Sono insieme, come se stazionassero all’esterno della porta di casa, in attesa di riabbracciare un familiare che torna da lontano. E così, apparvero a centinaia di migliaia di sguardi, di gente che andava e veniva da Pompei, in quegli anni lontanissimi, e che, all’inizio, sapeva bene chi fossero quei due, perché ben li avevano visti, in vita, nelle strade; nei decenni successivi, altri viandanti, vedendone le statue, li riconoscevano come esponenti di lustro di una data gens, anime buone, che si affacciavano sulla strada principale, nei pressi della porta della città. Sposa e sposo? O madre – esuberante, potente – e figlio? Di quelle madri possenti che partoriscono giovanissime e che, dopo una certa età, paiono quasi coetanee della loro creatura? Quel che è certo è un fatto. Il perno compositivo è lei.

Le due sculture funerarie sono state portate alla luce ora nella necropoli di Porta Sarno a Pompei. Gli scavi hanno consentito di scoprire una tomba monumentale decorata con un rilievo raffigurante una coppia a dimensioni quasi reali, una testimonianza straordinaria dell’arte funeraria romana. Si tratta di ritratti realistici, senza alcuna idealizzazione. Una coppia di persone, ritratte con assoluta aderenza al vero. Chissà. E’ probabile che, subito dopo la morte,- avvenuta in tempi diversi – siano stati presi i calchi dei volti stessi, poi trasferiti nel marmo delle statue. Lei è gloriosa. Ricca di gioia. E di volontà di esibizione. Lui è il contrario. Quasi dimesso, nonostante la nobile veste.

Moglie e marito? E’ probabile, Quel che è certo è che, tra i due, è lei ad emergere per monumentalità e per un carattere imperioso. La matrona indica e stringe – guardate – quelli che appaiono motivi vegetali che scendono sull’anca.

Probabilmente era patrona di un gruppo di donne dedite al culto di una divinità come Cerere. Uniamo gli elementi. Rappresentazione di vegetali a forma di spiga. Una lunula ribaltata appesa alla collana. Una pergamena in mano. Il rotolo era forse un documento importante, equivalente a un’investitura. Si può ipotizzare che ella abbia ricevuto un incarico di rilievo, forse legato alla religione. Lui ha invece la complessione del taciturno. Chiuso in se stesso. Le spalle, e non solo per il peso della gravitas di qualche incarico pubblico, convergono verso il suo petto, quasi che la stoffa e la vita fossero pesi soverchi.
I romani erano fini psicologi e anche questa rappresentazione dell’unione – qualunque essa sia – evidenzia il ruolo dominante del personaggio femminile.

Lei, è evidente, indossa due anelli che fanno pensare alla combinazione tradizionale tra un piccolo smeraldo e un rubino. L’unione di questi due anelli indicare, in molti casi, uno stato matrimoniale.
E’ una donna esuberante, felice per la propria carica, per il proprio stato, per la propria potenza, per la propria solida bellezza.
Il ritrovamento
La scoperta si inserisce nel progetto di ricerca “Investigating the Archaeology of Death in Pompeii”, condotto dall’Universitat de València sotto la direzione scientifica del professor Llorenç Alapont, in stretta collaborazione con il Parco archeologico di Pompei.

: Pompeii – Parco Archeologico
Caratteristiche della tomba
L’area indagata a partire dal luglio 2024 corrisponde ad una zona scavata negli anni ‘90 per la costruzione del doppio binario della Circumvesuviana.
Gli scavi del 1998 avevano già registrato la presenza di oltre 50 sepolture a cremazione, segnate da stele e da un monumento funerario ad arco. Le indagini recenti hanno portato alla luce una tomba monumentale costituita da un ampio muro con diverse nicchie sormontate da un rilievo di una figura femminile e una maschile, forse una coppia di sposi, che sovrastano lo spazio destinato ai resti mortali.
Il simbolismo degli accessori scolpiti della donna potrebbe identificarla come una sacerdotessa di Cerere. Ciò non significa che la matrona vivesse come una monaca. Probabilmente partecipava, con altre signore della buona società, alla vita della “congregazione”. La qualità dell’intaglio nelle sculture e le loro caratteristiche arcaiche suggeriscono una datazione al periodo tardo repubblicano, più di 100 anni prima dell’eruzione devastante del Vesuvio.

Contesto archeologico
L’area di scavo, già oggetto di indagini nel 1998 durante i lavori per la costruzione del doppio binario della Circumvesuviana, aveva precedentemente restituito oltre cinquanta sepolture a cremazione e un monumento funerario ad arco. Le recenti ricerche hanno permesso di ampliare significativamente le conoscenze su questo importante settore della necropoli pompeiana.

Conservazione e valorizzazione
I preziosi rilievi scultorei sono stati trasferiti presso la Palestra grande degli scavi, dove sono iniziate le delicate operazioni di restauro. Il pubblico potrà ammirare questi eccezionali reperti nell’ambito della mostra “Essere donna nell’antica Pompei”, in apertura il 16 aprile. Un’opportunità unica per i visitatori che potranno osservare dal vivo il processo di restauro durante il periodo espositivo.
Rilevanza scientifica
Il Direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel ha sottolineato come questa scoperta rappresenti un’occasione preziosa per ampliare le ricerche nelle aree extra-urbane di Pompei. Il progetto ha beneficiato di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo archeologi, architetti, restauratori e antropologi in un dialogo costante tra diverse competenze specialistiche.

La documentazione completa del ritrovamento, comprensiva di tutte le ipotesi di studio, è stata pubblicata nell’E-Journal degli scavi di Pompei, in un articolo curato da Llorenç Alapont e dal suo team di ricerca, offrendo alla comunità scientifica e al pubblico interessato l’opportunità di approfondire ogni aspetto di questa significativa scoperta.