“A causa del forte vento è crollato una parte consistente dell’acquedotto medioevale a Molina, un danno immane per la memoria storica della nostra comunità. – dice Giovanni de Simone, sindaco di Vietri sul Mare – Stiamo attivando tutte le procedure sia per la parte ancora in piedi sia per chiedere un possibile ripristino, cosa che già da un anno avevamo sollecitato con ordinanza sindacale avverso privati ed alla soprintendenza di Salerno, unico ente preposto per dar il via a qualsiasi lavoro di messa in sicurezza. Amareggiato. Prestare massima attenzione su tutto il territorio a causa del forte vento”.
Vietri sul Mare è un Comune di oltre 7mila abitanti della Costiera amalfitana – in provincia di Salerno, in Campania – noto per l’antica tradizione di lavorazione della ceramica. Molina – il luogo in cui è avvenuto il crollo – è una sua frazione il cui nome deriva dai mulini ad acqua, costruiti in epoca medioevale. L’acquedotto crollato era fondamentale per l’alimentazione dei mulini e costituiva, fino a ieri, una suggestiva e ardita quinta architettonica.
Originariamente l’acquedotto collegava, attraverso il ponte – chiamato Ponte del Diavolo – i due versanti della valle. Il Ponte del diavolo fu distrutto, con la chiesa di santa Maria della Neve – il 25 ottobre 1954 nella tragica alluvione che colpì Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare, Salerno, Maiori, Minori e Tramonti. Parte di Molina venne spazzata via da una grossa frana discesa dal pendio della montagna soprastante, da poco disboscata. Le vittime (tra Cava e Vietri, compresa Molina) furono 137.