Padre e figlio trovano nei campi 14 teste d’ascia dell’Età del Bronzo. Ora si cerca un santuario o un villaggio

Esistevano strutture dell'età del bronzo, in quel punto? Erano abitazioni o un luogo di culto. Oggi non siamo in grado di avvertire quale fosse il valore del bronzo, nell'omonima epoca. Si era passati dalla lavorazione della pietra alla scoperta del rame, fino a giungere a produrre una lega più vigorosa e performante. Il bronzo, oltre ad essere utilizzato per produrre utensili di alta qualità, che consentivano di affrontare lavoro e difesa-offesa con grande efficacia, aveva un valore intrinseco perchè poteva essere fuso per produrre nuove utensili. Gli archeologi dovranno cercare di capire la natura del deposito, indagando l'area circostante. Lo scavo ricognitivo avverrà alla fine delle colture


14 teste d’ascia dell’Età del Bronzo sono stati trovati in un campo da Martin Turner, responsabile della manutenzione di una fattoria di Dorchester, in Inghilterra e da suo figlio Rhys. Padre e figlio stavano rilevando il terreno con i metal detector, quando hanno notato un segnale forte. Hanno scavato con la vanghetta trovando prima una parte del deposito – 8 pezzi, poi una seconda. Buona parte delle asce sono perfettamente integre.

Turner ha avvertito gli archeologi che hanno compiuto un sopralluogo e che hanno programmato uno scavo per cercare di sciogliere il mistero. Il sottosuolo, nei pressi della fattoria è ricco di reperti di varie epoche, che vengono regolarmente alla luce, in piccola parte, durante arature o ricerche di superficie. A giudizio degli archeologi le 14 teste d’ascia dovrebbero risalire al 1400-1700 a.C.

Esistevano strutture dell’età del bronzo, in quel punto? Erano abitazioni o un luogo di culto. Oggi non siamo in grado di avvertire quale fosse il valore del bronzo, nell’omonima epoca. Si era passati dalla lavorazione della pietra alla scoperta del rame, fino a giungere a produrre una lega più vigorosa e performante. Il bronzo, oltre ad essere utilizzato per produrre utensili di alta qualità, che consentivano di affrontare lavoro e difesa-offesa con grande efficacia, aveva un valore intrinseco perchè poteva essere fuso per produrre nuove utensili. Gli archeologi dovranno cercare di capire la natura del deposito, indagando l’area circostante. Lo scavo ricognitivo avverrà alla fine delle colture.

In ogni caso l’accumulo delle teste d’ascia, che configura un deposito, è collegato alla preziosità del materiale. Esso fu depositato presso un villaggio o presso un santuario? Fu una tesaurizzazione personale o un omaggio alla divinità?

Sono queste le risposte che potranno fornire gli archeologi quando in autunno avranno mano libera allo scavo.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz è uno storico e un critico d'arte. Fondatore di Stile arte, è stato direttore dei Musei Bresciani (Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo, Santa Giulia e Castello dal 2009 al 2014) coordinando, tra le altre cose, il dossier della candidatura Unesco di Brescia e dell'Italia Longobarda, titolo concesso dall'ente sovrannazionale. Ha curato grandi mostre sia archeologiche - Inca - che artistiche - Matisse - con centinaia di migliaia di visitatori. Ha condotto studi di iconologia e di iconografia. Ha trascorso un periodo formativo giovanile anche in campo archeologico. E' uno specialista della pittura tra Cinquecento e primo Seicento ed è uno studioso del Caravaggio. E' iscritto all'Ordine dei professionisti professionisti E' stato docente di Museologia e Museografia all'Accademia di Brescia