Statuette votive e decorazioni di un tetto segnalano un altro edificio sacro antichissimo nella Valle dei Templi

La straordinaria scoperta di elementi architettonici – dice il professor Adornato, alla chiusura degli scavi 2021 - documenta la presenza di un edificio sacro arcaico non ancora individuato: si tratta della decorazione fittile del tetto di un tempio databile nella seconda metà del VI secolo a.C. Questo dato costituisce la prova che il Tempio D, costruito intorno alla metà del V secolo a.C., sostituì un precedente edificio di culto

Fonte: Scuola Normale superiore di Pisa, foto courtesy Parco archeologico della Valle dei Templi e Scuola Normale superiore di Pisa

Ultimata la seconda campagna di scavi della Scuola Normale Superiore nell’ambito della convenzione con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi diretto da Roberto Sciarratta. A seguito degli importanti risultati acquisiti durante gli scavi del 2020, l’equipe di ricerca diretta da Gianfranco Adornato, professore di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana alla Scuola Normale, ha ampliato in questa tornata le aree di indagine all’interno del santuario del tempio D, detto di Hera o Giunone, sotto la supervisione di Maria Concetta Parello, funzionaria archeologa del Parco.

“I materiali ceramici rinvenuti confermano una frequentazione dell’area della Collina meridionale già all’indomani della fondazione di Agrigento (580 a.C. ca.). La straordinaria scoperta di elementi architettonici – prosegue Adornato – documenta la presenza di un edificio sacro arcaico non ancora individuato: si tratta della decorazione fittile del tetto di un tempio databile nella seconda metà del VI secolo a.C. Questo dato costituisce la prova che il Tempio D, costruito intorno alla metà del V secolo a.C., sostituì un precedente edificio di culto: alla fase arcaica del santuario dovrebbe risalire anche il muro occidentale, indagato per la prima volta, che costituiva il limite dell’area sacra. I numerosi ex-voto in terracotta e in bronzo, una eccezionale statuetta in pietra (un suonatore di strumento a corde), le ossa combuste e i resti di sacrifici portati alla luce confermano la destinazione sacra dell’area e forniscono preziose informazioni sui riti che vi si svolgevano”.


Di grande rilievo anche l’individuazione di strutture architettoniche a ridosso dell’area sacra che permettono di comprendere l’articolazione e la trasformazione del santuario in età tardo classica rispetto alle adiacenti mura di fortificazione. Dal settore si segnala l’eccezionale rinvenimento di un frammento in marmo di un avambraccio di una figura maschile o femminile, forse pertinente alla decorazione architettonica del tempio di età classica.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz è uno storico e un critico d'arte. Fondatore di Stile arte, è stato direttore dei Musei Bresciani (Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo, Santa Giulia e Castello dal 2009 al 2014) coordinando, tra le altre cose, il dossier della candidatura Unesco di Brescia e dell'Italia Longobarda, titolo concesso dall'ente sovrannazionale. Ha curato grandi mostre sia archeologiche - Inca - che artistiche - Matisse - con centinaia di migliaia di visitatori. Ha condotto studi di iconologia e di iconografia. Ha trascorso un periodo formativo giovanile anche in campo archeologico. E' uno specialista della pittura tra Cinquecento e primo Seicento ed è uno studioso del Caravaggio. E' iscritto all'Ordine dei professionisti professionisti E' stato docente di Museologia e Museografia all'Accademia di Brescia