Meravigliosi nuraghi di Sardegna. Scoperto ora misterioso ripostiglio con ceramiche di 3000 anni fa e un “passaggio segreto”. Chi stava in quel luogo? Che accadde lì? Dove porta il corridoio nascosto? Rispondono gli esperti

Il profumo del passato, la sorpresa archeologica, la bellezza nascosta nel cuore della Sardegna. A pochi metri dal sito Unesco di Su Nuraxi, a Barumini, i nuovi scavi rivelano un tesoro materiale e simbolico della “bella età del nuraghe”. Stoviglie di 3mila anni fa, mandibole di ovini.


Un museo vivo sotto gli occhi dei visitatori

Dove le mani degli archeologi incontrano le mani degli antichi sardi

C’è qualcosa di profondamente emozionante nell’assistere a una scoperta archeologica mentre si visita un museo. Succede a Casa Zapata, a Barumini, nel cuore della Sardegna, dove l’archeologia non è soltanto esposizione statica, ma processo vivo, continuo, in dialogo col pubblico e col territorio. È qui, all’interno della torre centrale del nuraghe di Nurax’e Cresia, che è emersa una nuova, straordinaria scoperta.

Un complesso di oggetti ceramici dell’Età del Bronzo, conservati in condizioni eccezionali, è riapparso nel buio di una nicchia. Tegami, ciotole, tazze e olle che raccontano la quotidianità e il ritmo della vita domestica di una civiltà che, in Sardegna, ha lasciato una delle architetture megalitiche più enigmatiche del Mediterraneo: il nuraghe.


Dove si trova Barumini

Un borgo di pietra, luce e memoria nel cuore dell’Isola

Barumini è un piccolo comune sardo di circa 1.200 abitanti, incastonato nel paesaggio dolcemente ondulato della Marmilla, nel centro-sud della Sardegna.
Dista poco più di un’ora da Cagliari (70 km circa) e rappresenta una delle mete più importanti per l’archeologia nuragica, grazie alla presenza del sito UNESCO di Su Nuraxi, scoperto e portato alla luce negli anni Cinquanta del Novecento dal grande archeologo Giovanni Lilliu.

Casa Zapata, museo allestito in un palazzo nobiliare aragonese, ospita al suo interno – in un connubio unico in Europa – il nuraghe di Nurax’e Cresia, visibile da passerelle sopraelevate che consentono di ammirare le stratificazioni storiche del territorio.


Cosa sono i nuraghi

Torri di pietra, torri del tempo: un enigma lungo tremila anni

I nuraghi sono le architetture più iconiche e misteriose della Sardegna. Si tratta di torri megalitiche in pietra, costruite tra il 1600 e il 900 a.C., durante l’Età del Bronzo e la prima fase dell’Età del Ferro. Le loro forme variano da semplici torri isolate a complessi polilobati con torri laterali, cortili, pozzi, magazzini e aree sacre.

La tecnica costruttiva più tipica è quella a tholos, ossia con falsa cupola formata da filari di pietra sovrapposti a secco e sporgenti verso l’interno. Ancora oggi, le funzioni di questi edifici restano oggetto di studio: si ipotizzano usi civili, religiosi, militari o residenziali, forse combinati tra loro.


Il nuraghe di Nurax’e Cresia e il dialogo con Su Nuraxi

Un’unica voce, due cuori di pietra

Il nuraghe di Nurax’e Cresia, inglobato all’interno del complesso museale di Casa Zapata, è un edificio polilobato con una torre centrale e tre torri laterali, a pochi metri dal sito UNESCO di Su Nuraxi.

Le due strutture, coeve e dialoganti, offrono una delle più affascinanti testimonianze di architettura e organizzazione nuragica. Il sito di Nurax’e Cresia, scavato per la prima volta nel 1990 e oggetto di ricerche continue, rappresenta un unicum per la sua posizione al di sotto di un palazzo nobiliare e per l’integrazione diretta tra scavo archeologico e percorso museale.


Nel ripostiglio la vita del Bronzo Recente

La “bella età del nuraghe” rivive nel focolare di una nicchia

Durante gli ultimi scavi condotti all’interno della torre centrale del nuraghe, gli archeologi hanno individuato una nicchia laterale completamente riempita di oggetti ceramici.

Secondo la direttrice degli scavi, Gianfranca Salis, si tratta di un accumulo organico, rimasto intatto per millenni, perchè protetto dal crollo della struttura superiore. All’interno: olle, tazze, ciotole, tegami, strumenti della quotidianità, forse accantonati durante una fuga o un abbandono improvviso.
I focolari e i resti di pasto rinvenuti nella camera suggeriscono una vita intensa, scandita dai gesti della preparazione e condivisione del cibo, della conservazione dell’acqua, dell’attesa e della cura. Un’ulteriore testimonianza della varietà della dieta tra i nuragici, resti di carne, pesce, molluschi, anche nelle zone interne della regione, quindi distanti dal mare, a suggerire un sistema di scambi e trasporti. . Ma ora possiamo chiederci se il pasto cucinato in quell’ora e in quel giorno e in quel luogo avesse assunto una dimensione sacrale o se fosse stato funestato dall’incombente arrivo di nemici. Chissà forse tutto rimase nel ripostiglio, fino al crollo del materiale soprastante. Atti e fatti saranno studiati minuziosamente.


Un cunicolo misterioso verso l’acqua

Architetture arcaiche modificate in epoca storica

Un aspetto sorprendente emerso dallo scavo è la presenza, in epoca storica, di un cunicolo scavato nella roccia, costruito a partire proprio dalla torre centrale, che conduceva direttamente al pozzo.

Secondo la direttrice Salis, questo intervento non ha paralleli in altri nuraghi della Sardegna: rappresenta una trasformazione ardita, che rompe la simmetria e la logica originaria dell’architettura nuragica per adeguarla a nuove funzioni, probabilmente durante il riuso del sito in epoca punica o romana.

Il cunicolo diventa così segno tangibile della continuità d’uso, ma anche delle metamorfosi storiche che questi luoghi hanno subito nel corso dei secoli.


Le parole degli studiosi e del territorio

Un’archeologia che genera conoscenza, identità, sviluppo

“Casa Zapata – spiega Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura – non è solo un museo, ma un laboratorio aperto. Qui la ricerca, la valorizzazione e la promozione si fondono”.

Caterina Lilliu, responsabile scientifica del Polo museale, sottolinea come “questa scoperta offra nuove prospettive all’allestimento museale” e, più in profondità, apra nuove linee interpretative sul sistema insediativo e sulla vita materiale delle comunità nuragiche.

Il sindaco di Barumini, Michele Zucca, rimarca il valore di questa scoperta per lo sviluppo culturale, economico e turistico del territorio: “Il nostro patrimonio è una risorsa di crescita, una chiave per il futuro”. E i numeri del turismo culturale confermano che Barumini è già, da anni, un punto nevralgico per la narrazione dell’identità sarda.


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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa