Rovine imitate e vere consunzioni. Una mappa di restauro per il criptoportico del Palazzo reale

L'edificio venne realizzato nel parco di Caserta per imitare le antichità romane. Brecce e crolli furono inseriti volutamente nel progetto, gli arredi e le pitture parietali sono invece di origine archeologica. Ora le verifica di ogni parte

Sono in corso le attività preliminari alla redazione del progetto di restauro del Criptoportico della Reggia di Caserta in particolare la campagna di rilievo e mappatura delle superfici e del manufatto nel suo complesso. Lo annuncia la stessa istituzione culturale. Il criptoportico e il Bagno di Venere furono realizzati per ricreare il fascino dei ruderi antichi, ricostruiti, ma completati con dipinti parietali strappati e statue originali. I buchi che appaiono simulano antichi crolli, ma sono stati voluti dal progettista.


“Le prime operazioni tenderanno a studiare con precisione le forme di degrado “reali” e quelle che, invece, sono state realizzate ad hoc sin dalla costruzione del manufatto. – spiegano gli studiosi del Palazzo Reale di Caserta – Il ninfeo semicircolare che caratterizza il Bagno di Venere, infatti, è stato sapientemente ricreato ad arte ad imitazione di un’antica rovina romana, secondo la moda nascente a quei tempi e derivata dagli scavi pompeiani ai quali appartengono anche alcune delle statue antiche sistemate nelle nicchie del Criptoportico”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz