Un’antica “foglia” di bronzo scoperta tra le zolle del campo. Cos’è? A cosa serviva? Come si leggono i simboli che reca? Perché la forma di mandorla? Rispondono gli esperti

L’oggetto doveva essere portato appeso al collo, ma non era un semplice ciondolo. Il reperto è venuto alla luce in un campo. L’osservazione del bel reperto ci fornisce numerose informazioni, che ora leggeremo. Cosa c’è nello stemma?

Il timbro gotico per sigilli è stato portato alla luce nello Jutland occidentale, in Danimarca. Apparteneva – il nome appare sul margine del sigillo stesso – a Esger Juul, arcivescovo di Lund nel XIV secolo. Questo straordinario oggetto è stato scoperto da un cercatore con metal detector e risale esattamente a 700 anni fa, poiché Esger Juul morì il 17 gennaio 1325. Il timbro per sigilli era utilizzato per imprimere il marchio sulla ceralacca.

L’oggetto di bronzo a cera persa ha una forma ovale – di foglia, di mandorla, d’occhio – e presenta al centro un’immagine di San Francesco d’Assisi, raffigurato con la sua lunga tunica semplice, le braccia sollevate e le mani aperte. E’ il momento in cui il santo riceve le stigmate e, al tempo stesso, è il raccordo tra Dio e il mondo, attraverso la preghiera. Sopra di lui, due montagne, che rievocano la Verna. Ai lati si trovano dei fiori di giglio coricati, un motivo ricorrente nei sigilli di Esger Juul. Accanto al Santo, essi assumono il significato di purezza o castità – come i nodi del cordone del saio, che ricordano i voti – e probabilmente alludono, al contempo, al motivo dei Fioretti. E’ probabile che il motivo dei tre apici o monti e dei gigli fosse presente nello stemma nobiliare della famiglia e che il sigillo sia nato da una sorta di interpretazione dei motivi araldici, inseriti nel piano figurativo dell’episodio delle stigmate di Francesco.

L’iscrizione sul sigillo recita: “S’ ESGERI FILII NICHOLAI IUUL DE DACIA”, che si traduce in “Sigillo di Esger figlio di Nielsen Juul dalla Danimarca”.

L’oggetto ha un anello di sospensione nella parte superiore, suggerendo che Esger Juul lo portasse come pendente attaccato a una catena intorno al collo, un’importante misura di sicurezza per proteggere la sua firma legale.

Esger Juul: un profilo storico

Il padre di Esger, Niels Juul, era un nobile dello Jutland e membro del Danehof, il parlamento medievale danese. Niels sostenne il re Erik V di Danimarca contro il duca Valdemaro IV di Schleswig, che rivendicava l’isola di Als. Esger, seguendo le orme del padre, entrò nella Chiesa in giovane età e divenne un sostenitore del re Erik VI, figlio di Erik V, nella sua disputa con Jens Grand, allora arcivescovo di Lund.

Questa disputa durò un decennio, durante il quale Esger si recò a Roma nel 1299 per negoziare con le autorità papali a nome del re, riuscendo a ottenere il trasferimento di Jens Grand. La sua abilità nel mediare il riavvicinamento tra il re di Danimarca e il Papa gli valse la nomina a vescovo di Aarhus nel 1306 e, nel 1310, a arcivescovo di Lund, diventando così il capo della Chiesa danese.

Il ruolo e i viaggi di Esger Juul

In qualità di arcivescovo, Esger Juul viaggiò estensivamente sia in Danimarca che all’estero, visitando Vienna, Avignone, Svezia e Germania. Questo spiega perché l’iscrizione del suo sigillo faccia riferimento alla sua nazionalità danese, un’informazione che non sarebbe stata necessaria se avesse usato il sigillo solo localmente.

Il contesto del ritrovamento

Il sigillo è stato trovato a Store Skindbjerg Mark nella parrocchia di Dejbjerg, tra Ringkjøbing e Skjern. Questo suggerisce che la famiglia di Esger Juul potrebbe provenire da questa area. Nel 1310, Esger Juul donò tutte le sue proprietà nel distretto di Skast ai canonici di Ribe, e nel 1312 donò altre tre fattorie, sempre nel distretto di Skast, alla cattedrale di Ribe.

“Non sappiamo esattamente da dove provenga la famiglia di Esger Juul nello Jutland, ma il sigillo indica che potrebbe avere origini e connessioni con questa zona. Questa parte dello Jutland occidentale è stata già teatro di molte attività attraverso vari periodi storici, quindi sarebbe interessante se anche Esger Juul potesse essere collegato a questa regione. Ciò conferma l’importanza dello Jutland occidentale nella storia danese,” afferma Michelle Wølch Staffe, archeologa e curatrice museale presso Archaeology West Jutland.

Uso dei sigilli nel Medioevo

Nel Medioevo, i sigilli erano strumenti fondamentali per autenticare documenti e garantire la loro validità legale. Essi venivano utilizzati da sovrani, ecclesiastici, nobili e altri individui di alto rango per sigillare lettere e decreti ufficiali. Il sigillo personale serviva come firma e garanzia di autenticità, impedendo alterazioni o falsificazioni.

I timbri dei sigilli medievali erano spesso realizzati in metallo e presentavano simboli araldici, iscrizioni e immagini sacre o personali. L’importanza dei sigilli risiedeva nella loro capacità di rappresentare l’autorità e l’identità del proprietario, rendendoli oggetti di grande valore sia simbolico che pratico.

Nel caso di Esger Juul, il sigillo fungeva non solo da strumento di convalida dei documenti ma anche da simbolo del suo ruolo e della sua posizione nella Chiesa danese. La presenza del sigillo su di lui, portato come pendente, sottolinea l’importanza della sicurezza e della disponibilità immediata di questo strumento cruciale per le sue funzioni ufficiali.

La mandorla è una figura geometrica, simbolica e artistica di grande importanza nel gotico e nel misticismo, rappresentando un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il terreno e il divino.

La Mandorla nel Gotico

Nel periodo gotico, la mandorla assume un ruolo fondamentale nell’arte sacra, soprattutto nelle rappresentazioni della Maestà di Cristo o della Vergine Maria. È una forma ovale allungata, spesso utilizzata per circondare figure sacre, conferendo loro un’aura di santità e trascendenza. La mandorla gotica incarna il connubio tra la sfera terrena, rappresentata dal cerchio inferiore, e quella divina, simboleggiata dal cerchio superiore, creando un’intersezione che rappresenta l’incarnazione o la manifestazione del divino nel mondo. Al tempo stesso, essa ricorda la forma dell’occhio, che ricorda Dio che guarda.

Le cattedrali gotiche, con la loro architettura ascendente, utilizzano spesso la mandorla nei portali, nelle vetrate e nei timpani, per incorniciare figure chiave della cristianità, creando un effetto visivo che guida lo sguardo del fedele verso l’alto, verso il cielo, sottolineando l’ascesa spirituale e il contatto con il divino.

La Mandorla nel Misticismo

Nel misticismo, la mandorla è spesso interpretata come simbolo del vesica piscis, l’intersezione di due cerchi uguali che rappresentano la dualità dell’esistenza – maschile e femminile, materiale e spirituale, umano e divino. Questo simbolo è carico di significati esoterici e filosofici, spesso associato alla sacro geometria e alla creazione del mondo.

Nel contesto mistico, la mandorla rappresenta la porta d’accesso alla conoscenza superiore e alla trascendenza. È vista come il grembo universale da cui proviene tutta la vita e attraverso cui l’anima può rinascere a una dimensione superiore di esistenza. Molti mistici medievali hanno descritto esperienze di illuminazione spirituale utilizzando la mandorla come metafora del loro ingresso in stati di consapevolezza più elevati.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa