Ristorante e bar suggestivi dentro una tomba rupestre di 3.000 anni fa. Scoppia la polemica. La storia del luogo. E tu come la pensi? Sacralità o riuso?

Il confine tra promozione turistica e sfruttamento si fa sempre più labile, specie nei contesti rurali. E ora vi chiediamo, provocatoriamente: perché limitare tutto? Che ne pensate? Il riuso appartiene alla storia dell’umanità o diventa sacrilego soprattutto perché la burocrazia deve celebrare sé stessa?

Un altopiano silenzioso, modellato da venti e rocce vulcaniche.
Un villaggio che sembra sospeso nel tempo.
E, incastonata nella parete, una tomba scavata nella pietra, vecchia di tre millenni.
Un tempo luogo sacro, oggi al centro di uno scandalo che infiamma l’opinione pubblica turca.
Perché qualcuno, tra le pieghe di questo paesaggio storico, ha deciso di trasformare la memoria in intrattenimento.


Una tomba nella “seconda Cappadocia”

La valle della Frigia e il villaggio di Ayazini, un patrimonio devastato dall’improvvisazione turistica

Ci troviamo nel villaggio di Ayazini, nella provincia di Afyonkarahisar, nella Turchia centro-occidentale. La zona, spesso definita la seconda Cappadocia per via delle sue formazioni rocciose uniche e dei numerosi siti rupestri, è un paesaggio scolpito nella pietra calcarea e tufacea, modellata da secoli di vento, acqua e presenza umana. La valle della Frigia — così chiamata in onore dell’antica civiltà anatolica che dominò queste terre tra il XII e il VI secolo a.C. — è oggi sotto la protezione provvisoria dell’UNESCO.

Ayazini è uno di quei luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato: un borgo rurale circondato da necropoli rupestri, chiese scavate nella roccia e misteriosi monumenti votivi. In uno di questi ambienti ipogei, una tomba di età frigia è stata recentemente trasformata in un bar-ristorante, completo di divani, illuminazione elettrica e stufe.


Frigi: la civiltà dimenticata dei re Mida

Un popolo anatolico legato al sacro, all’arte della pietra e alla musica delle cetre

I Frigi furono una delle civiltà più enigmatiche dell’Anatolia antica. Probabilmente originari della Tracia, migrarono in Anatolia centrale attorno al XII secolo a.C., dopo il collasso dell’Impero Ittita. Il loro centro principale fu Gordion, ma i segni del loro passaggio si trovano in tutta l’Anatolia occidentale. Noti ai Greci soprattutto per il mitico re Mida, personaggio semi-leggendario a cui veniva attribuito il tocco dell’oro, i Frigi costruirono tombe monumentali e santuari scolpiti nella roccia.

Le tombe rupestri frigie erano spesso camere rettangolari scavate nel fianco della montagna, con accesso monumentale e talvolta frontoni decorati. In alcuni casi, come nel sito di Ayazini, si trattava di tombe familiari collettive, destinate a piccoli clan o famiglie aristocratiche. L’interno era spoglio ma suggestivo, con nicchie scavate nelle pareti e ambienti che riflettevano un significato religioso profondo, legato al culto degli antenati e alla sacralità della pietra.


Candele, tappeti e camino: la trasformazione illegale

Un sito sacro adattato a locale turistico, con sedute ornamentali e swing panoramici

A operare la trasformazione è stata una società privata, che ha arredato la tomba con tappeti orientali, sedute imbottite, decorazioni rustiche, illuminazione artificiale, cavi elettrici e un camino per il riscaldamento a legna. Le immagini pubblicate sui social media mostrano un ambiente accogliente e surreale, presentato con lo slogan “La gloria delle stanze di pietra”.

All’esterno sono stati installati anche altalene panoramiche per i visitatori, mentre una porta a vetri trasparente è stata inserita all’ingresso della tomba per renderla utilizzabile anche d’inverno.


Le reazioni degli archeologi

“Neanche una sedia si può mettere senza permesso. Qui hanno costruito un salotto”

L’indignazione è stata immediata. Il prof. Nevzat Çevik, archeologo dell’Università di Akdeniz, ha dichiarato:

“Non si tratta solo di ignoranza, ma di un uso improprio deliberato. Non è nemmeno consentito posizionare una sedia accanto a un sito storico registrato senza permesso, figuriamoci trasformarlo in un ristorante.”

Ancora più netta è stata la prof.ssa Havva İşkan, una delle maggiori studiose turche di archeologia rupestre:

“Queste tombe hanno un profondo valore spirituale. Perforare la roccia sacra per installare l’elettricità è abominevole. Purtroppo hanno trasformato un sito di interesse culturale in un parco a tema.”


L’intervento del Ministero e il ritorno alla pietra nuda

Scatta l’indagine: rimosso ogni arredo, riaperta la tomba alla sua dignità originaria

A seguito delle proteste, il Ministero della Cultura e del Turismo turco ha avviato un’indagine formale. Il Direttore Generale dei Beni Culturali, Birol İnceciköz, ha confermato che il terreno su cui sorge la tomba è di proprietà privata, ma il monumento è iscritto nei registri del patrimonio archeologico nazionale e, in quanto tale, ogni modifica è da considerarsi illegale.


Il titolare: “Volevamo aiutare il turismo locale”

Una giustificazione che non basta: il sacro non si sfrutta

Il proprietario dell’esercizio, Halil Çakmak, si è difeso, affermando:

“Volevamo solo aiutare l’economia e il turismo locale. Non c’erano cattive intenzioni.”

Ha inoltre dichiarato di aver pagato un ecrimisil, una sorta di compensazione per l’utilizzo improprio di beni pubblici, ma non ha saputo spiegare perché ciò potesse giustificare l’uso di un sito archeologico. Ha promesso che le attività del bar continueranno solo nelle vicinanze, lasciando la tomba libera da ogni arredo.


Lungo la via dei re e dei morti

Quando il passato chiede rispetto e riceve solo spettacolo

Il caso di Ayazini solleva interrogativi profondi sulla tutela del patrimonio culturale in Turchia e nel mondo.


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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa