Il regista premio Oscar torna al Lido con Toni Servillo e un’opera già attesissima: «Un film destinato a lasciare il segno»
La Biennale di Venezia ha annunciato che sarà La Grazia, il nuovo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino, ad aprire in anteprima mondiale l’82ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2025). L’opera verrà proiettata in concorso mercoledì 27 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido.
Sorrentino torna così alla Mostra con un’opera definita «originale e potentemente attuale» dal direttore artistico Alberto Barbera, che ha sottolineato il legame ormai consolidato tra il regista e il festival lagunare. Un rapporto iniziato nel 2001 con L’uomo in più e culminato, tra gli altri, nel Leone d’Argento per È stata la mano di Dio nel 2021.
Protagonista de La Grazia è ancora una volta Toni Servillo, accompagnato da Anna Ferzetti. Il film è prodotto da The Apartment (Fremantle), Numero 10 e PiperFilm, che curerà anche la distribuzione italiana. A livello internazionale, i diritti sono gestiti da MUBI (esclusa l’Italia) e The Match Factory per le vendite estere.
Barbera ha descritto l’opera come «destinata a lasciare il segno» e ha aggiunto: «Il pubblico della Mostra avrà il piacere di scoprire un film dalla grande originalità e dal forte impatto sul presente».
Il ritorno del maestro dello sguardo sull’anima italiana
Paolo Sorrentino e il peso della grazia nella società contemporanea
Dopo aver esplorato con La grande bellezza la decadenza e la ricerca del senso in una Roma rarefatta, Sorrentino torna a interrogarsi sul rapporto tra spiritualità, identità e desiderio di salvezza. Il titolo stesso, La Grazia, richiama un concetto cardine della cultura cristiana e filosofica occidentale, che il regista partenopeo sembra voler declinare in chiave moderna e laica.
La presenza di Servillo lascia immaginare un nuovo ritratto umano profondo, forse malinconico, sicuramente ironico e lucido. Dopo la riflessione autobiografica de È stata la mano di Dio e l’immersione nel mito napoletano di Parthenope (Cannes 2024), Sorrentino potrebbe ora proporre un’opera che intreccia fede, perdono e inquietudine contemporanea.
Un regista simbolo del cinema d’autore italiano
Dai successi internazionali al ritorno alle origini
Nato a Napoli nel 1970, Paolo Sorrentino è tra i pochi registi italiani ad aver conquistato un Premio Oscar®, un Golden Globe e un BAFTA con La grande bellezza. Con Servillo ha costruito una delle collaborazioni più fertili del cinema europeo, dando vita a personaggi emblematici come Jep Gambardella (La grande bellezza) o Giulio Andreotti (Il divo). La sua cifra stilistica – fatta di movimenti di macchina eleganti, dialoghi taglienti e una potente estetica visiva – è ormai riconoscibile e influente a livello globale.
Dopo esperienze anche nella serialità di alto livello, con The Young Pope e The New Pope, e successi come Youth e This Must Be the Place, Sorrentino sembra pronto a proporre una nuova riflessione esistenziale, questa volta centrata sul concetto di “grazia”.
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Per comprendere le radici poetiche e simboliche del cinema di Paolo Sorrentino – e in particolare il significato profondo di La grande bellezza, film spartiacque nella sua carriera – ti consigliamo di leggere l’approfondimento pubblicato da Stile Arte:
👉 Cosa significa La grande bellezza di Paolo Sorrentino