Cosa accadeva nel cuore della Britannia romana? I nuovi scavi nel sito termale di Carlisle svelano un passato sussurrato tra rituali, amore, potere e vendetta

Un ritrovamento avvolto nel mistero
Sei piccoli rotoli di piombo, trovati nelle ultime ore, rilanciano l’enigma di un sito romano dalle forti connotazioni femminili e magico-religiose
Un ritrovamento che parla di misteri e desideri
Sei piccoli cilindri di piombo, ritrovati nelle ultime ore, gettano nuova luce su un edificio romano profondamente connesso al mondo femminile e al sacro privato
Nell’odierna cittadina di Carlisle, nella contea inglese della Cumbria al confine con la Scozia, un tempo sorgeva Luguvalium, avamposto militare romano lungo il Vallo di Adriano. Qui, in un contesto urbano oggetto di nuove indagini archeologiche, l’archeologa Clare Lawson – coinvolta nel progetto The Diggers: Archaeology in Carlisle – ha individuato sei minuscoli rotoli di piombo arrotolati con precisione, riconducibili alle cosiddette defixiones: tavolette votive o maledizioni incise in metallo, collegate a pratiche rituali e richieste al mondo degli dèi inferi o dei morti. Gli scavi sono condotti sotto la direzione del professor Giecco.
L’antica Luguvalium, la città del dio Lug
Crocevia militare e snodo civile sul confine del mondo romano
Fondata come presidio della XX Legione attorno al I secolo d.C., Luguvalium si sviluppò in breve tempo come importante centro amministrativo e religioso, dotato di foro, templi, impianti termali e abitazioni civili. Il nome richiama la figura celtica di Lug, divinità della luce e dell’ingegno, accolta nel pantheon romano con intento sincretico. Durante il regno di Settimio Severo – presente in Britannia tra il 208 e il 211 d.C. – la città conobbe una stagione di espansione, che probabilmente portò all’ampliamento delle strutture pubbliche e termali. Non è un caso che il termine “Lugum” rievochi anche il latino “Lucus”, la radura sacra e luminosa presso i boschi, da cui derivano anche toponimi italiani come Lugo, Lucania, Lugana.
Il grande edificio romano e il mondo femminile che riaffiora dalla terra
Un centro termale, un punto di incontro, un annesso santuario?
Il sito attualmente in scavo è dominato da un grande edificio in pietra, già parzialmente indagato, dove si riconoscono ambienti legati a funzioni termali: pavimenti riscaldati (hypocausta), canalizzazioni, sale per bagni caldi e freddi. In più punti si notano piastrelle con il monogramma “IMP”, a conferma dell’origine imperiale dei materiali da costruzione. Queste strutture erano frequentate non solo da soldati ma anche da donne e civili, in particolare nei giorni riservati ai bagni femminili o in spazi separati. Proprio gli ultimi scavi stanno facendo emergere una marcata presenza di oggetti legati alla sfera femminile: forcine in bronzo e osso – una bellissima forcina è stata trovata da Jane Openshaw, una piccola statua della dea Venere (forse parte di un larario domestico o di una nicchia votiva), e ceramiche da mensa decorate con scene amorose e mitologiche a soggetto femminile. Ricordiamo che, negli scarichi delle terme, sono stati trovati numerosi sigilli incisi tra i quali immagini che rinviano al mondo della devozione femminile. Quindi siamo in un punto esterno al forte o a insediamenti militari, nello spazio di ritrovo di una cittadina forse voluta dallo stesso imperatore Settimio Severo, che avrebbe offerto – come lascerebbero intendere alcuni materiali, tra i quali mattonelle con il monogramma imperiale – uno splendido edificio pubblico di ricreazione e socializzazione, nel quale avevano posto anche le terme.
I rotoli di piombo della maledizione: testimonianze di magia privata e desideri segreti
Cosa chiedevano le mani che hanno arrotolato quei fogli di metallo?

I sei rotoli di piombo sono stati rinvenuti nello stesso deposito archeologico, forse collocati intenzionalmente in un’intercapedine o sepolti per ragioni rituali. La loro tipologia corrisponde a quella delle defixiones, diffusissime nell’Occidente romano. La loro apertura avverrà tramite micro-TAC per preservare la struttura del metallo. Tradizionalmente, questi fogli venivano incisi con punte metalliche e riportavano nomi di persone da colpire, invocazioni a divinità ctonie, oppure richieste di punizione o vendetta. Dopo l’incisione, le lamine venivano piegate e nascoste o affidate a un luogo sacro. Se anche questi esemplari confermassero tale uso, è possibile che vi si trovino:
- invocazioni a divinità sotterranee come Ecate o Plutone
- nomi di uomini o donne “maledetti”
- motivazioni affettive: gelosie, tradimenti, desideri amorosi o vendette intime
Secondo gli studiosi coinvolti nel progetto, la collocazione dei rotoli in un contesto ricco di oggetti femminili suggerisce che si tratti di pratiche connesse alla sfera amorosa. Anche nella città romana di Bath (Aquae Sulis) erano state rinvenute defixiones in ambienti termali, con richieste di punizione verso amanti infedeli o preghiere per ottenere attenzioni non corrisposte.
Un luogo di magia privata e di potere femminile?
Tra profumo di unguenti, vapori d’acqua e desideri sussurrati agli dèi
La natura dell’edificio, la coesistenza di spazi pubblici e semi-sacri, l’uso dell’acqua come elemento purificatore e comunicativo, e l’emergere di questi nuovi oggetti rituali, spingono a ipotizzare che questo luogo potesse ospitare anche funzioni magico-religiose. Forse, in certe ore del giorno, dietro a colonne fumose e mosaici luccicanti, si officiavano piccoli riti, discreti ma carichi di significato, condotti da donne per le donne, o da uomini spinti da passioni implacabili.
Non si può escludere, inoltre, che l’edificio includesse un piccolo sacrarium o tempietto dedicato a Venere, come accadeva in altri stabilimenti romani, dove si invocava la dea non solo come figura amorosa, ma anche come protettrice delle unioni legittime e della fecondità.
Conclusione sospesa: il cuore nascosto di Luguvalium
Scavi, rotoli, nomi da svelare e un mondo di sguardi che si incrociavano nel vapore
L’indagine è in pieno corso. Nelle prossime settimane la lettura dei rotoli potrà fornire nomi, motivazioni, forme di desiderio, di rancore o di speranza. Dietro quei pezzetti di metallo, si nasconde una voce umana, un’emozione concreta, pronunciata tra le pietre calde di una stanza termale. E chissà, forse proprio qui, a Luguvalium, tra piastrelle imperiali, acque calde e statue di Venere, si svolgeva un culto privato fatto di sussurri, attese e piccoli incantesimi d’amore.