Archeologia. Pompei impazziva per Bacco, il vino e l’uva. Nuovi affreschi dedicati al dio emergono a Villa Cuomo, sotto cumuli di lava. Com’era la villa, chi accoglieva?

Affreschi dedicati alla vendemmia, alla pigiatura e a Bacco-Dioniso sono stati portati alla luce nelle campagne che circondano Pompei, a Villa Cuomo. Gli affreschi erano collocati in una sala della villa e sono stati realizzati in terzo stile. Il terzo stile è una modalità di decorazione sobria ed elegante. Detto stile ornamentale, dal punto di vista cronologico, si sovrappose al secondo stile ed arrivò fino alla metà del I secolo, all’epoca di Claudio (41-54 d.C.). Gli affreschi furono pertanto realizzati qualche decennio prima dell’eruzione distruttiva del Vesuvio.

Lo spazio affrescato, oltre a ricordare ai proprietari e agli ospiti il ruolo di questa divinità nell’ambito di una gioiosa prosperità, poteva configurarsi, nella sala stessa, come un luogo di culto domestico del dio, costituito da una nicchia – assimilabile a uno spazio di larario, a una grotta dionisiaca e a un “tabernacolo” per incenso e per la collocazione di materiali cultuali – e da una parete sulla quale figurano i dipinti con gruppi di figure correlati dai fili e dalla pergola. La nuova notizia è stata data dalla Soprintendenza napoletana a pochi giorni del rinvenimento di un salone che reca megalografie di una processione bacchica in una domus di Pompei. Due ambienti tipologicamente molto diversi, quelli che hanno offerto gli affreschi dionisiaci. La domus della processione bacchica è un palazzo urbano del centro di Pompei, affrescato in una visione totalizzante e immersiva della decorazione – simile quindi a quelle dei palazzi rinascimentali – mentre i nuovi affreschi che centrano il focus sulla vendemmia sono in una sobria villa rustica di campagna e occupano uno spazio limitato, pur elegante.

Resti della villa romana

Nel 1974, durante lavori edilizi nel comune di Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, emerse un complesso rurale romano noto come Villa Cuomo. Situata in Via Casa Salese, a sud-est di Pompei, la villa era stata sepolta sotto tre metri di lapilli durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. A differenza di altre residenze aristocratiche dell’epoca, Villa Cuomo si distingue per la sua struttura eminentemente produttiva, con ambienti di servizio disposti attorno a un cortile centrale, ornato da colonne in mattoni a vista. Questa particolare disposizione suggerisce che la villa fosse utilizzata principalmente per la gestione e la trasformazione di prodotti agricoli, in particolare l’uva, destinata alla produzione del vino.

Gli scavi condotti negli anni successivi hanno portato alla luce ambienti destinati alla vinificazione e alla conservazione del vino, con presenza di torchi, dolia interrati e canalizzazioni per il drenaggio dei liquidi. Questo rafforza l’ipotesi che la villa fosse un centro di produzione vitivinicola, strettamente legato alle attività agricole e al culto di Dioniso/Bacco, divinità del vino e dell’ebbrezza.

La scoperta degli affreschi bacchici

La parete prima della completa liberazione della lava, che occludeva anche la nicchia del “tabernacolo”
Il controllo dei pigmenti degli affreschi, dopo l’eliminazione dello strato di lava

Durante gli ultimi interventi di restauro e valorizzazione del sito, un’équipe di archeologi ha scoperto una serie di affreschi di straordinaria bellezza raffiguranti scene di vendemmia e momenti rituali dedicati a Dioniso/Bacco. Questi dipinti murali offrono una rappresentazione vivida della vita agricola romana e della profonda connessione tra il lavoro nei campi e la sfera religiosa.

Le scene ritraggono figure di contadini intenti alla raccolta dell’uva, accompagnati da giovani satiri e menadi danzanti, simboli del culto dionisiaco. Dioniso stesso appare in alcune raffigurazioni, coronato di pampini e con il kantharos (coppa da vino) in mano, a simboleggiare l’abbondanza e la gioia del raccolto. Le immagini evidenziano anche l’uso di strumenti agricoli come falcetti e ceste di vimini colme di grappoli d’uva, fornendo preziose informazioni sulle tecniche vitivinicole dell’epoca.

Un aspetto di particolare rilievo è la raffinatezza dello stile pittorico: le figure presentano una notevole espressività e un’attenzione ai dettagli che denota l’opera di artisti esperti. I colori, benché alterati dal tempo, conservano ancora vivacità, con tonalità di rosso, giallo ocra e verde che dominano la composizione.

Resta da studiate una figura in toga, alla sinistra della nicchia, guardando l’affresco. L’uomo togato è probabilmente il proprietario della villa stessa.

Tecniche di conservazione e restauro

Per garantire la conservazione di questi preziosi dipinti, sono stati avviati studi diagnostici sotto la guida del Dott. Davide Melica, esperto in restauro e conservazione. Le analisi prevedono l’impiego di tecniche non invasive, come la spettrofotometria a fluorescenza a raggi X (XRF), utile per identificare la composizione chimica degli strati pittorici. Questi dati sono fondamentali per determinare le tecniche pittoriche utilizzate dagli artisti dell’epoca e per stabilire i migliori metodi di restauro.

Inoltre, sono stati prelevati piccoli campioni di intonaco per sottoporli ad analisi petrografiche e chimiche, con lo scopo di comprendere meglio la struttura e la composizione dei materiali impiegati. Questo approccio multidisciplinare permetterà non solo di restaurare gli affreschi, ma anche di preservarne la bellezza per le generazioni future.

L’importanza di Villa Cuomo nel panorama archeologico campano

La scoperta degli affreschi bacchici a Villa Cuomo aggiunge un tassello fondamentale alla comprensione del culto di Dioniso nell’area pompeiana. A differenza delle celebri raffigurazioni della Villa dei Misteri a Pompei, incentrate sui riti iniziatici, quanto i dipinti della Domus della regio X, appena portati alla luce, le pitture di Villa Cuomo evidenziano la dimensione agricola e festosa del culto bacchico. Questo testimonia come il dio del vino non fosse solo legato a cerimonie misteriche, ma anche alla vita quotidiana e ai ritmi della natura. Gli affreschi raffiguranti scene di vendemmia legate al culto di Dioniso/Bacco sono stati rinvenuti in un ambiente residenziale, precisamente in una sala di soggiorno (ala), decorata in III stile pompeiano.

Gli archeologi ritengono che la villa potrebbe aver ospitato celebrazioni bacchiche stagionali, durante le quali i contadini e i proprietari terrieri si riunivano per festeggiare il raccolto e invocare la protezione della divinità sulla produzione vinicola.

L’importanza della scoperta è tale che gli esperti stanno valutando la possibilità di creare un percorso museale in situ, che permetta ai visitatori di ammirare gli affreschi e comprendere il loro contesto storico e culturale. Villa Cuomo, finora poco conosciuta, si appresta così a diventare uno dei siti archeologici più rilevanti della provincia di Napoli, contribuendo a valorizzare ulteriormente il ricco patrimonio dell’area vesuviana.

Gli scavi sono stati compiuti sotto la direzione della Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli 

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa