Parte il progetto che cambierà il volto del teatro romano, tra archeologia e futuro urbano
A partire dal 7 luglio 2025, il teatro romano di Brescia sarà al centro di una nuova campagna archeologica che promette di riscrivere la conoscenza del monumento e di rilanciarne la funzione pubblica. È un ritorno simbolico e concreto alle origini di Brixia, in un’area che per secoli fu il cuore politico e civile della città romana e medievale.
Un sito centrale ma ancora da comprendere
Il teatro: una grande struttura, ancora solo in parte esplorata
Nonostante la sua imponenza e la collocazione nel centro storico, l’area orientale del teatro romano è rimasta a lungo in attesa di uno scavo sistematico. Gli interventi avviati ora sono il frutto di un lungo percorso condiviso tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei. L’obiettivo è duplice: approfondire la conoscenza del monumento e avviare il processo di rifunzionalizzazione delineato dall’architetto David Chipperfield.
Fasi e modalità dell’intervento
Scavi in più fasi e accesso garantito al pubblico nei fine settimana
La campagna archeologica, in programma fino a marzo 2026, si svolgerà a fasi alterne. Dal 7 al 30 luglio il teatro sarà chiuso al pubblico per consentire le prime operazioni. Dopo la riapertura in agosto, l’accesso sarà nuovamente interdetto nei giorni feriali da settembre. Tuttavia, nei fine settimana e nei festivi sarà possibile vivere esperienze di “archeologia pubblica” pensate per cittadini e turisti: visite guidate, momenti di approfondimento e percorsi didattici renderanno l’area fruibile anche durante lo scavo.

Una storia millenaria da riscoprire
Dal Capitolium alle assemblee comunali, il teatro fu cuore civile di Brescia
Il teatro, in asse con il Capitolium e il foro, fu per secoli uno spazio nevralgico: prima sede di spettacoli nella Brescia romana, poi riutilizzato per le assemblee civiche in epoca comunale. Gli scavi avviati oggi vogliono anche gettare luce su questa lunga stratificazione, già in parte emersa grazie alle indagini preliminari e al restauro della ima cavea nel 2023. Gli interventi in programma dal mese di luglio, resi possibili grazie alle indagini preliminari condotte negli ultimi mesi sempre dalla Soprintendenza e dopo l’intervento di rimessa in luce e il restauro dell’ima cavea nel corso dell’ultimo trimestre del 2023, promettono di ricostruire la storia della struttura di quel sito e rappresentano un tassello essenziale e prodromico a qualsiasi sviluppo di conoscenza archeologica, restauro architettonico e progettazione di nuove formule di fruizione del teatro romano, a partire da quella che è stata delineata dal progetto di massima di rifunzionalizzazione tratteggiato dall’architetto sir David Chipperfield.
Una strategia condivisa
Restauro e valorizzazione, verso un nuovo modello di fruizione culturale
Il progetto è sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Fondazione Cariplo (bando Emblematici Maggiori 2024) come “legacy” della nomina di Brescia a Capitale italiana della Cultura. La Fondazione Brescia Musei, in accordo con la Soprintendenza e il Comune, curerà la comunicazione e la gestione del sito durante le operazioni, garantendo un’esperienza culturale continua. L’intervento rappresenta anche un passo verso la creazione di un distretto culturale urbano integrato.
Una promessa per il futuro
Verso una rifunzionalizzazione contemporanea e inclusiva del teatro
L’intervento, spiegano i portavoce del progetto, in corso non si limita alla conservazione, ma guarda al futuro: il progetto punta a restituire alla città uno spazio vivo, accessibile e inclusivo. L’idea di rifunzionalizzare il teatro romano come luogo di cultura, incontro e cittadinanza si inscrive in una visione più ampia, dove il passato diventa leva per progettare la città contemporanea.
Il teatro di Brixia, dal lusso imperiale alle adunanze civiche
Una lunga storia di spettacoli, rovine, oblio e rinascita nel cuore della città
Il teatro romano di Brescia fu costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C., nel pieno del periodo imperiale, quando la città di Brixia visse un’intensa fase di monumentalizzazione. Situato a ridosso del foro e del Capitolium, era parte integrante del sistema urbano pubblico, in un’area strategica destinata alle funzioni civiche e culturali. Con ogni probabilità, fu edificato su impulso delle élite locali desiderose di emulare Roma e le grandi città dell’Impero.
La struttura, parzialmente addossata al pendio del Cidneo, seguiva le linee architettoniche canoniche dei teatri romani: ima, media e summa cavea (gradinate), orchestra semicircolare e scena monumentale. La capienza stimata era di circa 10.000 spettatori, segno della vitalità e della ricchezza della città antica. Gli spettacoli erano principalmente di tipo teatrale, ma potevano includere anche declamazioni, cerimonie pubbliche e celebrazioni ufficiali.
Dopo il declino dell’Impero romano e il progressivo spopolamento urbano, il teatro cadde in disuso e fu gradualmente spogliato dei suoi materiali più pregiati. A partire dall’alto medioevo, la struttura fu riutilizzata in forme nuove: alcuni spazi vennero adattati a residenze o depositi, mentre la zona del proscenio e delle gradinate venne talvolta usata per assemblee civiche informali, una funzione che mantenne fino all’età comunale.
Con il passare dei secoli, il teatro fu sepolto sotto strati di terra e costruzioni, dimenticato dalla città stessa. Solo nel XIX e nel XX secolo si avviarono le prime esplorazioni archeologiche, seguite da importanti campagne di scavo nel secondo dopoguerra. Tuttavia, una parte significativa del settore orientale è rimasta finora inesplorata: proprio quella che ora sta per essere restituita alla ricerca e alla collettività, grazie al nuovo intervento.
Oggi il teatro romano di Brescia è riconosciuto come uno dei monumenti più rilevanti dell’Italia settentrionale per dimensioni e stato di conservazione, parte del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia” in virtù della sua integrazione con il Museo di Santa Giulia e il Capitolium. Il nuovo ciclo di scavi, restauro e rifunzionalizzazione rappresenta un’occasione storica per riscoprirne l’identità e restituirlo, ancora una volta, alla vita della città.
Riferimenti e approfondimenti
- Direzione scientifica: Serena Solano, Soprintendenza ABAP Bergamo-Brescia
- Ente gestore: Fondazione Brescia Musei – www.bresciamusei.com
- Orari accesso Santuario Repubblicano e Capitolium: martedì–domenica, 10–19 fino al 30 settembre (10–18 dal 1° ottobre)
- Progetto in collaborazione con Ministero della Cultura, Comune di Brescia, Fondazione Cariplo
- Archeologia pubblica in programma: settembre 2025 – marzo 2026