Premiata l’archistar italiana: Maria Alessandra Segantini entra nel gotha del design. Come funzionano le “sue” scuole smontabili come Lego e le città al femminile?


Dal Salone del Mobile al podcast “Di segni e di forme”, la visione radicale e inclusiva dell’architetto italiana conquista anche il Ministero della Cultura

È una delle poche voci femminili a ridisegnare lo spazio pubblico con uno sguardo radicale, materno e politico. E ora, anche il Ministero della Cultura l’ha inserita tra i 20 creativi chiamati a raccontare, con la propria biografia, l’identità più profonda del design italiano. L’architetto Maria Alessandra Segantini, fondatrice dello studio C+S Architects, è tra le protagoniste di “Ti racconto in italiano”, la nuova piattaforma audio curata dall’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi in collaborazione con Il Sole 24 Ore.

Nel podcast “Di segni e di forme”, l’autrice Chiara Albicocco ne ripercorre il percorso, dai primi passi a Treviso alla consacrazione internazionale. Prima donna a entrare nell’Albo d’Onore della Repubblica di San Marino, Segantini è anche Architetto italiano dell’anno 2022 e autrice di progetti pionieristici esposti al MoMA di New York, alla Biennale di Venezia e in molti altri contesti di rilievo.

Cosa significa progettare “al femminile”

Nel lavoro di Segantini, l’aggettivo “femminile” non è uno slogan identitario – trito e ritrito -, ma un orientamento preciso che si riflette nella cura per lo spazio pubblico, nei percorsi inclusivi, nella centralità della persona. Le città, dice, «sono state pensate per il typical male commuter, l’uomo pendolare. Serve innestare un DNA femminile nel design urbano: spazi lenti, protettivi, accessibili, capaci di mettere al centro fragilità e bisogni reali».

Scuola di Ponzano

Secondo Segantini, le scuole devono tornare ad essere le “piazze delle periferie”, cioè centri pulsanti di socialità e relazione. Non più edifici chiusi, ma spazi porosi, in dialogo con il quartiere. Una visione che il Ministero dell’Istruzione ha riconosciuto come modello, scegliendo gli edifici progettati dallo studio C+S come best practice nazionali per l’edilizia scolastica.

Scuole circolari e smontabili: un’architettura che cambia con i bambini

Uno dei tratti distintivi della visione di Segantini è la modularità e reversibilità degli edifici scolastici. Alcune scuole da lei progettate – come quella di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo – sono interamente smontabili, progettate per crescere con i bambini e adattarsi alle necessità della comunità. Come mattoncini Lego, ogni parte è pensata per essere riposizionata, riutilizzata, riconfigurata.

Scuola di Chiarano

Questo modello rappresenta una risposta concreta all’esigenza di flessibilità educativa e sostenibilità ambientale. E introduce nel mondo della scuola il concetto di architettura circolare, dove nulla è sprecato, e ogni elemento può essere riassemblato in base a bisogni futuri.

La “TranslationArchitecture” e la spina dorsale della città

Il metodo progettuale di Segantini è stato definito TranslationArchitecture: un approccio che cerca un nuovo equilibrio tra costruito e natura, tra memoria e innovazione. I progetti non sono calati dall’alto, ma nascono spesso da laboratori partecipati, in cui comunità locali, bambini, anziani e famiglie contribuiscono alla definizione dello spazio.

Torri residenziali sociali

Nella visione dell’architetto, lo spazio pubblico è la spina dorsale della città, non un elemento accessorio. Panchine, percorsi, verde, illuminazione e accessibilità devono precedere l’edificio, diventando l’ossatura di relazioni e senso di comunità. Le sue architetture non si limitano a costruire edifici, ma generano paesaggi di convivenza.

Torri residenziali sociali

Una carriera tra premi, mostre e didattica internazionale

Segantini ha firmato progetti premiati come gli uffici del tribunale di Venezia (esposti al MoMA e vincitori della Medaglia d’oro dell’architettura italiana), il Museo GAMeC di Bergamo, e la Piazza del Cinema al Lido di Venezia. Il suo lavoro si estende dall’Europa all’Africa, dalla Russia al Medio Oriente.

Nel campo della formazione è stata professoressa in Belgio, Inghilterra e Stati Uniti, tra cui Cambridge, MIT, Syracuse e Ferrara. Ha pubblicato cinque volumi sull’architettura ed è tra le rarissime donne italiane ad aver un profilo accademico e professionale di respiro così ampio.

Oggi continua a lavorare tra Treviso e Londra, affiancata dal partner Carlo Cappai, nella doppia veste di architetto, madre e ricercatrice. La sua missione è ancora la stessa: creare spazi per tutti, che mettano al centro le relazioni, la cura e l’ambiente.


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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa