Archeologia. Meraviglioso! Durante lo scavo trovano un locale per “aperitivi” di 2000 anni fa. Cosa si serviva al banco? Un lacerto di piombo è forse parte del menù? Com’erano fatti i banconi? Rispondono gli archeologi che stanno scavando

Nel cuore della Cornovaglia, all’estremo occidentale della Britannia romana, gli archeologi di Cotswold Archaeology hanno portato alla luce un sito straordinario: quello che sembra essere un vero e proprio oyster bar di epoca romana. Un ritrovamento che non solo getta nuova luce sulla cultura gastronomica dei Romani ai margini dell’Impero, ma ci permette di approfondire il loro amore per il pesce, il garum e le delizie marine.

La scoperta: un “termopolio” per gli amanti delle ostriche?

Le indagini archeologiche hanno rivelato la presenza di un’area attrezzata per la somministrazione di ostriche e altre specialità marine. Tra i ritrovamenti più significativi vi sono grandi accumuli di gusci di ostriche scartati, segno di un consumo massiccio, e un sistema di drenaggio particolarmente elaborato, probabilmente destinato a gestire i liquidi di scarto generati dalla lavorazione dei molluschi.

Ma il dettaglio più affascinante è senza dubbio un frammento di piombo inciso, che potrebbe essere stato parte di una tabula deliciarum, una sorta di menù inciso su metallo, tipico di alcuni locali di lusso romani. Questa ipotesi, se confermata, ci offrirebbe una visione straordinaria di un’antica cultura della ristorazione molto più articolata di quanto si pensasse. Il pezzo rappresenta un gambero. Il locale offriva soprattutto crudité? Lo scavo rivelerà perfettamente la natura del centro di ristorazione.

Il commento della dottoressa Marina Shellius, archeologa ambientale del team, sottolinea l’eccezionalità del ritrovamento: “Questa scoperta sfida tutto ciò che pensavamo di sapere sull’infrastruttura culinaria romana ai confini dell’Impero. C’è persino traccia di una serata promozionale con anfore ‘due per uno’.” Un dettaglio che fa sorridere e che dimostra come la cultura della ristorazione e delle offerte speciali fosse già presente in epoca romana!

L’ostrica nell’antica Roma: lusso e piacere

Per i Romani, le ostriche non erano semplici molluschi, ma un vero e proprio simbolo di lusso e raffinatezza. Già in epoca repubblicana, i patrizi facevano a gara per procurarsi le migliori ostriche, spesso importate da lontane regioni dell’Impero. La Britannia, con le sue coste ricche di banchi naturali di ostriche, divenne presto un importante centro di produzione.

Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, racconta delle celebri ostriche del lago Lucrino, nel golfo di Napoli, allevate con tecniche sofisticate e destinate ai banchetti delle élite. Ma il consumo di ostriche era diffuso anche nelle province, e i ritrovamenti di gusci in numerosi siti urbani e militari romani dimostrano come questa prelibatezza fosse accessibile anche ai ceti medi.

Le taverne e i ristoranti nell’antica Roma

Se oggi siamo abituati a ristoranti e bar specializzati in cucina di mare, anche i Romani non erano da meno. Lungo le strade e nei mercati delle città imperiali sorgevano i thermopolia, locali che offrivano cibo caldo e bevande ai passanti. Alcuni di questi erano specializzati in particolari pietanze, e il ritrovamento di un oyster bar a Cornwall potrebbe indicare l’esistenza di una nicchia dedicata agli amanti delle ostriche e dei frutti di mare.

A Pompei, un termopolio recentemente scoperto ha rivelato affreschi raffiguranti cibi di vario tipo, segno che ogni locale si rivolgeva a una clientela specifica. Nelle città portuali, probabilmente, abbondavano le taverne che offrivano pesce fresco e conserve di mare.

Garum e liquamen: il sapore del mare

Oltre alle ostriche, i Romani erano grandi consumatori di pesce e derivati, primo fra tutti il garum, la famosa salsa fermentata ottenuta dalle interiora di pesce. Questa prelibatezza, simile al moderno nuoc mam vietnamita, era un ingrediente imprescindibile nelle cucine di tutta l’ecumene romana, utilizzato per insaporire piatti di carne, pesce e verdure.

Esistevano diverse qualità di garum, dalle più economiche alle più pregiate, come il garum sociorum, prodotto in Spagna e considerato il migliore dell’Impero. Un prodotto affine era il liquamen, che spesso si confonde con il garum e che era altrettanto apprezzato come condimento universale.

Un nuovo tassello della gastronomia romana

La scoperta dell’oyster bar romano di Cornwall non è solo una curiosità archeologica, ma un tassello fondamentale per comprendere la vita quotidiana nelle province romane. Essa dimostra che il consumo di ostriche e specialità di mare era diffuso non solo nelle ricche città mediterranee, ma anche nelle aree più periferiche dell’Impero.

Forse, in una fredda serata britannica del III secolo d.C., un viaggiatore romano poteva trovare conforto in una locanda sul mare, sorseggiando vino speziato e gustando un piatto di ostriche fresche, magari condite con qualche goccia di pregiato garum. Un’esperienza che, a ben vedere, non sarebbe così diversa da quella che possiamo vivere oggi in una moderna osteria di pesce.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa