Raccolte in volume le lettere degli artisti che per mezzo secolo ebbero nello storico il punto di riferimento e l’ideale stimolo di dibattiti e passioni
L’artista ha esplorato gli azzurri benacensi e la dolcezza dei paesaggi morenici alla ricerca di un’impressionista gioia di vivere immersa nei valori della luce e del colore
Nel contesto della Biennale, la Fondazione Querini Stampalia ospita una mostra di quaranta opere di Omar Galliani, che perpetuano la tradizione del grande disegno italiano rinnovandola nella sintesi con la simbologia millenaria della cultura cinese
Un ciclo di affreschi duecentesco riportato alla luce a Roma, riunisce virtuosismo narrativo e superba vitalità cromatica: l’iconografia racchiude una sorta di summa del sapere con una completa gamma di soluzioni figurative, fra allegoria e realismo. E si riapre la disputa fra primato fiorentino e primato capitolino nel rinnovamento della lingua pittorica italiana
Caravaggio dipinse il proprio giovanissimo amante come la divinità del sesso in grado di vincere ogni cosa. Ciò destò grande scandalo. E fu per il violento odio reciproco, alimentato da una calunniosa poesia caravaggesca, che Baglione gli rispose con un quadro che celebra l’amore divino e che assegna al pittore lombardo le fattezze del demonio
Materia, consistenza. La variabilità, le mille sfaccettature delle cose, sia che le si sottoponga all’esame dello sguardo, trattandole quindi quali involucri esterni, sia che ci si avventuri nell’indagine dell’essenza più intima e molecolare.
Il pittore bresciano affronta con sapienza e rigore intellettuale i misteri della bellezza, della natura e del tempo, dell’umano e del divino. Successo per la recente antologica cittadina ai SS. Filippo e Giacomo
Si chiamava Francesco Prata era nato sessant’anni prima del grande maestro
proprio a Caravaggio. Certi tagli di luce sembrano precedere straordinariamente l’opera del genio lombardo. Una serie di inizi convergenti tra Brescia e Bergamo
Influenzato all’origine dal Minimalismo e dall’Arte Povera, Nakis Panayotidis, dopo una fase segnata da rigore concettuale e implacabile reiterazione di forme archetipiche, ha trovato nuovo slancio nel racconto di architetture filtrate dalla memoria formulato mediante l’impiego simbiotico di fotografia e pittura
Una ricca monografia restituisce appieno la figura del pittore, attivo nel panorama dell’arte bresciana a cavallo fra Otto
e Novecento. Fine paesaggista, seppe cogliere lo spirito di rinnovamento che portò ad un linguaggio più sciolto e vibrante, nel segno della modernità