Archeologia misteriosa. Trova ora nel terreno moneta di 1400 anni fa. Inquietante. Aria di inferno? Legami pericolosi? Quale il segreto? Arrivano gli esperti. “Ora facciamo luce”. I risultati dell’indagine

Scoperta una minuscola moneta d’oro vicino a Norwich: balla con una croce e il simbolo di Odino. Cosa racconta davvero questo tesoro del VII secolo?

Sapore d’estate e mistero del passato in una danza d’oro: la più antica moneta anglosassone d’East Anglia, tra cristianesimo e paganesimo

Il ballo sacro della moneta

Cosa ci racconta quella figura con la croce che danza sul simbolo del dio Odino?

Un cercatore col metal detector, in un campo nei pressi di Norwich, nell’Est dell’Inghilterra, ha scovato questa moneta d’oro risalente al VII secolo. Quella he appare, subito, come la più antica moneta anglosassone mai rinvenuta in East Anglia. Il Norwich Castle Museum spera di acquisirla, perché è molto più di un oggetto raro: è un frammento incandescente di storia viva.

L’immagine sulla moneta colpisce subito per la sua potenza simbolica e la sua ambiguità spirituale. Sul dritto, un uomo, con un diadema, danza con le gambe incrociate mentre solleva una croce cristiana sopra un segno intrecciato: tre triangoli che richiamano il “valknut”, simbolo connesso al dio norreno Odino. Sul rovescio,, dicono gli esperti inglesi un disegno a croce o forse a svastica, inscritto in un cerchio di punti, attorniato da lettere latine senza senso, tracciate probabilmente da un incisore non alfabetizzato”.

Una fusione di mondi

Cristianesimo e paganesimo, mescolati nell’oro: lo spirito di un’epoca di transizione

È proprio questo sincretismo iconografico che ha acceso l’attenzione di Adrian Marsden, numismatico del Norfolk Historic Environment Service, che ha definito la scoperta “di enorme importanza”. Marsden data la moneta tra il 640 e il 660 d.C., in un momento in cui la fede cristiana stava prendendo piede fra le élite anglosassoni, ma non aveva ancora completamente scalzato le antiche credenze norrene.

L’uomo che danza è cristiano, ma lo fa sopra un emblema pagano. Il gesto è forse di gioia, di offerta, o di supremazia simbolica della nuova fede sulla vecchia. L’immagine è, comunque, un prodigioso condensato del dramma spirituale dell’epoca: un tempo in cui le sepolture potevano contenere insieme croci e spade runiche, come dimostrano anche i corredi funebri della nave di Sutton Hoo.

Il valknut: fortuna o aldilà?

Tre triangoli intrecciati e un’antica promessa: la visione norrena della morte

Il simbolo su cui danza la figura cristiana è il valknut, usato per rappresentare Odino, il dio della guerra e della saggezza, accompagnatore delle anime dei guerrieri caduti verso il Valhalla. Il termine stesso, moderno e non attestato nei testi medievali, viene dal norreno valr (caduto) e knut (nodo). Il simbolo, inciso su pietre runiche e oggetti rituali, fu poi riutilizzato nel XX secolo da movimenti ideologici, come i suprematisti bianchi, che ne snaturarono l’antico significato.

Nel contesto anglosassone del VII secolo, però, il valknut era ancora parte viva di un universo religioso fluido. Il cristianesimo penetrava nei regni anglosassoni attraverso missionari e matrimoni dinastici, ma le vecchie simbologie sopravvivevano, talvolta reinterpretate.

La forgia del sacro

Un conio grezzo, ma con oro purissimo: 60% di metallo nobile in un’emissione rara

Dal punto di vista tecnico, la moneta rivela anch’essa le contraddizioni di un’epoca di sperimentazione. L’oro è molto puro, fino al 60%, ma le lettere latine sono caotiche, segno che chi incise il conio non sapeva leggere. Si tratta di un unicum: “Non si trovano nuovi tipi di scellini”, ha dichiarato Marsden. Il dritto con la figura danzante non ha confronti diretti, rendendo il reperto una tipologia completamente nuova.

