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Il sole del tardo pomeriggio filtra tra le nuvole, quando David Dunn si mette in cammino con il suo metal detector. Non è la prima volta che esplora quel campo. Lo aveva battuto in lungo e in largo, senza trovare nulla di significativo. Ma quel giorno qualcosa gli disse di tornare. Un’intuizione, un sesto senso inspiegabile, quasi come se la terra stessa volesse rivelargli un segreto custodito per secoli.

Passo dopo passo, il metal detector resta in silenzio, finché un debole segnale lo ferma. Non era forte, appena percettibile, ma sufficiente per incuriosirlo. Con pazienza inizia a scavare e, nascosti sotto pochi centimetri di terra, emergono due antiche monete romane. Il cuore gli batte più forte. La storia sta tornando alla luce. Corre a chiamare il proprietario del terreno, un agricoltore del posto, e insieme scavano più a fondo. A circa sessanta centimetri trovano quello che nessuno dei due avrebbe mai immaginato: cinquanta monete, tutte appartenenti all’epoca romana, molte delle quali perfettamente conservate.

Il tesoro di Sapcote
La scoperta, come riporta la BBC, è avvenuta nei pressi di Sapcote, un piccolo villaggio nel Leicestershire, Inghilterra. Situato nel cuore della campagna britannica, questo luogo è stato abitato fin dall’antichità e si trova non lontano da importanti vie romane. Dopo il ritrovamento, Dunn ha trasportato il prezioso bottino in una valigetta fino all’ufficio locale dei ritrovamenti archeologici, dove esperti hanno esaminato le monete per oltre un anno. Nessun museo ha avanzato richiesta per il tesoro, e così Dunn ha deciso di metterlo all’asta.
Le monete, appartenenti alla tipologia degli Antoniniani, risalgono al periodo di Carausio, un generale romano che nel 286 d.C. si autoproclamò imperatore della Britannia e della Gallia settentrionale. Il loro valore stimato oscilla tra le 1.200 e le 1.500 sterline, ma per Dunn il denaro è secondario. «Ciò che conta per me è il brivido della scoperta» ha dichiarato, aggiungendo che gran parte del ricavato andrà al contadino proprietario del terreno, che ha vissuto anni difficili dopo la pandemia.
La presenza romana nel Leicestershire
La regione in cui è avvenuto il ritrovamento era parte integrante della Britannia romana. Leicestershire era attraversata dalla Fosse Way, un’antica strada romana che collegava Exeter a Lincoln, fungendo da importante arteria commerciale e militare. L’area era costellata di insediamenti romani, ville rustiche e piccoli centri abitati.

Non lontano da Sapcote sorgeva Ratae Corieltavorum, l’odierna Leicester, una delle città più importanti della provincia. Dotata di terme, un foro e un teatro, Ratae era un nodo cruciale dell’amministrazione romana. I numerosi reperti rinvenuti nel corso degli anni confermano una presenza romana fiorente, con un’economia basata sull’agricoltura, il commercio e l’estrazione mineraria.
Il tesoro rinvenuto da Dunn potrebbe essere stato nascosto intenzionalmente in un momento di crisi, forse durante le turbolenze politiche della fine del III secolo, quando Carausio si ribellò contro Roma. Qualunque sia la sua origine, questo ritrovamento aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza della Britannia romana e dimostra, ancora una volta, quanto la storia sia ancora sepolta sotto i nostri piedi, in attesa di essere riportata alla luce.