Caravaggio 2025 a Palazzo Barberini: 24 capolavori per un viaggio straordinario nel genio del Merisi. Curiosità e dettagli unici. Scoprili nell’articolo.

ROMA – Dal 7 marzo al 6 luglio 2025, Roma si prepara a ospitare un evento imperdibile per gli amanti dell’arte: Caravaggio 2025, la mostra-evento che le Gallerie Nazionali di Arte Antica dedicano al genio ribelle di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio. Curata da Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, questa esposizione porta a Palazzo Barberini 24 capolavori del pittore lombardo, riuniti per la prima volta in un progetto ambizioso che celebra il Giubileo 2025. Preparatevi a un viaggio unico tra opere iconiche, riscoperte sensazionali e dipinti che tornano in Italia dopo secoli, in un luogo che respira la storia del rapporto tra Caravaggio e i suoi potenti mecenati.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio
Cena in Emmaus
1606
Olio su tela, cm 141 x 175
Pinacoteca di Brera, Milano
Provenienza: collezione di Costanzo Patrizi

Il dipinto rappresenta il celebre episodio della Cena in Emmaus, narrato nel Vangelo di Luca. Acquistata dal marchese Patrizi, la tela venne eseguita da Caravaggio verosimilmente durante la sua permanenza nei feudi laziali dei Colonna, dove, nel 1606, si era rifugiato a seguito dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, e collocato sul mercato artistico romano dal banchiere Ottavio Costa. Un quadro del medesimo soggetto, sebbene con un’iconografia differente, era già stato realizzato dal pittore tra il 1601 e il 1602 per il nobile romano Ciriaco Mattei ed è oggi conservato presso la National Gallery di Londra

Un Caravaggio mai visto: tra riscoperte e rarità

Immaginate di trovarvi faccia a faccia con l’Ecce Homo, un dipinto riscoperto a Madrid nel 2021 e assente dall’Italia da oltre 400 anni. O di ammirare il Ritratto di Maffeo Barberini, svelato al pubblico solo di recente dopo essere stato “nascosto” per decenni, un’opera che porta con sé il mistero del naturalismo caravaggesco. E ancora, la prima versione della Conversione di Saulo, custodita in una collezione privata e raramente visibile, che ci mostra il Merisi alle prese con una sperimentazione audace su una preziosa tavola di cipresso.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio
Ritratto di Maffeo Barberini
1598 c.
Olio su tela, cm 124×90
Collezione privata

Questo straordinario dipinto, pubblicato per la prima volta da Longhi nel 1963, è uno dei pochi ritratti pervenuti eseguiti da Caravaggio. L’effigiato è Maffeo Barberini, importante prelato della curia romana che diverrà papa nel 1623 con il nome di Urbano VIII: nella mano sinistra egli stringe una pergamena, probabilmente quella che decreta la sua nomina a Chierico di Camera Apostolica nel 1598, mentre con il braccio destro «sospeso e rotante» (Longhi) indica qualcosa fuori dalla tela, invadendo lo spazio dello spettatore. Il quadro, mai esposto al pubblico prima d’ora, rappresenta uno degli esempi più alti della coeva ritrattistica europea

Non è tutto: la mostra riunisce capolavori celebri come i Bari, i Musici e la Santa Caterina d’Alessandria, che tornano a “casa” a Palazzo Barberini, dove un tempo furono acquistati da Antonio Barberini. Accanto a questi, opere della collezione permanente delle Gallerie, come Giuditta e Oloferne e il Narciso, si intrecciano con dipinti provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, offrendo un dialogo unico tra il Caravaggio che tutti conosciamo e quello che ancora sorprende.

Un percorso in quattro atti: la vita e l’arte del Merisi

Il viaggio espositivo si snoda in quattro sezioni che ripercorrono la parabola artistica e umana di Caravaggio, dal suo arrivo a Roma nel 1595 fino alla tragica morte a Porto Ercole nel 1610.

  • Debutto romano: qui scopriamo un Caravaggio giovane e squattrinato, che dipinge fiori e frutti per il Cavalier d’Arpino prima di trovare la sua strada grazie a incontri fortunati, come quello con il cardinale Francesco Maria del Monte. Opere come il Bacchino malato e i Musici ci raccontano una “pittura comica” ancora lontana dai drammatici chiaroscuri della maturità.
  • Ingagliardire gli oscuri: il titolo richiama la capacità del Merisi di dare dignità ai “comuni mortali”. Tra i gioielli di questa sezione, due versioni del Ritratto di Maffeo Barberini e la splendida Santa Caterina, che segna l’inizio del suo stile rivoluzionario.
  • Il dramma sacro tra Roma e Napoli: dopo il successo delle tele per San Luigi dei Francesi, Caravaggio si dedica ai temi religiosi con opere come l’Ecce Homo e la Flagellazione, dipinte in fuga dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni.
  • Finale di partita: gli ultimi anni, tra Malta, la Sicilia e Napoli, sono segnati da un desiderio di redenzione e da capolavori come il Martirio di Sant’Orsola, realizzato poco prima della sua morte misteriosa.
Michelangelo Merisi detto Caravaggio
Conversione di san Paolo
1600-1601
Olio su tavola, cm 237 x 189
Collezione Odescalchi, Roma
Provenienza: 1644, collezione di Giacomo Sannesio

Nell’autunno del 1600 Caravaggio ricevette da Tiberio Cerasi l’incarico di dipingere due quadri, la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo, per la sua cappella in Santa Maria del Popolo. Quando il maestro lombardo ottenne la commissione, la cappella non era ancora stata costruita, e dunque non era possibile sapere come sarebbe stato lo spazio al suo interno: la prima versione dei due episodi sacri che Caravaggio realizzò su preziose tavole di pioppo, infatti, si rivelò inadatta alla struttura stretta e angusta della cappella, e il pittore decise di eseguire nuovamente entrambi gli episodi, che ammiriamo tutt’oggi nella chiesa. Della prima redazione purtroppo la Crocifissione di san Pietro è andata perduta, mentre fortunatamente si è conservata la meravigliosa Conversione di san Paolo, qui esposta, che fu immediatamente acquistata dalla famiglia Sannesio, restando così nel circuito delle collezioni private.



Curiosità da non perdere

Sapevate che Caravaggio usava modelle come Fillide Melandroni, una celebre cortigiana, per dipingere sante e martiri? O che il Giove, Nettuno e Plutone, unico affresco del Merisi, sarà eccezionalmente visitabile al Casino dell’Aurora durante la mostra? Quest’opera, commissionata dal cardinale del Monte per il suo laboratorio alchemico, è un’allegoria che unisce arte e scienza in un modo che solo Caravaggio poteva concepire.

Perché visitare Caravaggio 2025?

Non è solo una mostra, ma un’esperienza che ci immerge nella rivoluzione di un artista che ha cambiato per sempre l’arte. La luce drammatica, i volti reali dei popolani trasformati in santi, la cruda bellezza della vita: tutto questo prende forma a Palazzo Barberini, in un evento che celebra il genio e l’umanità di Caravaggio. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo e la collaborazione della Galleria Borghese, Caravaggio 2025 è un’occasione irripetibile per vedere riuniti 24 dipinti che hanno fatto la storia.

Dove e quando:
Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, Via delle Quattro Fontane 13, Roma
7 marzo – 6 luglio 2025
Info: barberinicorsini.org

Non perdete l’appuntamento con il maestro del chiaroscuro: Caravaggio vi aspetta per raccontarvi la sua storia, pennellata dopo pennellata.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa