cosa significava? E perché questa divinità era amatissima? Le risposte degli esperti, il sito del culto riaperto per un giorno

Anna Perenna: la festa romana del rinnovamento e della magia

Il sito archeologico della fonte di Anna Perenna, scoperto nel 1999 vicino a Piazza Euclide e restaurato di recente dalla Soprintendenza Speciale di Roma, offre un’opportunità unica per riscoprire questa antica divinità.

La fonte di Anna Perenna a Roma. @ Fotografia di Fabio Caricchia per Soprintendenza speciale di Roma

Venerdì 14 marzo, il giorno prima delle Idi, in cui nell’antichità si celebrava la festa di Anna Perenna la fonte della dea in via Guidubaldo del Monte 4B aprirà le sue porte al pubblico dalle ore 9.30 alle ore 12.30. L’ingresso è gratuito.

I visitatori avranno occasione di ammirare i resti della fontana e degli oggetti votivi rinvenuti, oltre a scoprire dettagli sulle pratiche magiche legate alla dea grazie a un video divulgativo curato dall’archeologo Fabrizio Santi.

La celebrazione di Anna Perenna rappresenta non solo un momento di festa e di aggregazione sociale nell’antica Roma, ma anche un importante spaccato della spiritualità e della vita quotidiana dei nostri antenati. Il suo culto, che unisce aspetti legati alla fertilità, alla continuità della vita e alla magia, ci ricorda quanto il mondo romano fosse complesso e stratificato, capace di accogliere influenze diverse e di adattarle alle proprie credenze.

Oggi, con la riscoperta del santuario e la possibilità di visitarlo, Anna Perenna torna a far parte del patrimonio culturale di Roma, testimoniando ancora una volta la straordinaria ricchezza della religiosità antica.

Anna Perenna e le Idi di marzo: un intreccio tra festa e destino

A sinistra, il volto della dea Anna Perenna, in una moneta repubblicana romana dell’82/81 a. C., commissionata da C. Annius e da L. Fabius Hispaniensis, battuta in una zecca dell’Italia settentrionale

Nell’antica Roma, il 15 marzo non era solo il giorno dedicato alle Idi di marzo, ma anche la data della festa di Anna Perenna. Sebbene i due eventi avessero origini e significati differenti, la loro coincidenza nel calendario suggerisce un’interessante sovrapposizione tra celebrazioni di natura popolare e ritualità ufficiale.

Le Idi di marzo erano un giorno sacro a Giove e segnavano la metà del mese lunare. In epoca arcaica, nel calendario romano più antico, le Idi erano particolarmente importanti nei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, quando si svolgevano cerimonie pubbliche in onore del re degli dèi. Prima del 44 a.C., il 15 marzo era quindi un giorno di festa religiosa e civile, legato alla riscossione delle imposte, alla chiusura di alcuni conti amministrativi e all’inizio della stagione delle campagne militari.

Parallelamente, nello stesso giorno, il popolo celebrava Anna Perenna, una dea arcaica associata al rinnovamento, alla continuità della vita e alla rigenerazione del tempo. I festeggiamenti avvenivano fuori dal centro urbano, spesso lungo il Tevere o presso fonti sacre, e consistevano in banchetti all’aperto, danze e abbondanti libagioni. Si diceva che il numero di coppe di vino bevute durante la festa corrispondesse agli anni di vita che si sarebbe vissuti in futuro. Questo rito popolare, carico di simbolismo legato alla prosperità e alla buona sorte, rappresentava quasi una contrapposizione alle più rigide cerimonie ufficiali delle Idi.

L’anno 44 a.C. cambiò però per sempre il significato delle Idi di marzo: fu in questa data che Giulio Cesare venne assassinato nel Teatro di Pompeo da un gruppo di congiurati guidati da Bruto e Cassio. L’evento trasformò per sempre il 15 marzo in un giorno di memoria tragica, segnando la fine della Repubblica e l’inizio del tumultuoso periodo delle guerre civili. La sovrapposizione tra la festa gioiosa di Anna Perenna e il tradimento di Cesare rende ancor più evidente il contrasto tra il senso di rinnovamento e continuità simboleggiato dalla dea e la cesura drammatica che l’omicidio di Cesare rappresentò per Roma.

Il nome stesso di Anna Perenna richiama la sua essenza: “Anna” potrebbe derivare da “annus”, l’anno, mentre “Perenna” richiama la perennità, la durata senza fine. Ma si ritiene che la radice del nome An, di origine indoeuropea, fosse collegato, in modo ancor più arcaico, al cibo, all’acqua, all’abbondanza. Comunque sia, possiamo dire che la festa di Anna Penna coincida con le feste del capodanno rurale, come una sorta di propiziazione dell’equinozio di primavera. La divinità era associata al passaggio da un ciclo all’altro, un simbolo di rigenerazione continua. Il suo culto si svolgeva in particolare presso una fonte sacra situata in quello che oggi è il quartiere Parioli, in via Guidubaldo del Monte, un luogo che nei primi anni Duemila ha restituito reperti di straordinaria importanza per la comprensione del culto.

Le celebrazioni in onore di Anna Perenna erano all’insegna della gioia, della convivialità e dell’ebbrezza. I Romani si riunivano in grandi banchetti all’aperto, spesso lungo il Tevere, e si concedevano libagioni abbondanti, accompagnate da canti, danze e giochi. Si riteneva che bere numerosi calici di vino durante la festa garantisse altrettanti anni di vita, un’idea che rinforzava la funzione benefica della dea.

Ma il culto di Anna Perenna non si limitava all’aspetto festoso e propiziatorio. Gli scavi condotti presso la sua fonte hanno portato alla luce numerosi reperti legati a pratiche magiche: lamine di piombo incise con formule di maledizione, statuette di cera utilizzate in rituali, amuleti e altri oggetti votivi che indicano come il santuario fosse un centro di attività esoteriche. La connessione tra Anna Perenna e il mondo della magia dimostra come le divinità romane potessero assumere funzioni multiple e adattarsi alle esigenze spirituali della popolazione.

L’origine del nome Anna: tra Roma e il mondo ebraico

Il nome Anna ha una lunga e affascinante storia che attraversa diverse culture e tradizioni. In ambito romano, “Anna” si lega all’idea del ciclo annuale e della rinnovazione, ma la sua presenza si ritrova anche nella cultura semitica, dove assume connotazioni altrettanto rilevanti.

A Roma

Come abbiamo visto, Anna Perenna è legata al concetto dell’eterno ritorno, dell’abbondanza e della gioia. Alcuni la considerano una rappresentazione femminile dell’anno e del suo eterno ciclo di rinnovamento. Qualcuno la chiamava anche Anna ac Peranna e perché presso i Romani esisteva l’augurio “annare perannareque commode”, ovvero trascorrere un anno prospero dall’inizio alla fine. Tuttavia, in origine era venerata come divinità dell’abbondanza e del nutrimento, come suggerisce la radice sanscrita “ann”, che significa “cibo”, e che trova un corrispettivo latino in “annona”, termine legato agli approvvigionamenti e alle derrate alimentari.

Approfondendo l’indagine etimologica, una teoria la associa all’amnis perennis, una divinità fluviale, mentre altri studiosi la identificano come una dea della terra di origine etrusca. Un’ultima interpretazione la colloca nell’ambito della cultura agricola, vedendola come un simbolo della natura, il che trova conferma nel fatto che la sua festività cadeva all’inizio della primavera.

Nel mondo ebraico

Nel mondo ebraico, Anna (Hannah, חַנָּה) significa “grazia” o “favorita”. È un nome profondamente legato alla tradizione religiosa e compare nell’Antico Testamento, in particolare nella figura di Anna, madre del profeta Samuele. Il significato del nome suggerisce una connessione con la benevolenza divina e con la capacità di intercessione spirituale, elementi che lo rendono estremamente popolare nel corso dei secoli.

La sovrapposizione tra le due figure, quella della dea romana e quella della donna biblica, potrebbe essere frutto di un’evoluzione culturale in cui nomi e simboli si intrecciano e si trasformano a seconda delle credenze e delle necessità religiose dei popoli. Con la diffusione del cristianesimo, Anna diviene un nome molto diffuso anche nel mondo greco-romano, grazie al culto di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, che ne sancisce l’importanza nella religiosità popolare.

L’incontro tra il mondo romano e quello ebraico ha dato vita a interessanti fenomeni di sincretismo, e la persistenza del nome Anna in entrambe le culture è un esempio di come tradizioni diverse possano trovare punti di contatto attraverso la lingua e la religione.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa