Fregi di capitelli corinzi recuperati da un muro sepolto, nei pressi del Mausoleo di Cecilia Metella

La parte sommitale delle colonne, nel II secolo, veniva prodotte in Asia Minore, nell'ambito geografico dell'attuale Turchia. Semilavorati che venivano importati a Roma e adattati

“Chi è venuto all’open day di sabato ormai lo sa: lo scavo è giunto al termine e stiamo per ricoprire l’area. Ma naturalmente non potevamo lasciare sepolti i bellissimi frammenti decorati incastonati nel muro. Ecco quindi che è venuta sul cantiere la restauratrice per prelevare gli “spolia” dal muro”. scrivono i responsabili della comunicazione del Parco archeologico dell’Appia antica. Lo scavo a cui si riferiscono è avvenuto nei pressi del Mausoleo di Cecilia Metella a Roma. Nell’area sono state identificate strutture medievali.

“Così li abbiamo anche potuti vedere meglio: si tratta di frammenti di capitelli corinzio-asiatici con foglie a punta che erano prodotti nella lontana Asia Minore (quindi grossomodo l’attuale Turchia). – proseguono -Capitelli che a partire dal II secolo d.C. invadono il mercato romano diventando preponderanti per tutta l’età severiana, quindi tra la fine del II e i primi decenni del III secolo d.C.”

“In genere i capitelli importati erano semi-finiti per essere poi lavorati definitivamente con la messa in opera sul posto. – spiegano gli addetti alla comunicazione del Parco – La cosa interessante è che anche nel nostro caso il “caulo”, cioè la protuberanza che sporge al centro del frammento, sembrerebbe non finito, dunque sembra che sia stato messo in opera così com’era arrivato dall’Oriente senza “rifinirlo”, per poi essere riutilizzato – in età medievale – nella costruzione del muro. Ne hanno da raccontare questi frammenti architettonici! Prima di chiudere qualche ultimo controllo anche alle malte del muro che sono state fotografate con il Dino-Lite, un microscopio portatile che permette di registrare in modo dettagliato tutti gli inclusi della malta utilizzata nelle strutture. Grazie ad Antonio Dell’Acqua per aver condiviso con noi queste prime informazioni sui capitelli!”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz è uno storico e un critico d'arte. Fondatore di Stile arte, è stato direttore dei Musei Bresciani (Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo, Santa Giulia e Castello dal 2009 al 2014) coordinando, tra le altre cose, il dossier della candidatura Unesco di Brescia e dell'Italia Longobarda, titolo concesso dall'ente sovrannazionale. Ha curato grandi mostre sia archeologiche - Inca - che artistiche - Matisse - con centinaia di migliaia di visitatori. Ha condotto studi di iconologia e di iconografia. Ha trascorso un periodo formativo giovanile anche in campo archeologico. E' uno specialista della pittura tra Cinquecento e primo Seicento ed è uno studioso del Caravaggio. E' iscritto all'Ordine dei professionisti professionisti E' stato docente di Museologia e Museografia all'Accademia di Brescia