Sanremo. Sai cosa significa Ariston? Cos’era un Odeon? Cosa poteva unirli? Ciò che dobbiamo sapere e che ci arriva dalla cultura classica. E l’Arena cos’era esattamente?

La facciata del teatro Ariston di Sanremo @ Kallerna (talk | contribs)

Divertiamoci a capire un po’ le differenze tra i termini che indicano i vari edifici in cui si faceva spettacolo, nell’antichità. E partiamo dal centro dello spettacolo di questi giorni, il Teatro Ariston di Sanremo che non è soltanto la sede fisica del Festival della canzone italiana.


Il significato del nome “Ariston”

Il termine “Ariston” deriva dal greco aristos, che significa “il migliore”, “eccellente” o “superiore”. Questa scelta non è casuale: sin dalla sua adozione, il nome intendeva evocare un ideale di perfezione e qualità, riflettendo, poi, l’obiettivo stesso del Festival di Sanremo, che si propone di mettere in luce il meglio della creatività e del talento musicale italiano. In un’epoca in cui il panorama artistico è in continua evoluzione, il Teatro Ariston si presenta come un tempio moderno dell’arte, un luogo in cui ogni performance è un omaggio all’eccellenza.


Storia del Teatro Ariston

Il Teatro Ariston – il cui nome, preso in prestito dal greco ἄριστον, significa, appunto, “eccellente” o “migliore”, la stesse radice di aristocrazia, cioè il potere dei migliori – è uno dei cinema-teatro più celebri d’Italia, situato nella città di Sanremo (IM). Questo spazio, destinato ad ospitare una varietà di spettacoli ed eventi, è soprattutto conosciuto per essere la sede del famoso Festival di Sanremo.

Storia
Negli anni ’40, il commendatore Aristide Vacchino scelse di acquistare il terreno destinato a ospitare la futura struttura. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1953 e, dieci anni dopo, nel 1963, prese vita il Teatro Ariston, un edificio imponente, che all’epoca si distingueva per l’adozione di tecnologie costruttive innovative.

Seppur concepito in origine come luogo per proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali di ogni genere, l’Ariston divenne celebre a livello nazionale a partire dal 1977, anno in cui iniziò ad accogliere il Festival della Canzone Italiana – meglio noto come Festival di Sanremo, in precedenza ospitato nel salone delle Feste del Casinò Municipale della “città dei fiori”. Oltre al Festival della Canzone Italiana, il teatro è la sede annuale del Premio Tenco e, fino al 2014, ha ospitato anche il Premio regia televisiva, noto come Oscar Tv. Inoltre, dal Teatro Ariston sono state trasmesse su Rai Uno le prime due edizioni dello show “Ti lascio una canzone” (2008 e 2009), il talent show “Sanremo Young” nelle edizioni 2018 e 2019 e l’edizione 2021 di “PrimaFestival”.

A partire dagli anni ’80, l’Ariston è diventato anche il palcoscenico della puntata speciale di “Domenica in”, dedicata all’edizione appena conclusa del Festival di Sanremo e trasmessa il giorno successivo alla serata finale, tradizionalmente svoltasi di sabato.

Ancora oggi, la struttura resta di proprietà della famiglia Vacchino, che nel 2017 ha acquistato un edificio a quattro piani adiacente al teatro. Questo intervento, parte di un progetto di ristrutturazione e ampliamento, ha permesso di creare nuovi spazi funzionali, quali camerini, sale riunioni e aree logistiche.


Che cos’è invece un Odeon?

Per comprendere appieno l’eredità culturale che permea il nome Ariston, è utile fare un salto indietro nel tempo e osservare l’Odeon – una tipologia di edificio che ha avuto un ruolo fondamentale nella vita artistico-musicale dell’antichità. L’ etimologia della parola Odeon indica un edificio destinato alle audizioni e recite musicali (ᾄδειν, ᾠδή “cantare, canto”). L’edificio era dotato del tetto – quindi era chiuso, coperto – per potenziare l’acustica, mentre i teatri erano generalmente all’aperto. Quindi l’Ariston appartiene alla categoria dell’odeon. L’odeon era dotato di legno, per l’acustica e, per certi aspetta, somiglia ai nostri teatri-bomboniera.

L’Odeon romano di Cibyra in Grecia. Risale al II secolo d.C. @ Foto Dosseman


Origini e funzioni

Nell’antica Grecia e, in seguito, a Roma, l’Odeon era un edificio destinato principalmente ad ospitare spettacoli musicali, recitazioni poetiche, competizioni culturali, ma anche riunioni politiche Diversamente dai grandi anfiteatri, concepiti per combattimenti, o dei teatri – che ospitavano grandi rappresentazioni teatrali – l’odeon era progettato per creare un ambiente intimo e acusticamente raffinato, ideale per la valorizzazione della parola e del canto. E l’Arena di Verona? Non era né un teatro né un Odeon, ma un anfiteatro, come il Colosseo. Anche se oggi l’Arena è utilizzata per spettacoli musicali, ai tempi dei romani era cornice degli spettacoli dei gladiatori. Volete saper distinguere al volo un teatro da un anfiteatro? Il teatro – e con esso l’odeon che, di fatto, è un teatro coperto – è, più o meno, un semicerchio, mentre l’anfiteatro è un’ellissi, cioè un cerchio intero, leggermente allungato Quindi. Mezzo anello, tagliato da un una linea di diametro: teatro o odeon. Anello intero: anfiteatro. E anello allungatissimo? E’ un circo romano, utilizzato soprattutto per le corse dei cavalli.

Dimensioni e struttura dell’odeon

Le gradinate dell’odeon. Lo spazio del palcoscenico e il muro del fondale che saliva fino al tetto @ Foto Dosseman
  • Forma e Disposizione:
    Tipicamente, un odeon presenta una forma soprattutto semi-circolare, con le file di gradinate disposte a concentrazione attorno alla scena, in modo da garantire una diffusione ottimale del suono. Questa configurazione, studiata nei minimi particolari, favorisce un’esperienza uditiva quasi magica, in cui ogni nota e ogni parola vengono percepite con chiarezza.
  • Dimensioni:
    Le dimensioni di un odeon variano a seconda dell’importanza della città e delle esigenze dell’epoca. Alcuni odei potevano ospitare poche centinaia di spettatori, mentre altri, come l’Odeon costruito da Erode Attico (oggi conosciuto come Odeon di Herodes Atticus, situato a fianco dell’Acropoli di Atene), potevano raggiungere una capienza di diverse migliaia di persone.
  • Materiali e costruzione:
    La scelta dei materiali era determinata non solo dall’estetica, ma anche dalla funzionalità: il marmo, il calcare e altre pietre pregiate venivano ampiamente utilizzati per la loro capacità di resistere al tempo e di esaltare la bellezza architettonica. Il tetto, spesso sostenuto da colonne e archi, era realizzato in legno o pietra, in modo da proteggere gli spettatori pur mantenendo una buona acustica. Parti in legno avevano la funzione di ridurre l’eco, facendo vibrare, invece, il suono, che si diffondeva senza alterazioni.

Aspetti funzionali ed estetici

L’architettura dell’odeon non era soltanto una questione di tecnica costruttiva, ma rifletteva anche una profonda concezione estetica e culturale. Ogni elemento – dalla disposizione delle gradinate alla scelta dei materiali – era studiato per creare un ambiente armonioso e suggestivo, capace di elevare l’esperienza dello spettacolo a una dimensione quasi rituale.


La connessione tra Odeon e Ariston

A un livello più simbolico, la relazione tra Odeon e Ariston si fonda su radici culturali e linguistiche comuni, entrambe direttamente riconducibili alla tradizione greca.

  • Radici linguistiche e concettuali:
    Se da un lato “Ariston” richiama l’idea di eccellenza – il “meglio” in termini di prestazione artistica – dall’altro “Odeon” evoca il mondo del canto e della poesia (ode in greco significa appunto “canto”). Entrambi i termini sottolineano, seppur da prospettive differenti, la celebrazione delle arti e il desiderio di elevare la qualità dell’esperienza culturale.
  • Funzione e scopo:
    L’antico odeon era concepito come luogo privilegiato per esaltare le espressioni musicali e poetiche, un ambiente studiato per dare spazio al meglio dell’arte performativa. Analogamente, il Teatro Ariston, pur rappresentando una struttura moderna e tecnologicamente avanzata, si pone l’obiettivo di essere il palcoscenico in cui il meglio della musica e della creatività italiana trova la sua massima espressione. In questo senso, l’Ariston di Sanremo può essere visto come una reinterpretazione contemporanea dello spirito che animava gli antichi odei.
  • Architettura e acustica:
    Anche dal punto di vista architettonico emergono analogie: la cura per l’acustica, l’attenzione alla visibilità del palco e il design studiato per valorizzare lo spettacolo sono elementi che accomunano queste due realtà, nonostante la distanza temporale e stilistica.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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