Archeologia. “Non dovrebbe trovarsi qui”. Scoperta l’iscrizione di Ramses III nella “Valle della luna”. Cosa non quadra e perchè è proprio lì?

Un’iscrizione perduta nel tempo riaffiora dalle rocce del deserto. Perché il nome di un faraone egiziano spunta tra le montagne giordane? Quali segreti rivelano i simboli incisi? Scopriamo cosa racconta questo straordinario ritrovamento.

Tra le dune e le rocce: un ritrovamento straordinario

In un angolo remoto del deserto giordano, tra le insenature montuose della Riserva Naturale del Wadi Rum, archeologi hanno riportato alla luce un’iscrizione appartenente a Ramses III. Il cartiglio reale, inciso migliaia di anni fa, è il primo del suo genere mai rinvenuto in questa regione. Questa anomalia riscrive così un pezzo di storia. Ma cosa spinse il potente faraone egiziano, vissuto tra il 1184 e il 1153 a.C., a lasciare un segno indelebile in queste terre aride? I misteriosi caratteri scolpiti raccontano di un’epoca di grande tumulto e politica espansionista. A rendere il ritrovamento ancor più intrigante è il contesto: un luogo dove le tracce del passato sembrano incontrare il presente, con paesaggi spettacolari che mescolano leggenda e storia. Chi ha inciso il nome del faraone? Dove voleva arrivare il suo esercito? E quali risorse preziose venivano trasportate lungo quelle rotte?

Il luogo e il contesto storico

La Wadi Rum, comunemente chiamata “la Valle della Luna,” si estende nel sud della Giordania con paesaggi mozzafiato e una storia millenaria. Il cartiglio di Ramses III collega direttamente questa regione con l’Egitto del Nuovo Regno, un periodo di grande splendore che fu però segnato da instabilità geopolitica, invasioni e conflitti lungo i confini. Gli egittologi ipotizzano che l’iscrizione risalga alle campagne militari intraprese dal faraone per rafforzare il controllo commerciale lungo la Penisola Arabica. Queste spedizioni erano cruciali per assicurare l’accesso a beni di valore come rame, incenso e spezie altamente richiesti dall’aristocrazia egizia. La presenza della firma reale su una montagna così remota è una testimonianza tangibile del potere e della volontà espansionista di Ramses III nei confronti di rotte commerciali strategiche.

I dettagli dell’iscrizione

Il cartiglio trovato è un’incisione sorprendentemente ben conservata, che presenta i segni tipici a forma ovale contenenti il nome reale: “Ramses-Heqa-Iunu”. Gli esperti hanno datato l’iscrizione al XII secolo a.C., confermando che si tratta di un’operazione ufficiale, probabilmente condotta con l’approvazione diretta del faraone. L’abilità tecnica degli artefici e la profondità dei solchi suggeriscono che l’iscrizione non fu realizzata come segno casuale, ma come un simbolo di sovranità e autorità egiziana su un territorio conteso. Non è un caso che proprio questa zona fosse centrale per le rotte carovaniere dell’antichità: i negoziati, gli scambi e le lotte per il controllo delle miniere di rame avrebbero reso necessaria una presenza egiziana tangibile.

Interpretazioni e domande ancora aperte

Secondo l’archeologo Ali Manaser dell’Università Hascemita, questa scoperta rappresenta una conferma del dominio egiziano sulle rotte commerciali arabiche. Tuttavia, molti interrogativi rimangono irrisolti. Il cartiglio è stato inciso come segnale per i commercianti o come avvertimento simbolico ai rivali? E quanto durò questa influenza egiziana al di fuori dei confini tradizionali del regno? Gli studiosi continuano a discutere sull’efficacia e sui limiti delle spedizioni militari di Ramses III, soprattutto considerando le minacce interne ed esterne che caratterizzarono il suo regno. Il deserto di Wadi Rum nasconde forse altre iscrizioni simili, che potrebbero gettare nuova luce su questa affascinante connessione tra Egitto e Giordania?


Chi era Ramses III?

Ramses III raffigurato nel tempio di Khonsu a Karnak. CC BY-SA 3.0

Ramses III fu l’ultimo grande faraone del Nuovo Regno egiziano, regnando dal 1184 al 1153 a.C.. Sovrano della XX Dinastia, il suo regno segnò un periodo di grande ambizione politica e militare, ma anche di profonde sfide interne ed esterne. Spesso descritto come l’erede spirituale di Ramses II per le sue campagne militari e i suoi ambiziosi progetti edilizi, Ramses III governò in un periodo di instabilità geopolitica, caratterizzato dall’avanzata dei Popoli del Mare, crisi economiche e conflitti su più fronti.

Protettore dell’Egitto dalle invasioni

Uno degli aspetti più noti del regno di Ramses III sono le sue campagne militari per difendere l’Egitto da numerose minacce esterne. Tra queste, spicca la sua leggendaria vittoria contro i Popoli del Mare durante l’ottavo anno del suo regno. Queste misteriose popolazioni, provenienti probabilmente dal Mediterraneo orientale, tentarono di invadere l’Egitto sia via mare che via terra. Ramses III guidò personalmente le sue forze in una vittoriosa battaglia, immortalata nei rilievi del Tempio di Medinet Habu, uno dei monumenti più celebri a lui attribuiti. Questo tempio, situato a Tebe Ovest, è una ricca testimonianza del suo potere militare e della sua abilità strategica.

Un regno di splendore e crisi

Nonostante i successi militari, il regno di Ramses III fu segnato da profonde difficoltà interne. Una combinazione di problemi economici, disordini sociali e una burocrazia sempre più corrotta portò a un declino del potere centrale. La lenta erosione del sistema politico culminò nel primo sciopero registrato nella storia umana, quando i lavoratori della necropoli tebana si ribellarono per protestare contro il mancato pagamento di salari. Ramses III investì anche enormi risorse in grandi progetti architettonici e religiosi, volti a esaltare il suo dominio. Tra questi, oltre al già citato Medinet Habu, furono completati diversi templi dedicati agli dèi del pantheon egiziano. Tuttavia, tali iniziative pesarono ulteriormente sulle risorse dello Stato, già messe a dura prova.

La fine di un’era

Il tramonto della figura di Ramses III fu segnato da intrighi di corte. Gli archivi giudiziari egiziani narrano di una cospirazione ordita da una delle sue mogli secondarie, Tiy, per assicurare il trono al proprio figlio, Pentaur. Conosciuta come la “Cospirazione dell’Harem”, questa trama culminò in un tentativo di assassinio che, secondo alcune fonti, avrebbe infine causato la morte del faraone. Studi moderni, attraverso analisi della mummia di Ramses III, hanno rilevato evidenze di una profonda ferita alla gola, confermando la brutalità degli eventi. Nonostante le difficoltà e la tragica conclusione, Ramses III lasciò un’eredità indelebile nella storia dell’antico Egitto. La sua capacità di difendere la nazione dalle invasioni contribuì a preservare la grandezza della civiltà egizia per diverse generazioni, consolidando il suo ruolo come ultimo “faraone-guerriero”.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa