Archeologia. Meraviglioso ritrovamento sott’acqua: un’anfora sigillata da 1100 anni, ora è stata aperta. Cosa contiene questo vaso? Quali storie di antichi commerci marittimi ci racconterà? Gli archeologi stanno per scoprirlo

Il mare custodisce i suoi segreti con pazienza millenaria. Nelle profonde acque blu al largo di Kaş, sulla costa sudoccidentale della Turchia, un’anfora sigillata ha riposato per oltre mille anni, proteggendo gelosamente il suo contenuto dalle correnti marine. Come una capsula del tempo intatta, questo testimone silenzioso di antichi commerci mediterranei sta per rivelare finalmente i suoi misteri, dopo un sonno subacqueo durato undici secoli.

La scoperta eccezionale

A 45-50 metri di profondità, vicino all’isola di Besmi, un team di archeologi guidato dal Professor Dr. Hakan Öniz dell’Università Akdeniz ha individuato un relitto risalente all’epoca del dominio Abbaside (IX-X secolo). Tra i reperti, un’anfora perfettamente sigillata ha catturato l’attenzione degli studiosi per il suo straordinario stato di conservazione.

Il contesto storico

Il relitto – come riporta il Jerusalem Post – apparteneva a una nave mercantile partita dalla costa di Gaza, in Palestina, probabilmente diretta verso importanti porti del Mediterraneo. Il carico principale era costituito da anfore contenenti olio d’oliva, una merce preziosa che rappresentava uno dei principali prodotti di esportazione dell’area. Secondo gli esperti, la nave probabilmente effettuava scali multipli, trasportando anche altri prodotti come il vino, possibilmente proveniente dalla regione di Tekirdağ Şarköy-Gaziköy.

L’importanza delle olive nell’antichità

Il Dr. Öniz sottolinea come le olive fossero un alimento fondamentale per i marinai mediterranei da almeno 5000 anni. La loro capacità di conservarsi per lunghi periodi le rendeva ideali per i viaggi in mare: immerse in acqua salata all’interno delle anfore, diventavano commestibili in una settimana e potevano durare mesi senza deteriorarsi.

Il mistero dell’anfora sigillata

L’anfora recuperata è stata trasferita al Laboratorio di Archeologia Subacquea dell’Università Akdeniz a Kemer, dove gli esperti hanno proceduto con estrema cautela all’apertura del sigillo millenario. La restauratrice Rabia Nur Akyüz ha seguito meticolosamente le procedure di conservazione, mantenendo il reperto costantemente umido per preservarne l’integrità.

Le analisi in corso

La Professoressa Meltem Asiltürk Ersoy, del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Materiali, sta conducendo complesse analisi sul contenuto dell’anfora. Il lungo periodo trascorso in ambiente marino potrebbe aver provocato trasformazioni significative del contenuto originale, che potrebbe essere olio d’oliva, vino, salsa di pesce o qualcosa di completamente inaspettato.

Prospettive future

I reperti, inclusa l’anfora misteriosa, saranno esposti nel nuovo Museo di Archeologia Subacquea del Mediterraneo di Kemer, contribuendo ad arricchire la nostra comprensione delle antiche rotte commerciali e delle pratiche culinarie nel Mediterraneo antico.

Cosa contiene l’anfora?

L’anfora potrebbe contenere olio, vino o salsa di pesce, ma il contenuto esatto non è ancora stato determinato con certezza. Questo è coerente con quanto sappiamo sulle anfore antiche, poiché tipi diversi potevano trasportare vino, olio, salse di pesce e olive conservate.Le ipotesi sul contenuto dell’anfora sigillata Il ritrovamento dell’anfora intatta, sigillata per 1100 anni nelle profondità del Mediterraneo, ha acceso il dibattito tra gli esperti su cosa possa ancora custodire al suo interno. Gli archeologi avanzano diverse ipotesi, basate sulla tipologia del vaso, sulla rotta della nave e sulle abitudini commerciali dell’epoca.

1. Olio d’oliva

La nave trasportava principalmente anfore di olio di Gaza, uno dei prodotti più richiesti del periodo Abbaside. L’olio, essenziale per l’alimentazione e l’illuminazione, era stivato in grandi quantità, e potrebbe essere proprio questa la sostanza rimasta sigillata nel contenitore.

2. Vino dolce o passito

Alcuni studiosi ipotizzano che l’anfora possa contenere vino, forse un tipo pregiato destinato a mercanti o pellegrini. La presenza di sigilli particolari e la forma del recipiente potrebbero avvalorare questa teoria, anche se il lungo periodo sott’acqua avrà inevitabilmente alterato il liquido.

3. Salsa di pesce (garum o similari)

Una terza possibilità è che si tratti di garum, la celebre salsa di pesce fermentata diffusa in tutto il Mediterraneo. Sebbene meno comune nelle rotte palestinesi, la sua alta conservabilità potrebbe spiegare la scelta di sigillarla in modo così accurato.

4. Olive conservate in salamoia

Non è da escludere che il contenuto sia legato a olive in salamoia, un alimento basilare nella dieta dei marinai. Come suggeriscono le fonti storiche, i frutti venivano spesso trasportati in anfore piene d’acqua salata per mantenerli commestibili.

5. Una sorpresa ancora sconosciuta

Data l’eccezionalità del ritrovamento, non si può escludere che l’anfora nasconda qualcosa di inaspettato: spezie, miele, resine o persino medicinali antichi. Le analisi in corso, tra esami chimici e microscopici, potrebbero riservare clamorose rivelazioni. In attesa delle conferme definitive, queste ipotesi alimentano la curiosità di studiosi e appassionati. L’esame del contenuto non solo chiarirà il mistero, ma potrà offrire nuove informazioni sulle rotte commerciali e sulle abitudini alimentari medievali nel Mediterraneo. L’unica certezza? Qualunque cosa contenga, il suo studio sarà una finestra straordinaria sul passato.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa