Archeologia. Nuova eccezionale scoperta ora in Egitto. Entrano in un tempio. Trovano un vaso. Dentro ci sono gioielli ed amuleti d’oro della XXVI Dinastia. Di chi era il tesoro? Da cosa è composto? Rispondono gli archeologi

Un vaso, un deposito eccezionale. Ill ritrovamento, di grande rilievo, è stato comunicato ora dal Ministero egiziano per le antichità.

In un vaso, depositato presso un luogo di culto, sono stati trovati gioielli, amuleti e manufatti in metallo prezioso. La scoperta è avvenuta all’interno di uno dei templi di Karnak, in Egitto. La missione archeologica egiziano-francese, operante sotto l’egida del Centro Egiziano Francese per lo Studio dei Templi di Karnak (CFEETK) e in collaborazione con il Consiglio Supremo delle Antichità e il Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (CNRS), ha rinvenuto un insieme di oggetti ornamentali in un vaso di terracotta ben conservato. Il tesoro, datato all’inizio della XXVI dinastia (circa 664-525 a.C.), offre nuovi dati sulla cultura materiale e sulla funzione cultuale del complesso templare durante il periodo tardo.

Il contesto della scoperta

Il ritrovamento è avvenuto nel settore nord-occidentale dei templi di Karnak, un’area di grande rilevanza storica che continua a restituire evidenze archeologiche fondamentali per la comprensione della storia dell’antico Egitto. Secondo gli studiosi, il piccolo vaso di terracotta in cui erano contenuti i gioielli era integro ma presentava delle fratture superficiali. Al suo interno, gli archeologi hanno trovato una varietà di manufatti preziosi in uno stato di conservazione eccezionale.

Tra gli oggetti rinvenuti spiccano anelli d’oro e di altri metalli, piccoli amuleti d’oro raffiguranti divinità egizie, un pregevole pendente con un gruppo scultoreo di Amon, Mut e Khonsu e numerosi altri elementi ornamentali. Particolarmente significativo è un grande numero di perline, alcune delle quali dorate, che potrebbero essere appartenute a un raffinato collare rituale.

Significato storico della XXVI dinastia

La datazione della scoperta colloca questi gioielli all’inizio della XXVI dinastia, nota anche come “dinastia saitica” (664-525 a.C.), un periodo di rinascita culturale e politica per l’Egitto. Dopo le invasioni straniere e la frammentazione del potere centrale, la XXVI dinastia segna il ritorno di una forte autorità faraonica con la capitale a Sais, nel Delta del Nilo. I sovrani saitici promossero una riscoperta delle antiche tradizioni artistiche, religiose e amministrative dell’Antico e del Medio Regno, cercando di riaffermare l’identità egizia di fronte alle crescenti minacce esterne, in particolare l’espansionismo assiro e persiano.

Uno degli aspetti distintivi di questo periodo è la particolare attenzione riservata ai culti templari, con un rinnovato impulso alla costruzione e alla decorazione dei luoghi sacri. Karnak, in quanto principale centro di culto di Amon, giocò un ruolo chiave in questa politica di restaurazione religiosa, ricevendo finanziamenti e donazioni per il mantenimento delle strutture e per la realizzazione di nuovi complessi architettonici.

Funzione e simbolismo dei gioielli ritrovati

L’eccezionale stato di conservazione e la natura votiva degli oggetti suggeriscono che essi fossero parte di una deposizione rituale o di un corredo offerto al tempio. Gli amuleti, spesso impiegati sia a livello personale che cerimoniale, avevano la funzione di protezione spirituale e di connessione con le divinità. Il pendente raffigurante la triade tebana (Amon, Mut e Khonsu) è particolarmente significativo, poiché conferma il ruolo centrale di queste divinità nel culto di Karnak durante il periodo saitico.

L’abbondanza di perline e ornamenti metallici fa ipotizzare che alcuni di questi gioielli appartenessero a membri del clero o a figure di alto rango all’interno della gerarchia templare. La presenza di brocche e contenitori in terracotta, spesso utilizzati per nascondere tesori o offerte votive, suggerisce che il deposito possa essere stato sigillato intenzionalmente per motivi rituali o per proteggerlo da eventuali saccheggi.

I Tesori di Karnak a 650 km del Cairo

Karnak è uno dei più imponenti complessi templari dell’antico Egitto, situato sulla riva orientale del Nilo, nei pressi della moderna Luxor, a circa 650 km a sud del Cairo. Il sito era il principale centro di culto del dio Amon ed è costituito da un vasto insieme di templi, cappelle, piloni e altri edifici religiosi costruiti e ampliati nel corso di oltre duemila anni, dalla XII dinastia (circa 1991-1802 a.C.) fino all’epoca greco-romana.

Le strutture principali di Karnak

  • Il Tempio di Amon-Ra: il cuore del complesso, con la grande Sala Ipostila, una delle meraviglie dell’architettura egizia, caratterizzata da 134 colonne monumentali.
  • Il Lago Sacro: usato per le cerimonie religiose e purificatorie.
  • Il Tempio di Khonsu e il Tempio di Ptah: dedicati ad altre divinità importanti del pantheon tebano.
  • Il Viale delle Sfingi: un lungo percorso cerimoniale che collegava Karnak al Tempio di Luxor.

Karnak era non solo un centro religioso, ma anche politico ed economico, con vaste proprietà terriere e un clero di grande potere. Oggi è una delle principali attrazioni archeologiche dell’Egitto e parte del sito UNESCO di Tebe.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa