Scoperta. Dalla polvere una scena etrusca “unica”. Il segreto della tomba 6438: una scoperta straordinaria nel cuore di Tarquinia dopo il crollo di una parete. Cosa è stato trovato?

Era nascosta sotto terra da oltre 2500 anni, protetta dai crolli e dal tempo. Ma nel cuore della necropoli etrusca dei Monterozzi, una scoperta ha riacceso i riflettori su una civiltà che ancora oggi affascina e sorprende: la tomba n. 6438, un sepolcro dipinto che racconta con immagini e colori una storia antica, forse unica nel suo genere. La tomba è stata dedicata alla memoria di Franco Adamo, il grande restauratore delle tombe dipinte tarquiniesi, scomparso prematuramente nel maggio 2022, poco dopo aver completato il restauro della Tomba dei Vasi Dipinti.

Un ritrovamento inaspettato

L’anno era il 2022 quando, durante un sopralluogo della Soprintendenza, alcune cavità nel terreno rivelarono l’esistenza di tombe già saccheggiate in passato. Ma una parete crollata svelò qualcosa di inatteso: una camera funeraria più profonda, parzialmente invasa da detriti e terra. Una scoperta resa ancora più emozionante dalla presenza di splendide pitture murali, conservate sotto gli strati di polvere e calcare.

Il mistero delle pitture etrusche

Gli archeologi si sono trovati di fronte a un affascinante enigma. Le pareti della tomba sono decorate con scene di danza sfrenata e figure enigmatiche: un flautista elegante, uomini e donne in movimento, una donna affiancata da due giovani. Ma è la parete destra a custodire il mistero più grande: tra le incrostazioni terrose, emerge l’immagine di un’officina metallurgica in piena attività. Che sia il laboratorio del dio Sethlans, l’Efesto degli Etruschi? O un’officina reale appartenente alla famiglia del defunto?

“Da decenni, questa è la prima nuova tomba dipinta con fregio figurato che viene scoperta a Tarquinia e si preannuncia molto intrigante per la sua storia, per il livello artistico e per alcune delle scene rappresentate, uniche nel loro genere”, ha dichiarato Daniele F. Maras, funzionario archeologo responsabile della scoperta.

Le tombe etrusche e la loro decorazione

Le tombe etrusche a camera erano strutture sotterranee scavate nella roccia, progettate per ospitare i defunti e i loro corredi funerari. Spesso riproducevano l’interno di una casa, con soffitti a travi dipinte e pareti ornate da affreschi. Le decorazioni avevano uno scopo rituale e simbolico: rappresentavano scene di banchetti, danze e giochi, alludendo a una vita ultraterrena gioiosa e alla celebrazione del defunto. I colori vivaci e le raffigurazioni dettagliate dimostrano l’importanza della continuità tra la vita e la morte nella cultura etrusca.

Una sfida per gli archeologi

Lo scavo della tomba 6438 ha rappresentato una sfida senza precedenti. La camera era stata svuotata già in tempi antichi, ma il crollo della tomba superiore aveva trascinato con sé reperti più antichi di oltre un secolo, creando un mosaico di epoche e manufatti da decifrare. Frammenti di ceramica attica a figure rosse sono le uniche tracce rimaste del corredo originario, mentre le pitture murali necessitano di un lungo e delicato restauro.

Il futuro della tomba 6438

Grazie a un finanziamento straordinario del Ministero della Cultura, le operazioni di recupero sono in corso. Le pitture vengono progressivamente riportate alla luce con tecniche avanzate, inclusa l’imaging multispettrale per rivelare i pigmenti scomparsi nel tempo. Per proteggere il sito, si sta costruendo una struttura di sicurezza che permetterà un giorno la visita al pubblico, trasformando questa scoperta in un’opportunità unica per conoscere da vicino l’arte e la vita degli Etruschi.

Un ritrovamento che non solo arricchisce il patrimonio archeologico di Tarquinia, ma riaccende il fascino per una civiltà ancora avvolta nel mistero.to.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa