Archeologia. Meravigliosa scoperta in un campo. Cos’è? A quando risale? Chi rappresenta? Dov’era collocata la piccola scultura? Rispondono gli esperti.

No, non era una ferraglia, come poteva sembrare nel terreno del campo. Ma un pezzo meraviglioso, stilisticamente collegato al gotico internazionale. E’ stato trovato in un’area agricola e, nelle prossime ore, sarà segnalato all’autorità, come prevede la legge.

Un’immagine modellata: la figura della Madonna, dorata e solenne, con mani giunte e volto dolente, torna alla luce dopo secoli nel cuore della campagna inglese. È parte di una croce astile gotica, emblema di un’arte sontuosa, raffinata, permeata di spiritualità e fasto cortese. In questo articolo ricostruiamo il contesto, l’opera e lo stile che la generò: il gotico internazionale, o gotico fiorito.


La scoperta: un frammento che racconta un mondo

Il bronzetto è stato trovato da un cittadino inglese, Jonathan Mortimer. Il luogo esatto è mantenuto riservato per motivi di tutela, ma sappiamo che si tratta di un terreno agricolo in Inghilterra, già noto per occasionali reperti medievali.

Il frammento, lungo circa 13 cm, raffigura una figura femminile, molto probabilmente la Madonna, con manto e velo, le mani incrociate in preghiera e il volto incorniciato da tratti intensi, che suggeriscono una scuola artistica raffinata. La parte inferiore mostra una struttura traforata e policroma, visibilmente destinata a inserirsi in un insieme più ampio. Non vi sono dubbi tra gli studiosi: si tratta di un elemento decorativo appartenente a una croce astile processionale, risalente verosimilmente al tardo XIV o all’inizio del XV secolo.

Cos’è una croce astile?

La croce astile è una croce liturgica montata su un lungo bastone (detto “asta”) utilizzata nelle processioni ecclesiastiche e nelle celebrazioni solenni. A differenza delle croci d’altare o reliquiarie, l’astile era pensato per essere trasportato e ben visibile tra la folla. Questi oggetti erano commissionati dalle chiese, dai monasteri e dai capitoli cattedrali, spesso realizzati da orafi e scultori di altissima scuola.

Nell’Inghilterra del tardo Medioevo, molte croci astili furono realizzate in rame dorato o in argento dorato, arricchite da smalti, gemme, figure in rilievo. Elementi fissi erano le raffigurazioni del Cristo crocifisso, della Madonna e di san Giovanni Evangelista ai lati del braccio orizzontale, e talvolta figure di santi locali o stemmi araldici sulla parte inferiore.


Un confronto illuminante: la croce astile di riferimento

Per meglio comprendere l’eccezionalità del frammento ritrovato, è utile confrontarlo con la splendida croce astile dell’abbazia di Westminster, oggi conservata al Victoria and Albert Museum di Londra (foto allegata).

La croce in questione, datata all’inizio del XV secolo, presenta una ricca decorazione in metallo dorato, con rilievi figurati di Maria e Giovanni, e decorazioni smaltate. Le somiglianze con il frammento rinvenuto sono sorprendenti: postura, stile dei panneggi, e la tipica monumentalità delle figure, nonostante le ridotte dimensioni, sembrano appartenere alla stessa koiné stilistica.


Il Gotico Internazionale: arte della grazia e del lusso

Il frammento ritrovato è un perfetto esempio di ciò che viene definito Gotico Internazionale (o “gotico fiorito” in area italiana), corrente artistica che si affermò tra la fine del XIV e il primo trentennio del XV secolo in tutta Europa, dai Burgundi alla Boemia, dalla Francia all’Italia, dall’Inghilterra all’Aragona.

Questa fase del gotico si distingue per:

  • Grazia e cortesia: le figure sono slanciate, eleganti, spesso ritratte in pose lievi e teatrali.
  • Fasto decorativo: oro, smalti, colori vivaci e materiali preziosi caratterizzano pittura e oreficeria.
  • Influenza cortese: i modelli iconografici si ispirano al mondo delle corti, con una spiritualità permeata da nobiltà e armonia.
  • Internazionalità: artisti e botteghe viaggiavano tra le corti, diffondendo uno stile omogeneo che travalicava le frontiere linguistiche e politiche.

Nel caso delle croci astili, questa corrente si traduce in un’iconografia cristallizzata ma stilisticamente raffinata, capace di fondere solennità liturgica e ricchezza estetica. La Madonna del frammento, con le sue mani giunte e il volto ovale, si inserisce con pieno titolo in questo orizzonte, richiamando modelli francesi e inglesi dell’epoca.


Una possibile ricostruzione

Immaginiamo ora la croce originaria da cui proviene il frammento. Alta probabilmente tra i 50 e gli 80 cm, montata su un’asta lignea, la croce doveva essere visibile anche da grande distanza durante le processioni. Al centro il Cristo crocifisso, ai lati la Madonna (di cui abbiamo il frammento) e san Giovanni. Nella parte superiore forse un clipeo con Dio Padre o il pellicano eucaristico. Alla base, lo stemma del committente – forse un’abbazia – o una raffigurazione di Adamo, secondo un motivo ricorrente.

Il frammento oggi visibile conserva tracce di doratura, smalti colorati e perfino parte della struttura lignea o ferrosa interna. È plausibile che sia stato disperso in seguito alla Riforma inglese, che tra il XVI e il XVII secolo comportò la distruzione sistematica di oggetti liturgici cattolici, spesso sepolti o smembrati.


Conclusione: un frammento, mille storie

Il piccolo frammento metallico emerso da un campo arato è molto più di un pezzo d’arte: è una finestra su un’epoca. Parla di artigiani itineranti, di committenti devoti, di un’Europa unita da uno stile comune e da una fede rituale condivisa. Ma racconta anche la fragilità della memoria e la forza dell’archeologia. Ogni scavo, ogni oggetto che riemerge, riaccende la luce su ciò che il tempo aveva oscurato. E questa piccola Madonna dorata, tornata alla luce dopo secoli, è oggi testimone preziosa della bellezza perduta del gotico internazionale.


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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa