Durante una camminata trova tra le rocce oggetto prezioso antico. Si accende il dibattito. Cos’era. Dov’era attaccato? In che epoca fu realizzato? A cosa serviva? Rispondono gli esperti

Ritrovato tra le rocce di Sussex un sigillo con volto maschile: è dibattito tra gli appassionati. Classico romano o neoclassico ottocentesco?
Un cercatore britannico scopre un oggetto scolpito e lancia un’accesa discussione. Intanto realizza un calco artigianale per studiarlo meglio. Noi lo analizziamo per voi, con rigore e passione, tra storia, gusto e identità culturale


Il volto emerge dalle pietre

Scoperta sulla spiaggia del Sussex: un cammeo con busto maschile accende la fantasia e il dibattito

C’è qualcosa di magico e universale nell’immagine di un volto antico che riemerge dal suolo, come un messaggero silenzioso da un’altra epoca. Questa suggestione si è materializzata tra le rocce affioranti della costa sud inglese, dove un appassionato cercatore ha rinvenuto un piccolo sigillo o cammeo con montatura metallica e intaglio rosso, scolpito con un busto maschile severo, calvo, glabro, con occhi infossati e tratti virili. Un’immagine potente, archetipica, che ha immediatamente fatto nascere un acceso confronto tra appassionati: si tratta di un originale antico o di un raffinato oggetto neoclassico?


Il sigillo: dimensioni, materiali, iconografia

Un volto maschile su intaglio di corniola o pasta vitrea. Il busto classico e lo stile austero

L’oggetto misura meno di due centimetri, come si evince dal confronto con il righello fotografato accanto al reperto. La pietra, probabilmente corniola o vetro smaltato imitativo, è incastonata in una montatura metallica che suggerisce un uso come sigillo pendente, forse parte di un “fob seal”: un tipo di ciondolo-sigillo ampiamente diffuso tra il XVIII e il XIX secolo.

Il volto raffigurato, scolpito in rilievo negativo per la funzione di impressione su cera o argilla, presenta le caratteristiche stilistiche tipiche della ritrattistica romana: fronte ampia, occhi larghi, bocca serrata, testa rasata, collo muscoloso. Tuttavia, proprio la perfetta simmetria e la qualità di esecuzione – unite alla scelta della posa e all’inquadramento bustale – richiamano con forza l’estetica neoclassica ottocentesca, che riprendeva deliberatamente modelli antichi.


Il calco in gesso: uno studio artigianale

Il cercatore realizza un’impronta per leggere meglio il volto: un gesto di studio e di amore

In assenza di sofisticati strumenti museali, il cercatore ha voluto compiere un gesto antico quanto la storia del collezionismo: la creazione di un calco in negativo, tramite un impasto modellante, forse gesso sintetico o silicone. Questa scelta, visibile nella foto allegata, ha permesso di ottenere un’impressione più leggibile e contrastata del rilievo. L’immagine che ne deriva è sorprendente: i tratti si fanno netti, scolpiti nella luce grigia del calco, restituendo con chiarezza l’intento ritrattistico.


Il dibattito: classico o neoclassico?

Gli utenti si dividono: alcuni parlano di sigillo romano, altri di imitazione vittoriana. La parola agli esperti

A seguito della pubblicazione delle immagini su un forum di appassionati di ritrovamenti storici, si è acceso un vivace confronto. C’è chi ha evocato un sigillo romano imperiale, per la severità del volto e l’uso della corniola, pietra amata nei cammei tardo-repubblicani. Altri hanno richiamato il mondo del Grand Tour e della riproduzione antiquaria, ben rappresentata da botteghe inglesi, francesi e italiane attive tra il 1750 e il 1850.

La svolta è arrivata con la consultazione della FLO (Finds Liaison Officer, figura ufficiale del Portable Antiquities Scheme inglese), che ha attribuito l’oggetto a un fob seal georgiano o vittoriano, confermando l’ipotesi neoclassica.


Fob seal: il ciondolo con sigillo dell’élite

Oggetto di moda tra Sette e Ottocento, amato da gentiluomini e collezionisti

I “fob seals” erano sigilli personali montati su ciondoli girevoli, spesso appesi a catene da orologio da tasca, in voga tra XVIII e XIX secolo, soprattutto in Inghilterra. Fungevano da segno di status e venivano spesso intagliati con motti, stemmi di famiglia o busti ispirati all’antichità. Alcuni erano veri e propri oggetti di lusso, realizzati in pietre dure e incisi da maestri lapidari.

Il busto ritratto in questo esemplare si allinea perfettamente a questa tipologia: l’idealizzazione del volto, la simmetria e la sobrietà lo rendono affine all’arte del tempo georgiano, quando il neoclassicismo era la lingua visiva della nobiltà colta e cosmopolita.


Perché è quasi certamente neoclassico

Analisi stilistica e contesto di ritrovamento: un oggetto ottocentesco ispirato al mondo romano

Al di là del dibattito appassionato, diversi elementi suggeriscono con forza l’origine neoclassica dell’oggetto:

  • Stile e simmetria: la composizione riflette i canoni neoclassici più che quelli della ritrattistica romana imperiale, spesso più espressiva e meno idealizzata.
  • Materiali e tecnica: il taglio regolare della pietra e la montatura metallica suggeriscono una produzione moderna.
  • Contesto di rinvenimento: la costa meridionale del Sussex, frequentata in età vittoriana per le vacanze marine, è una zona compatibile con oggetti perduti nel XIX secolo.

L’anima del collezionismo: studio, cura, emozione

Il gesto del cercatore e la bellezza silenziosa di un volto antico. Anche se “solo” ottocentesco

Che si tratti di un’autentica gemma romana o di una sofisticata imitazione ottocentesca, questo piccolo sigillo incarna perfettamente lo spirito del collezionismo storico: la meraviglia del ritrovamento, il desiderio di comprensione, la cura nel conservare e nel ricostruire le storie degli oggetti. Il volto inciso nel sigillo, con la sua austerità e forza silenziosa, parla comunque al nostro immaginario. E ci restituisce, intatto, il profumo del passato.


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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa