Archeologia. Svelate le nuove incredibili scoperte nella Villa dei Misteri di Pompei: ecco cosa è riemerso dal buio. L’annuncio ufficiale è arrivato pochi minuti fa

Scavi tra misteri e memorie

Pompei, riemerge l’ingresso originario della Villa dei Misteri: nuovi scavi nel settore nord completano l’opera di Maiuri

C’era ancora un angolo di ombra, nella villa più famosa di Pompei. Un tratto rimasto inaccessibile per oltre un secolo, nascosto sotto una costruzione abusiva. Oggi, grazie a un protocollo tra il Parco Archeologico e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, quel velo è stato sollevato: si torna a scavare nella Villa dei Misteri. E affiorano strutture murarie intatte, affreschi in III stile, un ingresso monumentale affacciato sulla via Superior, ambienti servili, resti lignei, un complesso sistema idraulico con pozzi, cisterne e canali, e le tracce ancora leggibili delle antiche attività agricole. Un intero mondo che la cenere aveva fermato, ma non cancellato.

L’intera scoperta viene raccontata nel dettaglio in fondo all’articolo 👇

Una casa abusiva sopra l’antico

Un’occupazione illegittima bloccava da un secolo gli scavi

La parte nord-occidentale della villa non era mai stata indagata a fondo: quando Amedeo Maiuri la riportò alla luce tra il 1929 e il 1930, poté fermarsi solo dove una casa moderna sbarrava il passo. In seguito, quell’edificio è stato ampliato illegalmente, trasformandosi in una grave ferita al paesaggio tutelato. Solo nel 2023, grazie a un’intesa tra il Parco e la Procura, si è giunti alla demolizione dell’abuso.

Indagini e cunicoli

I tunnel dei tombaroli aprono la strada agli archeologi

Proprio da quella casa, infatti, si dipanava una rete di cunicoli clandestini che, scavando nel buio, cercavano tesori all’interno della Villa dei Misteri. Il sopralluogo ha permesso di documentare i danni e pianificare uno scavo sistematico, che oggi prosegue con un duplice obiettivo: portare alla luce la parte mancante del complesso e contribuire alle indagini giudiziarie contro il traffico illecito di reperti.

Riemerge l’ingresso monumentale

Scoperta la via Superior e il quartiere servile del piano superiore

I lavori stanno riportando in luce l’antico ingresso della villa, preceduto dalla via Superior, il tratto stradale che correva lungo la facciata e alcuni dipinti. Dalla terra affiorano anche ambienti del piano superiore del quartiere servile, apparentemente risparmiati dai predoni, e una cisterna rettangolare con volta a botte posta a lato della via.

Una nuova fase del progetto

La sinergia istituzionale spiana la strada a nuove scoperte

Model

Stamattina il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, e il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, hanno incontrato la stampa per illustrare le novità emerse dal cantiere di scavo nel settore nord della Villa dei Misteri, avviato dopo l’abbattimento – reso possibile da un accordo con la Procura – dell’edificio abusivo che sovrastava l’area.

«Stiamo continuando il lavoro iniziato da Maiuri – ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – per completare lo scavo e aiutare la Procura nel suo lavoro investigativo. I dati che emergono sono promettenti». Il Procuratore Nunzio Fragliasso ha sottolineato come questa azione rientri in un progetto più ampio contro l’abusivismo edilizio e il saccheggio del patrimonio: solo recentemente, grazie ai fondi del Parco, è stato abbattuto anche un ristorante abusivo antistante la villa.

Il cantiere aperto sul passato

Una villa ancora da raccontare, tra culto e quotidianità

La Villa dei Misteri è celebre per il suo straordinario fregio dionisiaco, una megalografia che ha dato nome e fama al sito. Ma ora, lo scavo del settore nord promette di riscrivere – o almeno completare – la storia di uno dei complessi residenziali più affascinanti del mondo romano. Si aprono così nuove domande: come si articolava l’accesso? Qual era la vita degli schiavi che vi abitavano? E quali altri affreschi, oggetti, spazi ancora attendono sotto la cenere?


La scoperta nel dettaglio

Una villa tra legalità, paesaggio e sostenibilità

Il cantiere della Villa dei Misteri come laboratorio di archeologia circolare e rigenerazione del territorio

Nel cuore di Pompei, la Villa dei Misteri diventa oggi il simbolo di una nuova stagione dell’archeologia, in cui la tutela del patrimonio non si limita allo scavo, ma si allarga al paesaggio, alla legalità e alla sostenibilità. È quanto emerge dal recente E-journal pubblicato dal Parco Archeologico di Pompei, che illustra in dettaglio le ricerche condotte nel settore nord della villa, restituendo non solo reperti ma visioni integrate di futuro.

Lo scavo della legalità

Un’azione condivisa per fermare gli scavi clandestini e gli abusi edilizi

Lo studio sottolinea che il progetto non è solo archeologico, ma anche civico. L’intervento è stato reso possibile dall’accordo tra Parco e Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che ha permesso di acquisire e demolire una costruzione abusiva sovrastante la villa. Le indagini hanno rivelato che gli stessi abitanti della casa avevano condotto scavi clandestini: un tunnel si dirigeva esattamente verso la porzione non indagata della villa. Il direttore Gabriel Zuchtriegel, testimone di quel momento, ricorda l’emozione di scorgere alla luce di una torcia il muro perimetrale sepolto per un secolo. Oggi lo scavo ha un valore doppio: conoscitivo e simbolico, un affondo nella storia e nella giustizia.

L’archeologia circolare

Dal patrimonio isolato a nodo di reti ambientali e sociali

I nuovi scavi si inseriscono nella cornice teorica dell’archeologia circolare, presentata a Paestum nel 2019 e oggi applicata sul campo. L’approccio mira a restituire al patrimonio il suo valore funzionale e relazionale: la villa non è più solo un sito da conservare, ma un fulcro di rigenerazione culturale, paesaggistica e comunitaria. La strategia prevede la creazione di percorsi di mobilità lenta, il recupero dell’antica “Passeggiata archeologica”, la connessione con l’Ager Pompeianus, il territorio agricolo che alimentava Pompei. La villa diventa così punto d’incontro tra città e campagna, antico e moderno, memoria e progetto.

Il sistema idrico nascosto

Pozzi, cisterne e canalette: l’ingegneria del quotidiano torna alla luce

Tra le scoperte più rilevanti dello scavo c’è un articolato sistema idraulico che comprende una grande cisterna con volta a botte, un pozzo con pedarole, una vasca di raccolta e canali di adduzione. I condotti, in parte realizzati in muratura e in parte scavati nel terreno, erano dotati di dispositivi per la deviazione temporanea del flusso d’acqua e la manutenzione. È stata rinvenuta anche una fistula di piombo, ormai defunzionalizzata al momento dell’eruzione del 79 d.C., segno di una gestione avanzata delle risorse idriche. Il complesso idrico serviva verosimilmente il quartiere servile e gli ambienti termali della villa, evidenziando una profonda attenzione all’efficienza e al controllo.

I livelli dell’eruzione, i segni del tempo

Pomici, ceneri e tracce di coltivazioni: l’eruzione ricostruita strato dopo strato

Lo studio stratigrafico dei depositi vulcanici ha restituito una sequenza dettagliata degli eventi dell’eruzione vesuviana del 79 d.C., con il collasso della caldera e il susseguirsi di cadute di pomici, flussi piroclastici e lapilli accrezionali. In alcune zone è stato identificato anche un paleosuolo agricolo preparato “a conchette”, utile alla regimentazione delle acque: la terra era pronta per essere coltivata, ma il Vesuvio ne ha cristallizzato il potenziale. In un altro settore, sono stati rinvenuti calchi lignei – tra cui un architrave e una tavola – testimonianze straordinarie delle strutture originarie.

Decorazioni e ambienti riemersi

Affreschi di III stile e nuove finestre sulla via Superior

Le operazioni di scavo hanno infine portato alla luce parti del piano superiore del quartiere servile, alcuni ambienti decorati da affreschi in III stile pompeiano, e l’ingresso monumentale della villa, con le finestre affacciate sulla via Superior. Gli affreschi mostrano motivi vegetali su fondo nero, raffinati giochi geometrici e cromatici, e conservano ancora le impronte delle assi lignee dei parapetti. L’archeologia si fa qui anche studio della luce e dello sguardo: quegli ambienti, affacciandosi sulla strada, connettevano la vita interna della villa con il mondo esterno.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa