Immaginate una giornata qualunque, una ruspa che lavora silenziosamente in uno dei cantieri della vivace Barcellona, dove fervono progetti di riqualificazione urbana. Poi, qualcosa si blocca: sotto il livello del suolo, a ben 6 metri di profondità, emergono enormi frammenti di legno scuro perfettamente allineati. All’inizio potrebbero sembrare semplici resti, ma basta un’occhiata attenta degli archeologi per catturare la portata straordinaria della scoperta. È un vero e proprio relitto medievale, abbandonato dalla storia e ora restituito al presente. Cosa raccontano quelle assi antiche? E come mai sono così ben conservate? Le risposte promettono di aprire uno straordinario capitolo della storia marittima mediterranea.

Il luogo e il contesto storico
Ci troviamo nel cuore di Barcellona, vicino al famoso Parco della Ciutadella, in un’area precedentemente adibita a parcheggio pubblico ma anticamente parte integrante della costa cittadina. Questo tratto di terreno, nel corso della storia, è stato un mercato del pesce (1947-1983) e, secoli addietro, una porzione del litorale. Proprio qui, il cambio delle dinamiche costiere legato alla costruzione dei primi moli artificiali nel 1439 ha favorito l’accumulo di sabbia, sigillando nel tempo porzioni dell’antico porto marittimo. Barcellona, animata capitale della Catalogna, ha sempre avuto un forte legame con il mare. Le sue origini affondano nel tardo periodo romano, trovando il massimo splendore tra il 1300 e il 1500, quando era una delle maggiori potenze commerciali del Mediterraneo sotto il regno di Aragona.

La scoperta e i suoi dettagli
La sua importanza risiede proprio nella sua rarità. Nonostante Barcellona sia stata uno dei più importanti porti del Mediterraneo nel Medioevo, il ritrovamento di navi marittime è estremamente raro. Prima di oggi, l’unico relitto noto era stato scoperto decenni addietro, un’anomalia considerando la centralità della città nei traffici commerciali medievali. Questo lascia intuire che molte imbarcazioni, una volta abbandonate o distrutte, venissero riutilizzate come fonti di legno o disperse dai cambiamenti costieri.

Il relitto medievale, preziosa fonte di informazioni è stato denominato Ciutadella I e risale al XV o XVI secolo. Si tratta di una nave costruita con la tecnica dello scheletro strutturale, particolarmente diffusa nel Mediterraneo medievale e poi in Europa. Gli archeologi hanno riportato alla luce un frammento lungo ben 10 metri e largo 3 metri, comprendente circa 30 telai curvi, i supporti laterali della struttura, e almeno 7 piattaforme di fasciame, le tavole di legno che coprivano esternamente l’imbarcazione. La metodologia di costruzione impiegava chiodi in legno a sezione circolare per congiungere le assi, un’accortezza tecnica che garantiva maggiore solidità. Sono inoltre presenti elementi longitudinali, come i palmellari, fissati con chiodi in ferro, rinforzando ulteriormente la struttura. Questa nave potrebbe essere stata un cargo commerciale o un’imbarcazione utilizzata nella fiorente rete marittima della Catalogna.

I reperti e il significato culturale
L’importanza del relitto non si limita agli aspetti tecnici. Esso offre uno spaccato della vita medievale mediterranea e del suo dinamismo economico. Nel XV secolo, Barcellona era un nodo cruciale per commercio, artigianato e manifattura. La città esportava prodotti come olio d’oliva, zafferano di qualità superiore, tessuti preziosi (seta, lana, lino) e manteneva rigorose leggi marittime codificate nel celebre Libro del Consolato del Mare, un faro legislativo per tutto il Mediterraneo. Questa imbarcazione, proprio come un messaggero dei secoli, racconta un tempo in cui l’innovazione si sposava allo sviluppo economico.

Il futuro della conservazione
Portato alla luce, il legno rischia ora un rapido deterioramento nel contatto con l’aria. Gli archeologi stanno ricorrendo a mezzi avanzati, tra cui la fotogrammetria ad alta risoluzione per creare un modello 3D dettagliato. In seguito, ogni trave sarà trasferita con cura in vasche specializzate per la desalinizzazione. Il trattamento finale con glicole polietilenico, una sostanza cerosa, garantirà la preservazione del legno.
Impatto e domande aperte
Quest’eccezionale scoperta espande immensamente le nostre conoscenze sull’evoluzione delle tecniche navali e sulla vita quotidiana nel Mediterraneo medievale. Come mai questa nave fu abbandonata? Qual era il suo ultimo viaggio? Gli studiosi si interrogano, certi che Ciutadella I aprirà nuove strade per esplorare i commerci marittimi di quel tempo.
Ecco un capitolo dedicato agli aspetti curiosi del ritrovamento per il tuo articolo:
Aspetti curiosi del ritrovamento
Il ritrovamento del relitto medievale a Barcellona non è solo una scoperta archeologica straordinaria, ma offre anche numerosi spunti di particolare interesse. Ecco alcuni degli elementi più curiosi legati a questa scoperta che la rendono davvero unica.
La posizione del ritrovamento
Oggi il relitto si trova adagiato sotto il centro urbano di Barcellona, ma in passato quella stessa zona rappresentava il lungomare della città. Questa evidenza sottolinea il notevole spostamento della linea costiera, causato sia da fenomeni naturali, come il trasporto di sedimenti da parte delle correnti, sia dalle modifiche umane, inclusa la costruzione di moli artificiali a partire dal 1439. La nave giace sepolta sotto strati di sabbia accumulati per secoli, un simbolo del mutare della geografia urbana e della sua interazione con l’ambiente naturale.
Tecniche di costruzione avanzate per l’epoca
La combinazione di chiodi di ferro e dadi di legno utilizzata nella costruzione del relitto Ciutadella I dimostra quanto avanzate fossero le tecniche navali del Mediterraneo medievale. Questa metodologia di costruzione ha permesso di realizzare imbarcazioni robuste, capaci di affrontare navigazioni lunghe e impegnative. Non solo: queste tecniche si sono successivamente diffuse in altre parti d’Europa, trasformandosi in riferimento per la carpenteria navale dell’epoca.
La fragilità del relitto
Uno degli aspetti più delicati della scoperta riguarda lo stato di conservazione del legno. Essendo rimasto sigillato sotto i sedimenti per secoli, il relitto si è preservato in condizioni anaerobiche. Ora, però, l’esposizione all’aria lo rende vulnerabile a un rapido deterioramento. Per contrastare questo processo, gli archeologi mantengono parte del relitto coperto di sabbia, riducendo l’impatto ambientale e guadagnando tempo per completi rilievi fotografici.
Fotogrammetria e modelli digitali
Gli archeologi stanno utilizzando le più avanzate tecnologie di fotogrammetria per documentare dettagliatamente il relitto. Migliaia di fotografie ad alta risoluzione vengono scattate da ogni angolo e poi combinate in un modello 3D della nave. Questo modello non solo permette di studiare in modo dettagliato le tecniche di costruzione, ma costituisce anche una risorsa preziosa per future analisi.
Trattamenti innovativi per la conservazione
Il destino delle travi, una volta rimosse dal sito, passerà attraverso un complesso processo di conservazione innovativo. Dopo una fase iniziale di desalinizzazione in vasche speciali, il legno verrà trattato con glicole polietilenico, una sostanza cerosa che sostituirà l’acqua intrappolata nel legno. Questo metodo impedirà deformazioni, restringimenti e crepe, garantendo la durabilità dei reperti per molti anni.

Evoluzione costiera e storia cittadina
Il ritrovamento della Ciutadella I non racconta solo una storia marittima, ma riflette anche le profonde trasformazioni della città. Barcellona, un tempo protetta da naturali barre sabbiose, ha visto il suo assetto costiero cambiare a seguito di interventi umani e fenomeni meteorologici. Questo relitto diventa così un testimone che collega dinamiche geologiche, espansione urbana e storia della navigazione.
Una finestra sul passato
In sintesi, il ritrovamento del relitto medievale Ciutadella I rappresenta non solo un contributo cruciale alla conoscenza della storia navale e urbana di Barcellona, ma anche un monito sulla fragilità delle testimonianze del passato. Tecniche innovative, interrogativi legati al passato e il fascino di un mondo dimenticato si intrecciano, rendendo questa scoperta estremamente affascinante e ricca di sorprese.
Fammi sapere se hai bisogno di ulteriori modifiche o aggiunte!