Archeologia. Il mistero delle potenze degli affetti. Scoperto e studiato misterioso oggetto romano usato come protezione della casa. Perché fu collocato in quel punto? Perché era così importante? Le ipotesi degli archeologi

IIMPERO ROMANO – L’archeologia continua a regalarci affascinanti scoperte che aprono finestre inedite sul passato. Recentemente, un manufatto romano rinvenuto nelle fondamenta di un insediamento dell’Età del Ferro, situato sotto una distilleria dell’Ayrshire, ha acceso l’interesse degli studiosi. La spilla in bronzo smaltato, databile intorno al II secolo d.C., potrebbe essere stata posta intenzionalmente come un’offerta votiva per garantire protezione alla famiglia che abitava in quel luogo. Il deposito si configura, infatti, come un atto fondativo. La famiglia costruì il proprio futuro su quella spilla policroma. Perché? A chi apparteneva? A un nemico romano? O – come ci parrebbe più consono – a un antenato romano il cui spirito ebbe il compito di difendere quella fattoria lontana, in cui si erano stabiliti i propri discendenti?

Il ritrovamento e il contesto archeologico

Il manufatto è stato scoperto durante uno scavo presso la distilleria William Grant and Sons Girvan a Curragh, nel South Ayrshire. Il sito si trovava su un altopiano roccioso con un ripido pendio immediatamente a nord, un’ubicazione strategica che suggerisce la necessità di difesa. Gli archeologi della Guard Archaeology, che stanno analizzando il reperto e il contesto in cui è stato trovato, ritengono che questa abitazione potrebbe essere appartenuta a una ricca famiglia di agricoltori.

L’abitazione fortificata era circondata da una palizzata, ulteriore indicazione di una progettazione orientata alla sicurezza. Questa scelta architettonica si inserisce in un periodo storico in cui le interazioni tra le popolazioni native e le forze romane erano particolarmente intense.

Un oggetto romano in territorio britannico

La spilla in bronzo smaltato rappresenta un enigma. Si tratta di un modello comunemente associato al personale militare romano, con esemplari simili rinvenuti più frequentemente in Europa centrale, nella Renania e in Svizzera. La sua presenza in Scozia suggerisce un legame diretto, seppur ancora poco chiaro, tra la popolazione locale e le forze romane che occupavano il territorio a sud del Vallo di Adriano.

Gli esperti ipotizzano che la spilla possa essere arrivata a Curragh in un periodo in cui l’Impero Romano stava perdendo il controllo sul sud della Scozia, ovvero poco prima dell’abbandono definitivo del Vallo Antonino all’inizio del III secolo d.C. Dopo il ritiro dei Romani, la regione rimase priva di forti militari, anche se vi erano tracce di una precedente presenza militare sotto forma di un accampamento di marcia romano.

Origine e significato della spilla

Secondo Jordan Barbour, coautore della relazione sul ritrovamento, l’origine della spilla e le modalità con cui è giunta in Scozia rimangono incerte. L’assenza di altri manufatti romani nel sito suggerisce che non si trattasse di un oggetto comune nel commercio locale.

“Se gli abitanti avessero avuto scambi regolari con la Britannia romana, ci aspetteremmo di trovare una maggiore varietà di manufatti romani. Tuttavia, il contesto del ritrovamento è chiaramente nativo,” ha dichiarato Barbour.

Le ipotesi sono più d’una. Che essa sia stata acquisita attraverso uno scambio occasionale con le truppe romane di stanza oltre il Vallo di Adriano o che sia addirittura un trofeo vinto in battaglia. Quest’ultima possibilità potrebbe indicare scontri tra la popolazione locale e le forze romane, suggerendo un quadro di conflitti intermittenti tra le due culture. Ma un oggetto ottenuto con il semplice acquisto non autorizzerebbe a pensare che possa sostenere l’atto fondativo di un’abitazione. Come il trofeo non pare un elemento assai probabile, poiché esso chiede di essere esibito, per essere tale. Un’ipotesi plausibile è che, in seguito alla profonda fusione genetica tra i locali e i romani, venissero a crearsi famiglie che, discendendo da un romano, si riferissero ad esso come capostipite nobile glorioso. Ricordiamo, infatti, che essere di cultura o ascendenza romana, a quell’epoca, significava collegarsi a una grande civiltà ed esibire, in qualche modo, le proprie origini nobili. I Britanni – che erano formati da elementi celtici locali e dai discendenti degli occupanti romani – pressati dalle invasioni sassoni e vichinghe sottolinearono le loro origini, giungendo persino a farsi seppellire con oggetti romani di secoli prima. Un raccordo con gli antenati. Un’identità politica e culturale da non cancellare.

Un sacrificio votivo?

Un elemento intrigante del ritrovamento è il contesto in cui la spilla è stata deposta. Gli archeologi ritengono che non ci siano prove evidenti che fosse indossata da un abitante del luogo, il che rafforza l’ipotesi che sia stata posta nelle fondamenta dell’abitazione come offerta rituale.

Le offerte votive erano pratiche comuni in molte culture antiche, utilizzate per invocare la protezione divina o per assicurare prosperità alla famiglia che occupava l’abitazione. In questo caso, la spilla potrebbe essere stata considerata un oggetto di grande valore, capace di garantire la benedizione degli dei o degli spiriti protettori della casa.

Barbour ha dichiarato: “Queste spille erano particolarmente popolari tra i membri delle forze militari romane, quindi è probabile che si trovassero a nord del Vallo di Adriano, indossate da soldati incaricati di sorvegliare la frontiera più settentrionale dell’Impero. È difficile dire con certezza il motivo del suo deposito nella trincea della palizzata, ma sappiamo che offerte rituali di fondazione sono documentate in molte culture. Spesso, venivano fatte per garantire protezione a una famiglia, e questa ipotesi sembra plausibile in questo caso.”

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Maurizio Bernardelli Curuz
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