La dimensione è minuscola, ma la funzione è ambigua: moneta vera? oggetto rituale? dono diplomatico? Le cosiddette “monete trofeo” anglosassoni imitavano le emissioni romane tardo-imperiali, ma aggiungevano simboli cristiani e locali, come diademi e croci, generando un ibrido affascinante.

Il significato della moneta, a nostro giudizio

Un messaggio visivo di continuità religiosa e culturale tra mondo pagano e cristiano

Si tratta – afferma Maurizio Bernardelli Curuz – di elementi di sovrapposizione in continuità. Osservando la moneta come se fosse un quadro di testo, si coglie immediatamente l’intento narrativo: l’uomo raffigurato sul dritto – verosimilmente un sovrano o una figura sacra di potere – si presenta in una posa fortemente simbolica, con un fulmine nella destra e uno scudo decorato da un motivo astratto e fulmineo. Ma è sul rovescio che il discorso iconografico si fa ancora più denso.

Lì campeggia un intreccio che possiamo riconoscere come una variante del Nodo di Salomone, antichissimo simbolo di unione, perfezione e protezione. Questo motivo, diffuso nell’arte musiva romana, specialmente nei pavimenti di ville e domus, assume qui un valore di ponte tra culture. All’interno del nodo, infatti, si intravede chiaramente una croce, potente segno cristiano, che sembra emergere naturalmente dalla struttura del nodo stesso, quasi fosse la sua evoluzione inevitabile e necessaria.

Questa elaborazione grafica suggerisce una tesi ardita, ma coerente: la moneta veicola l’idea che il nuovo ordine cristiano non neghi il passato, ma lo inglobi e lo continui, trasformandolo. Il Nodo di Salomone, pur nella sua struttura a quattro occhielli, ricorda anche il triscele norico, elemento celtico che richiama il moto perpetuo, la ciclicità e la forza vitale. Non una rottura, dunque, ma un’armoniosa continuità simbolica tra il culto solare e tellurico del Nord e la croce cristiana, che si presenta come compimento finale di quella stessa energia.

Tutto lascia pensare – conclude Bernardelli Curuz – a un messaggio politico e spirituale: l’autorità rappresentata dalla figura maschile si fa garante di una transizione indolore e sacralizzata dal paganesimo al cristianesimo, segnando così la legittimazione di una nuova fede radicata profondamente nella tradizione.Strumenti

Il contesto storico e spirituale

Sutton Hoo e l’alba dell’Inghilterra: regni, conversioni, identità

Il ritrovamento si inserisce in un quadro più ampio, quello delle dinastie anglosassoni in via di cristianizzazione. East Anglia, a partire dal regno di Rædwald, aveva già visto sovrani convertiti che conservavano però anche simboli e rituali pagani. La sepoltura navale di Sutton Hoo, databile proprio a questo periodo, testimoniava un sincretismo spinto: un elmo decorato con motivi pagani e al tempo stesso oggetti di fattura bizantina cristiana.

In questo paesaggio incerto, la piccola moneta è come una scintilla: mostra la tensione tra due mondi che si stavano scontrando, abbracciando, contaminando. È un segno di come il sacro potesse essere rappresentato contemporaneamente con la danza e con il sangue, con l’oro e con la fede.

Il destino della moneta

Un tesoro per tutti? Il ruolo del museo e le nuove leggi sul patrimonio

Il medico legale inglese valuterà ora se la moneta rientra nella nuova definizione di “tesoro”, in base alla riforma del Treasure Act approvata due anni fa. Oggi, non serve più soltanto l’alto valore del metallo prezioso: anche l’importanza culturale e scientifica può rendere un reperto degno di conservazione pubblica.

Il Norwich Castle Museum ha espresso grande interesse nell’acquisirla per la collezione permanente, in quanto “documento unico di una svolta epocale nella spiritualità anglosassone”. La comunità scientifica è unanime: quella minuscola moneta è una chiave d’oro per capire l’alba della fede in Inghilterra.


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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa