Scoperta emozionante. Tesori millenari intatti. Marito e moglie insieme – perché morirono come Giulietta e Romeo? -, volti scolpiti e segreti salvati dal terremoto: la città viva prima della fine

Cosa raccontano davvero i sepolcri?
E cosa rimane quando tutto sembra perduto?
Negli ultimi giorni, un’équipe di archeologi impegnata negli scavi di soccorso per l’ampliamento del gasdotto Bulgaria-Grecia ha restituito alla luce un intero mondo silenzioso ellenistico-romano, nascosto per secoli nella necropoli occidentale di Heracleia Syntica, ai piedi del villaggio di Rupite, nella Bulgaria sudoccidentale, ai confini con la Grecia.

Un tesoro archeologico stratificato e sorprendentemente ben conservato, che spazia dal II secolo a.C. fino al II secolo d.C., si è rivelato nel cuore di una terra che fu culla di antiche civiltà e testimone di passaggi tumultuosi tra epoche, popoli e potere.


La doppia sepoltura dorata

Un abbraccio eterno, ricco di luce e vetro

Due settimane fa è emersa dalla terra una tomba doppia, databile al IV secolo d.C., che ha lasciato senza fiato gli archeologi. Al suo interno, i corpi di un uomo e di una donna riposano ancora insieme, accompagnati da un sontuoso corredo funerario. Gli oggetti rinvenuti parlano di eleganza, ricchezza, affetto e memoria: un paio di orecchini d’oro a cerchio, una bulla in bronzo – forse talismano o sigillo –, monete di bronzo, vasi e lampade in argilla, una oinochoe in bronzo, una pixide finemente lavorata, coppe e brocche in vetro rimaste intatte come nel giorno della sepoltura.

Questa tomba è importante non solo per la raffinatezza dei materiali, ma per ciò che ci svela: Heracleia Syntica era viva e fiorente anche poco prima del devastante terremoto del 388 d.C., che la storia ricorda come l’inizio della sua fine. Il ritrovamento sposta dunque in avanti la cronologia del suo splendore.

Le analisi in corso – datazione al radiocarbonio e studio degli isotopi stabili – aiuteranno a chiarire l’età, la dieta, lo stato di salute e l’origine geografica della coppia sepolta. Potremmo essere di fronte a membri dell’élite cittadina, forse legati all’amministrazione o all’aristocrazia locale.

Sepolture bisome, tra amore, tragedia e morte improvvisa

Quando due corpi condividono la stessa tomba: indizi di drammi, catastrofi o violenze

Nel cuore silenzioso delle necropoli antiche, le sepolture bisome – ovvero quelle che accolgono due individui nello stesso spazio funerario – rappresentano un enigma archeologico denso di pathos. La tomba a doppia deposizione rinvenuta a Heracleia Syntica, con un uomo e una donna affiancati nel riposo eterno, si inserisce in una tipologia funeraria meno frequente, ma tutt’altro che rara nel mondo greco-romano. La scelta di tumulare insieme due persone può suggerire legami affettivi fortissimi, ma spesso anche morti simultanee e improvvise, causate da incidenti, cataclismi naturali o episodi violenti.

Gli archeologi, analizzando questi contesti, ipotizzano vari scenari dietro alle sepolture doppie. Aggressioni nemiche, in tempi di guerra o razzie, potevano provocare la morte simultanea di familiari. In altri casi, avvelenamenti accidentali da biossido di carbonio – come nel caso di pozzi geotermici o abitazioni mal ventilate – o intossicazioni alimentari, magari durante un banchetto comune, potevano stroncare più persone nello stesso momento. Non mancano le situazioni in cui crolli di abitazioni, incendi domestici, frane o alluvioni spazzavano via interi nuclei familiari, i cui corpi venivano poi ricomposti in una tomba unica, spesso con segni di sepoltura frettolosa ma rispettosa.

Sebbene meno frequente, anche la morte simultanea per epidemia – soprattutto in presenza di morbi fulminanti o trasmissione all’interno della cerchia familiare – è stata documentata in alcune necropoli tardoantiche e altomedievali. In tali casi, la vicinanza dei defunti non era soltanto fisica, ma biologica, tracciabile attraverso le indagini paleogenetiche e le lesioni ossee compatibili con infezioni sistemiche.

In alcuni casi documentati in altre necropoli balcaniche, le sepolture bisome mostrano un adulto e un bambino, oppure due coniugi, con segni evidenti di morte congiunta, e in alcuni rari casi, indizi di sacrificio rituale o di eutanasia pietosa, laddove la morte di uno dei coniugi portava con sé anche quella dell’altro. In epoca romana, l’amore romantico e tragico – celebrato nella letteratura e nei sepolcri – non era solo una costruzione poetica, ma trovava eco anche nelle pratiche funerarie.

Nel caso specifico di Heracleia Syntica, la raffinatezza del corredo e la cura della deposizione suggeriscono un’unione di alto profilo sociale, forse interrotta da un evento improvviso e traumatico. Solo le analisi osteologiche e isotopiche potranno, in futuro, far luce sulla causa del decesso e sulla natura del legame tra i due defunti. Ma già ora, quella doppia tomba, immersa nel silenzio millenario della necropoli, parla alla nostra sensibilità con una potenza narrativa che unisce amore, destino, catastrofe e tenerezza estrema.


I ladri di tombe dell’antichità

Furti con destrezza, colpi distruttivi e meraviglie dimenticate

Numerose tombe esplorate sono risultate saccheggiate già in epoca antica, e i ladri, come spesso accadeva, si accanivano con tenacia, dimostrando conoscenza, strumenti e scopi precisi.

In un caso, per aprire una tomba, fu necessario spaccare due enormi blocchi di pietra con leve pesanti. Il risultato fu un desolante vuoto: solo resti cinerari e un vaso sopravvissero alla devastazione. In altri casi, invece, i saccheggiatori mostrarono una selettività sorprendente. In una tomba del II-I secolo a.C., ad esempio, 15 statuette in terracotta e 8 balsamari furono lasciati indietro. Forse troppo comuni? O troppo leggeri?

Sorprende anche la loro indifferenza verso l’arte figurativa: una testa femminile scolpita in marmo, probabilmente parte di un ritratto funerario su lastra tombale, fu completamente ignorata. La qualità del volto, databile al I o II secolo d.C., suggerisce uno scultore raffinato, e ci racconta, oggi, l’eleganza perduta di un’antica Heracleia aristocratica.


La tomba nascosta… da un’altra tomba

Protezione involontaria, segreti celati da secoli

Il destino ha voluto che una delle tombe più interessanti venisse involontariamente salvata dai saccheggiatori. Questo avvenne grazie alla costruzione di una seconda tomba sopra quella più antica: la struttura più recente utilizzò il tetto in pietra della tomba sottostante come pavimento.

Il risultato? I ladri di tombe videro e svuotarono solo la sepoltura superiore, lasciando intatta quella più profonda, che custodiva monete in bronzo e un raffinato vaso in bronzo, ancora oggi lucente dopo diciassette secoli.


Un bambino tra le statuette

La morte innocente, il lutto e la cura del dettaglio

Tra le scoperte più toccanti, la tomba di un bambino, meticolosamente costruita in mattoni, offre uno sguardo commosso sulla vita familiare e il lutto nel mondo antico.

Tre statuette di terracotta erano disposte intorno alla sua testa, forse divinità tutelari o giochi funerari. Ai piedi, una lampada d’argilla, segno del viaggio verso l’aldilà, e ben 18 monete di bronzo, probabilmente offerte votive o pagamento simbolico per Caronte, il traghettatore dell’Acheronte.

La presenza di un simile corredo suggerisce un nucleo familiare benestante, forse culturalmente ellenizzato, che volle onorare con dignità e affetto la breve vita spezzata del figlio.


Un’iscrizione nel marmo: Erodoto e…

Il primo nome inciso nella necropoli ci guarda dal passato

In un altro angolo della necropoli, è stata finalmente rinvenuta la prima iscrizione funeraria documentata nel sito. Incisa su una massiccia lastra di pietra, la scritta in greco recita:

“Tomba di Erodoto e…”

Il secondo nome è andato perso, forse quello di una moglie, di una sorella o di un figlio. Quel che sappiamo è che la lastra fu riutilizzata successivamente come copertura per un’altra tomba, secondo una pratica frequente in epoca tardoantica.

La posizione originaria dell’iscrizione è oggi ignota, ma il suo ritrovamento getta una nuova luce sulla presenza greca nella città e sulla persistenza dell’uso della lingua ellenistica anche in epoca romana avanzata. Il nome Erodoto, peraltro, potrebbe rimandare a una tradizione colta o essere il segno di un’eredità familiare legata alla cultura classica.


Heracleia Syntica: splendore e terremoto

La città viva fino al tardo IV secolo

Heracleia Syntica si trovava nella regione della Peonia, in prossimità del confine con la Macedonia antica. Fondata nel IV secolo a.C., conobbe un lungo periodo di prosperità grazie alla sua posizione strategica lungo i principali assi commerciali e militari tra Tracia e Grecia.

Il sito fu colonia romana e centro amministrativo, frequentato fino a quando, nel 388 d.C., un violentissimo terremoto distrusse gran parte delle sue strutture pubbliche e religiose, decretandone l’abbandono graduale. I ritrovamenti attuali spostano la linea cronologica dell’attività urbana e aprono nuove ipotesi sulla resilienza della città negli anni immediatamente precedenti la catastrofe.


La promessa delle analisi scientifiche

Ossa, isotopi, radiocarbonio: cosa ci dirà la scienza nei prossimi mesi

I prossimi mesi si preannunciano cruciali per comprendere l’identità dei defunti rinvenuti. Oltre alle analisi al radiocarbonio, lo studio degli isotopi di stronzio e ossigeno permetterà di capire se questi individui erano nativi della regione o provenivano da altre zone dell’Impero.

Insieme alla composizione chimica del corredo, alla tipologia dei materiali e alla stratigrafia delle tombe, l’obiettivo degli archeologi è restituire un affresco sociale completo di Heracleia Syntica, dal volto aristocratico al dolore familiare, dai saccheggiatori antichi alle tombe salvate per caso.




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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa