Emozione. Scopriamo una tomba del X secolo. Si scava nel mistero. Uno scrigno sontuoso. Famiglia regale?


Si sale lungo i rilievi dolci che separano Lisbjerg dalla costa. La città di Aarhus, cuore culturale della Danimarca centro-orientale, resta poco più a sud, immersa nel verde d’inizio estate. Il paesaggio, ancora oggi punteggiato di fattorie, si apre in un campo coltivato. Qui, a meno di un chilometro dalla località dove sorgeva una delle grandi fattorie nobili del X secolo, si affronta lo scavo.

Trenta tombe affiorano alla luce. L’orientamento è chiaro, quanto i segnali strutturali: epoca vichinga, pieno X secolo. Le sepolture sono tutte pagane. Si distinguono immediatamente per forma, dimensioni, corredi. Alcune appaiono modeste, ma altre sorprendono. Collane, ceramiche, armi, spille e monete tracciano la gerarchia dell’aldilà.

Poi si scopre lei. Una tomba diversa. Una tomba che non è solo una tomba, ma una rivelazione.


Una sepoltura aristocratica

Oggetti preziosi, forme rituali, linguaggio del potere

Al centro del cimitero spicca una bara monumentale, ancora custodita nel suo letto di terra. I tecnici non osano toccarla direttamente. Si decide per un taglio del terreno e per il recupero dell’intero blocco, affinché nulla possa andare perduto. L’intero blocco viene prelevato, sollevato, trasportato in laboratorio. Si sospetta che dentro vi sia un corredo fuori dal comune. E le prime radiografie lo confermano.

La bara nasconde uno scrigno di legno decorato con guarnizioni metalliche. Misura 32 centimetri per lato. Ha una serratura elaborata. I bordi sembrano placcati in argento. Niente di simile era mai stato rinvenuto in questa zona negli ultimi decenni.

Lo scrigno, probabilmente appartenuto a una donna di altissimo rango, contiene una perla in filigrana d’argento, un ago, una spilla, un nastro con filo d’oro, un paio di forbici lunghe 14 centimetri. Oggetti della vita quotidiana, certo, ma trasfigurati in segni del prestigio. Una cassetta di questo tipo, contenente il necessaire per piccole urgenze di cucito, era appannaggio delle donne delle classi più elevate. Lo scrigno era destinato a contenere forbici preziose che potevano essere utilizzate anche per la bellezza. Lo scrigno, in sé, era contenitore e contenuto della femminilità aristocratica. Quindi assumeva pure una connotazione simbolica.

“Il sito di sepoltura è molto probabilmente associato alla fattoria del nobile di Lisbjerg, risalente all’epoca vichinga, che si trova a meno di un chilometro dal sito di sepoltura. Gli oggetti che abbiamo trovato nelle tombe ci indicano che le persone sepolte appartengono a un ceto elevato: potrebbe trattarsi della famiglia allargata della fattoria stessa”,
afferma Mads Ravn, responsabile del patrimonio culturale presso il Museo di Moesgaard.


Uno scrigno che evoca Bamberga

Il legame sorprendente con il tesoro imperiale di Cunegonda

Si confrontano le immagini, si tracciano linee parallele, si evocano memorie. E si riconosce una forma: quella dello Scrigno di Bamberga, uno dei manufatti più raffinati dello stile vichingo Mammen. Realizzato in quercia, ornato con accessori in rame dorato, lo scrigno conservato nella cattedrale tedesca è stato venerato per secoli come reliquiario della santa imperatrice Cunegonda, moglie di Enrico II.

Eppure, le sue origini rimandano alla Danimarca. Gli archeologi lo sospettano da tempo. Ora, a Lisbjerg, la nuova scoperta sembra confermare una linea artigianale comune, forse anche lo stesso laboratorio. Non è la prima volta. Già nel 2004, a Haldum – appena otto miglia da qui – erano stati trovati accessori identici per uno scrigno simile.


Una necropoli di aristocrazie vichinghe

Dove si fondono le radici pagane e l’ombra del trono

Si analizzano i corredi. Molti includono spille di bronzo, monete, oggetti in ferro, perline vitree, frammenti di stoffa con fili metallici. Tutti indizi di una società stratificata. Ma le tombe più importanti rivelano un dettaglio fondamentale: il collegamento con le élite reali.

“I reperti di Lisbjerg fanno parte di una serie di precedenti ritrovamenti di pregio nella zona di Aarhus. Insieme, dipingono il quadro di un ambiente aristocratico legato al potere reale, parte integrante del vasto e dinamico mondo vichingo”, spiega Kasper H. Andersen, storico dell’epoca vichinga presso Moesgaard.

Le parole evocano un mosaico che si va componendo: Aarhus come nodo di potere, Lisbjerg come feudo di una famiglia vicina al trono, una necropoli come specchio del prestigio. Siamo negli anni in cui la Danimarca si cristianizza, ma queste sepolture sono ancora pagane: l’identità religiosa resta ancorata alle tradizioni, mentre il gusto e i beni raccontano contatti internazionali e influenza politica.


Un’archeologia dell’identità e del lusso

Sapore di eredità antica, desiderio di eternità

Il cimitero di Lisbjerg appare ora come uno dei più importanti complessi funerari del X secolo in Danimarca. Non solo per la quantità delle tombe, ma per la qualità dei reperti, la presenza dello scrigno e la possibilità di studiarne l’interno con tecniche non invasive.

Si attende ora lo scavo in laboratorio. I materiali organici della bara potrebbero raccontare la storia di una donna potente. Resti di tessuti, fibre, forse anche profumi del tempo. Ogni dettaglio potrebbe aprire un capitolo.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa