Archeologia. Meraviglioso. Ulisse fu onorato come un dio nella sua isola natale? Scoperto a Itaca, tra scale scava nella roccia e nicchie, il “suo” santuario. Ecco il suo nome: Odisseo. Ecco la fonte! Cos’hanno trovato?

Dove sorgeva il culto del più enigmatico eroe della letteratura greca: il mistero si scioglie dopo un secolo di scavi


Una scoperta che riaccende il mito

Nell’Isola di Itaca, l’epicentro del culto eroico dedicato a Ulisse

Gli archeologi dell’Università di Ioánnina hanno finalmente localizzato il santuario dedicato a Ulisse, il re mitico di Itaca e protagonista dell’Odissea, nel sito noto come Scuola di Omero, nel nord dell’isola greca. Dopo decenni di scavi nell’area archeologica di Agios Athanasios, si può oggi affermare con un buon margine di certezza che l’antico culto all’eroe epico aveva un luogo preciso e monumentale, al centro della vita pubblica dell’isola tra epoca ellenistica e romana. Siamo quindi in un’epoca ben successiva a quella delle gesta del presunto eroe itacense, che fu oggetto di trasfigurazione letteraria da parte di Omero, ma che probabilmente visse e combatté nella federazione di Greci contro Troia.

Ulisse, nel frattempo, era diventato una sorta di divinità. Forse a partire dai familiari, la devozione, nei secoli, si irradiò nel mondo, grazie alla conoscenza dell’Odissea, che proprio a lui è intitolata. Perché? Perché con tutti gli autentici eroi fu proprio lui ad essere maggiormente onorato da Omero? Perché era un meraviglioso dio qualunque. Un uomo diventato temporaneamente superuomo per necessità. Intelligente, coraggioso, impaurito, all’improvvisamente debole, nobile, struggente, in grado di mantenere con sé stesso, gli dei e i familiari la promessa del ritorno.

Ulisse nel mito
L’eroe astuto tra dèi, mostri e nostalgia

Nel mito, Ulisse – o Odisseo – è il re di Itaca, marito di Penelope e protagonista dell’Odissea, poema epico attribuito a Omero. È celebre per la sua astuzia (metis), che lo rende capace di ingannare il Ciclope Polifemo, resistere al canto delle Sirene e concepire il tranello del cavallo di Troia. Ma è anche un uomo segnato dal dolore e dalla nostalgia (nostos), impegnato in un lungo viaggio per tornare alla propria terra e ai propri affetti. In lui convivono l’ingegno razionale e la debolezza umana, il coraggio e la menzogna, la sete di conoscenza e il desiderio di casa. È, in sintesi, l’eroe più moderno del mondo antico.


Ulisse reale e Ulisse archeologico
Tra le pietre di Itaca e i palazzi micenei, alla ricerca dell’uomo dietro il mito

Al di là della poesia e dei mostri favolosi, l’Ulisse storico è un enigma che affascina archeologi e filologi. Perché dietro il personaggio omerico potrebbe nascondersi un sovrano reale, forse un capo miceneo, vissuto tra il XIII e il XII secolo a.C., in quella fase convulsa della tarda età del bronzo segnata dalla crisi del mondo palaziale.

Dal punto di vista archeologico, l’isola di Ithaki ha restituito importanti testimonianze: resti di un palazzo miceneo presso il sito di Stavros, frammenti ceramici, armi e iscrizioni lineari B – tutti elementi compatibili con un centro di potere attivo nell’età del bronzo. Tuttavia, il sito non ha restituito elementi eclatanti come quelli di Pilo o Micene. Ma pure la letteratura sembra riportaci alla figura sofferta di un piccolo re e di un grande uomo.

Altri indizi interessanti provengono dai contesti funerari di Taca: tombe a camera e a tholos nell’area ionica attestano la presenza di élite locali strutturate e collegate al mondo miceneo. Se Ulisse fu un re, come lo definisce Omero, potrebbe essere stato uno di questi signori locali, il cui ricordo è stato trasfigurato dai poeti in un eroe universale.

Infine, la comparsa del nome “Odysseus” in iscrizioni greche arcaiche (come quelle votive) testimonia la diffusione precoce del mito e la sua possibile radice storica. Ma è impossibile distinguere dove finisca l’uomo e inizi il mito.


Itaca, Sant’Atanasio – Scuola Omerica. Vista da nord della struttura a torre di epoca ellenistica ad Ano Andiros. copyright Chr. Marampea  Maραμπέα / Ministero della Cultura greco

Il paesaggio sacro

Manufatti, terrazze e sorgenti nel cuore dell’altura

Il sito si articola attorno a una formazione rocciosa imponente, lambita da sorgenti naturali. Le strutture principali si dispongono su due terrazze collegate da scale scolpite nella pietra. Nella terrazza superiore si eleva una torre ellenistica del III secolo a.C., mentre in quella inferiore emerge un edificio rettangolare di grandi dimensioni, probabilmente di funzione cultuale. Questo paesaggio modellato suggerisce fin da subito una destinazione sacra del complesso.


Vista dell’ala superiore della scala scolpita meridionale, da sud, copyright Chr. Marampea  Maραμπέα / Ministero della Cultura greco

Le tracce più antiche

Abitato sin dal Neolitico finale, frequentato per millenni

Le indagini hanno evidenziato una frequentazione risalente al Neolitico finale (fine del V-IV millennio a.C.), documentata da decine di utensili in selce e centinaia di frammenti ceramici. I reperti più significativi per l’età del Bronzo provengono invece da una trentina di recipienti risalenti alla tarda età micenea (XIV-XIII secolo a.C.), collegando la frequentazione del sito alla fase palaziale micenea dell’isola.


L’acqua come simbolo e risorsa

Una rara fonte sotterranea micenea come fulcro del culto

Vista della fontana sotterranea da nord-est. 
Crediti: Ch. Maραμπέα / Ministero della Cultura greco

Tra i ritrovamenti più sorprendenti vi è una fonte sotterranea racchiusa tra muri costruiti a filari sovrapposti di grandi blocchi, uno dei pochi esempi di questo tipo noti nel mondo miceneo. L’interno ha restituito frammenti ceramici tardo-micenei, suggerendo l’importanza simbolica e pratica dell’acqua nel culto e nella vita pubblica del sito. Il santuario, nel cuore di una rete di insediamenti micenei a nord-ovest dell’isola, aveva forse funzioni di controllo delle risorse idriche e dei porti.


Un culto che attraversa i secoli

Dalla fase ellenistica all’età romana, un continuo flusso di pellegrini

Il sito visse la sua massima fioritura tra il periodo ellenistico e i primi secoli dell’età romana (III sec. a.C. – II sec. d.C.). Gli archeologi hanno identificato oltre 100 monete provenienti da varie città, segno di un flusso continuo di visitatori e pellegrini. Si sono rinvenuti anche 34 frammenti di offerte votive in terracotta, decine di pesi da telaio, un piccolo tesoretto di gioielli in oro e numerosi oggetti in bronzo.

Selezione di frammenti ceramici di varie categorie del Neolitico
copyright Chr. Marampea


Le iscrizioni che rivelano

Il nome di Ulisse inciso nella pietra e nell’argilla

Particolarmente significativi sono i frammenti di tegole e ceramiche con iscrizioni in greco e latino, tra cui il nome di Odysseus in genitivo (ΟΔΥCCEOC) e forse in dativo (ΟΔΥCCEI), che potrebbe rimandare alla formula «a Ulisse». Due tegole riportano anche il nome di Apollo Aguieo, a conferma del carattere cultuale del complesso. Uno dei reperti più emblematici è un busto miniaturizzato in bronzo con le fattezze classiche dell’eroe, simili a quelle delle monete antiche di Itaca. Le comunità antiche onoravano i propri eroi o gli antenati eroici, legati a grande imprese o fondazioni. E divenivano oggetto di culto da parte dei propri discendenti o concittadini. Protettori della comunità che svolgevano, per generazioni, ancora, la funzione di buoni padri.


La conferma storica

Un luogo di culto pubblico citato in documenti ufficiali

Una tegola con il nome dell’eroe @  Maραμπέα / Ministero della Cultura greco

Il carattere sacro del sito trova conferma epigrafica e storica in un decreto del popolo itacense databile al 207 a.C., che menziona il santuario di Ulisse e le competizioni rituali denominate Odisea. La presenza del sito, nell’area itacense, era intuita sin dagli anni Trenta del Novecento, quando fu scoperta nella Grotta del Porto di Polis una maschera votiva con l’incisione ΕΥΧΗΝ ΟΔΥCCΕΙ («Grazie, Ulisse»). Oggi, con i nuovi ritrovamenti, il culto eroico appare strutturato, ufficiale e radicato nella comunità itacense per diversi secoli.


Una geografia della memoria

Luogo di culto, centro sociale, fulcro politico

L’insieme delle evidenze archeologiche e delle iscrizioni mostra che il santuario di Ulisse non era solo un luogo di devozione privata, ma un importante centro pubblico della vita religiosa e politica di Itaca. Gli edifici monumentali su terrazze, i passaggi scavati nella roccia, le fonti sacre e la monumentalità delle iscrizioni fanno del sito un autentico spazio di memoria e identità, probabilmente anche meta di pellegrinaggio per gli antichi.

Sarà presto trovato segno heroon di Ulisse?

La tomba dell’eroe greco onorata pubblicamente e spesso collocata in spazi centrali della polis si chiama heroon (in greco antico: ἡρῷον). Un heroon è un monumento funerario o sacro dedicato a un eroe semi-divino o a un personaggio mitico o storico ritenuto fondatore o benefattore della comunità. Questi santuari potevano sorgere su vere sepolture oppure essere costruiti ex novo come luoghi simbolici di culto civico. Spesso si trovavano in posizioni prominenti come l’agorà (piazza centrale) o vicino agli edifici pubblici, sottolineando il legame tra il culto dell’eroe e l’identità politica della città.

Esempi celebri

  • Atene: il celebre heroon di Teseo, che secondo la leggenda fu trasportato in città da Cimone nel V secolo a.C., fu eretto nell’agorà come simbolo dell’unità dell’Attica.
  • Eraclea, Amphipolis, Corinto: numerose città avevano heroa dedicati a fondatori leggendari o condottieri.

Funzione civica e cultuale

Queste tombe eroiche erano spesso al centro di riti pubblici, sacrifici e processioni, e contribuivano a costruire la memoria collettiva della polis. L’eroe, pur essendo morto, diventava così presenza viva, protettiva e legittimante per la comunità. In molti casi, le città greche andavano alla ricerca di ossa di eroi (come quelle di Orestes o Teseo) per impiantarle simbolicamente nella città, rafforzando il loro prestigio.

L’heroon è dunque un punto d’incontro tra religione, mito, politica e archeologia.



Fonti e riferimenti

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa