Le incisioni rupestri della Valcamonica e i materiali archeologici di Zurigo. Mostra a Capo di Ponte

Armi, utensili, vasellame e oggetti di ornamento, collocati lungo un arco temporale che dal Neolitico giunge sino all’età del Ferro. Le testimonianze, di straordinaria qualità, offrono al visitatore la possibilità di immergersi in un viaggio nel tempo che mette a fuoco affinità e differenze, reti di commerci e scambi di prodotti ma anche circolazione di idee e iconografie

Capo di Ponte, MUPRE-Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica
UNO SGUARDO OLTRE LE ALPI. Materiali archeologici dal Museo Nazionale di Zurigo
Mostra a cura di Maria Giuseppina Ruggiero, Emanuela Daffra

Particolare della testa del toro in cui si può osservare la cura nella resta dei dettagli. Ticino, Giubiasco (?). Tomba 262. IV sec. a.C. (?)

Dal 12 febbraio al 29 maggio, il MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica propone un eccezionale nucleo di reperti archeologici concessi in prestito dal Museo Nazionale di Zurigo, riuniti in una preziosa esposizione intitolata “Uno sguardo oltre le Alpi”.
I reperti selezionati dall’importante istituzione elvetica sono armi, utensili, vasellame e oggetti di ornamento, collocati lungo un arco temporale che dal Neolitico giunge sino all’età del Ferro. Le testimonianze, di straordinaria qualità, offrono al visitatore la possibilità di immergersi in un viaggio nel tempo che mette a fuoco affinità e differenze, reti di commerci e scambi di prodotti ma anche circolazione di idee e iconografie.
Elmo in bronzo di tipo Negau alpino. Originario del mondo etrusco (VI-V sec. a.C.), questo tipo di elmo fu ripreso dalle popolazioni centro-alpine e rimase in uso fino al I sec. a.C. Ticino, Giubiasco (?). Tomba 262.

Da villaggi palafitticoli neolitici giungono al MUPRE utensili, che hanno rispondenze con quanto raffigurato nelle incisioni rupestri della Valle Camonica. Di grande suggestione le placche di cintura in lamina di bronzo provenienti da sepolture femminili di VI e V sec. a.C., decorate con raffigurazioni simboliche che alludono al viaggio. Rimane ancora indecifrata l’iscrizione che compare su uno straordinario elmo dell’età del Ferro.
Le placche da cintura di forma fogliata erano un tipico ornamento dell’abbigliamento delle donne dei Leponti. Arbedo-Cerinasca, Tomba 93, V sec. a.C.

“Leggere questi reperti provenienti da scavi in Svizzera accanto alle coeve testimonianze della nostra Valle Camonica custodite al MUPRE dimostra, una volta di più – afferma Emanuela Daffra, Direttore regionale Musei Lombardia, istituto del Ministero della Cultura – come la cerchia alpina, con le sue alte vette, non fosse di impedimento alla circolazione di modelli, e di popolazioni, tra i due versanti. Ma suggerisce anche confronti stimolanti, che aiutano a completare le nostre conoscenze di quei periodi tanto lontani”.

“La concessione di questi preziosissimi reperti da parte del Museo Nazionale di Zurigo – sottolinea la direttrice del MUPRE Maria Giuseppina Ruggiero – è il frutto delle collaborazioni che il nostro museo sta instaurando con diverse istituzioni museali europee. All’interno di questa rete di rapporti, tre nostre stele sono state protagoniste a Zurigo della recente mostra “Uomini scolpiti nella pietra” dedicata alla diffusione in Europa, a partire da sei mila anni fa, di statue, statue-stele e massi-menhir attraverso i quali sono raccontati i profondi cambiamenti economici e sociali avvenuti tra il IV e il III millennio a.C. Immagini di uomini e donne della nuova élite che, dopo la morte, sono venerati come antenati e considerati eroi o anche divinità”.

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Il MUPRE Museo Nazionale della Preistoria, ospitato nell’antico edificio di Villa Agostani nel centro storico di Capo di Ponte, integra, con l’esposizione dei reperti, il patrimonio di immagini incise sulle rocce e ricompone, in un insieme inscindibile, l’espressione identitaria della Valle Camonica.

La Valle Camonica è famosa in tutto il mondo per il suo straordinario complesso di raffigurazioni incise sulle rocce, in gran parte risalenti alla Preistoria. Se dunque è noto al vasto pubblico il patrimonio iconografico di queste antiche popolazioni, meno conosciuti sono gli aspetti del loro vivere quotidiano, emersi solo negli ultimi trenta anni grazie a numerosi interventi di archeologia preventiva e di ricerca condotti in Valle, da cui è sorto il Museo di Capo di Ponte.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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