Il CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia si prepara a ospitare “Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito“, dal 12 aprile al 14 settembre 2025. I due giganti del Novecento italiano vengono messi a confronto in un dialogo serrato e illuminante.
Due maestri, due visioni, un unico orizzonte
La mostra, curata da Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti, presenta circa 60 opere provenienti dai più prestigiosi musei italiani, tra cui il Museo Morandi di Bologna, la GAM di Torino e il MART di Rovereto. Un percorso espositivo che rivela come due artisti apparentemente agli antipodi condividano una ricerca comune verso l’assoluto.

Il percorso espositivo: un viaggio nell’infinito
Il visitatore viene accolto dai celebri Concetti spaziali di Fontana, opere rivoluzionarie che, attraverso buchi e tagli nella tela, hanno spalancato nuovi orizzonti nell’arte contemporanea. La mostra prosegue cronologicamente dagli anni ’50 agli anni ’60, culminando nelle emblematiche Attese, dove il gesto del taglio diventa porta sull’infinito.
Morandi: l’invisibile nel quotidiano
La sezione dedicata a Giorgio Morandi rivela un altro tipo di ricerca dell’infinito, celata negli oggetti più umili e quotidiani. Le sue nature morte e i paesaggi di Grizzana raccontano di un tempo sospeso, dove bottiglie, vasi e caffettiere diventano presenze metafisiche, testimoni silenziosi dell’eterno.

L’incontro tra due mondi
Lucio Fontana cerca l’infinito forando lo spazio, creando varchi verso dimensioni inesplorate. Morandi lo trova nella quiete degli oggetti domestici, nella luce che modella forme familiari fino a renderle presenze astratte. Due approcci opposti che conducono alla stessa meta: l’esplorazione dell’invisibile.
Le opere in mostra
Il percorso include:
- I famosi Concetti spaziali di Fontana
- Le iconiche Attese con i loro tagli
- Nature morte e paesaggi di Morandi dal 1920 al 1960
- I celebri Teatrini e una Fine di Dio di Fontana
- Una sezione dedicata a disegni, acquerelli e incisioni di entrambi
- Sculture selezionate, tra cui le Nature in bronzo di Fontana
Un dialogo “inedito”
Come sottolinea Sergio Risaliti, curatore della mostra: “Pur restando inconciliabili come due rette parallele, l’uno e l’altro hanno indirizzato lo sguardo verso l’infinito e l’invisibile“. A Fontana interessava l’invisibile dell’infinito, a Morandi l’infinito dell’invisibile.
L’esposizione rappresenta l’occasione per comprendere come due dei più grandi artisti del Novecento italiano abbiano esplorato, attraverso linguaggi diversi, il rapporto tra visibile e invisibile, tra finito e infinito, tra materia e spirito.

Informazioni pratiche
- Dove: CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia
- Quando: 12 aprile – 14 settembre 2025
- Curatori: Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti
- Opere: circa 60 capolavori da prestigiosi musei e collezioni private
Lucio Fontana (1899-1968)
Nato a Rosario di Santa Fé (Argentina) nel 1899, Lucio Fontana è stato un artista rivoluzionario che ha ridefinito i confini tra pittura e scultura. Figlio di uno scultore italiano, studiò inizialmente all’Accademia di Brera a Milano negli anni ’20.
Nel 1940 torna in Argentina dove fonda l’Accademia Altamira e pubblica il Manifesto Blanco, teorizzando lo Spazialismo. Al suo rientro in Italia nel 1947 dà vita al Movimento Spazialista, caratterizzato dalla ricerca di una nuova dimensione artistica che superi la tradizionale superficie bidimensionale.
La sua innovazione più celebre sono i “tagli” (Concetti spaziali) iniziati nel 1958 – fenditure precise sulla tela che aprono la superficie pittorica alla terza dimensione. Prima dei tagli realizza i “buchi”, forando le tele per esplorare lo spazio oltre il quadro.
Giorgio Morandi (1890-1964)
Nato a Bologna nel 1890, Giorgio Morandi è stato uno dei più significativi pittori italiani del XX secolo. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove poi insegnerà dal 1930 al 1956.
La sua arte è caratterizzata da una poetica dell’essenzialità che si esprime principalmente attraverso nature morte con bottiglie, vasi e oggetti quotidiani, oltre a paesaggi della campagna bolognese. Questi soggetti apparentemente semplici vengono trasformati in composizioni di straordinaria intensità contemplativa.
Morandi sviluppa uno stile unico e riconoscibile, fatto di toni smorzati e composizioni rigorose. Pur mantenendosi ai margini delle avanguardie, attraversa il Novecento con una ricerca personale e coerente, influenzata inizialmente dalla metafisica di De Chirico ma poi evoluta in una direzione del tutto autonoma.
Riconoscimenti:
- Primo premio per la pittura alla Biennale di Venezia (1948)
- Grand Prix alla Biennale di São Paulo (1957)
La sua influenza sull’arte contemporanea è stata profonda, ispirando generazioni di artisti con la sua ricerca sulla percezione e sulla natura della rappresentazione pittorica.