Mostre | Marcello Grassi e l’Archeologia dello Sguardo all’Arsenale di Iseo (Bs)

La mostra è visitabile dal 18 settembre al 7 novembre alla Fondazione l’Arsenale di Iseo. L’ingresso è gratuito.

[A]rcheologia dello Sguardo, è l’esposizione fotografica di Marcello Grassi visitabile dal 18 settembre al 7 novembre alla Fondazione l’Arsenale di Iseo. La mostra è la prima di tre tappe di un progetto espositivo itinerante in Italia e all’estero dedicato alla ricerca del fotografo italiano Marcello Grassi (Reggio Emilia, 1960), conosciuto a livello internazionale per la sua indagine sulle vestigia del passato conservate in musei e siti archeologici europei, da Ravenna ad Arles, dal Louvre agli Uffizi, e raccontate attraverso scatti di profonda poesia.

Ogni mostra proporrà al pubblico un percorso appositamente pensato per la sede museale ospitante: alla Fondazione l’Arsenale di Iseo la curatrice Ilaria Bignotti ha ideato un itinerario che parte dalle fotografie dedicate ai luoghi archeologici, con una particolare attenzione ai concetti di varco e soglia come metafora di una osmosi tra passato e presente.

Diciotto opere, rigorosamente selezionate, evidenziano in Arsenale la capacità del fotografo di raccontare il passato come materia mutevole, che si impregna nella roccia e nella terra delle sculture e dei monumenti, rendendo i soggetti fotografati vivi e presenti davanti ai nostri occhi.

Tra le opere fotografiche esposte in mostra, spicca il trittico dedicato alla Vittoria Alata, colto da Grassi nel nuovo allestimento al Capitolium del Museo Santa Giulia di Brescia progettato dall’artista e architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg; le fanno eco l’assorta Musa Polimnia alla Centrale Montemartini di Roma, la maestosa Nike di Samotracia al Louvre di Parigi. Ma la mostra offre anche straordinarie vedute di siti archeologici internazionali, da Nice-Cimiez al Tempio Capitolino di Brescia, dal Palazzo Grimani di Venezia agli scavi di Ercolano, dalla sontuosa Villa di Adriano a Tivoli al Foro di Aquileia.

Metafora del desiderio quotidiano di resistere al tempo e di oltrepassare lo spazio, l’opera di Grassi è Archeologia dello Sguardo perché, nello scavare nei secoli alla ricerca di una bellezza che accoglie il cambiamento, l’erosione, anche la perdita – le sue fotografie non sono mai ritoccate e sono frutto di pazienti attese da parte dell’artista all’interno delle sale dei musei o nelle aree archeologiche selezionate –, è capace di restituirci, nuove e mai vedute prima, le forme della storia e della cultura dell’uomo venuto prima di noi, di una memoria alla quale oggi possiamo ancora attingere.

Sono questi i temi portanti dell’opera di Grassi che la mostra restituisce allo sguardo del pubblico, chiedendogli una contemplazione “sensoriale”: lo sguardo che Marcello Grassi sollecita attraverso la sua opera è, infatti, come sottolinea Bignotti in catalogo, “uno sguardo aptico: l’etimologia della parola, greca, rimanda al tatto, al tocco […] Guardando le opere di Marcello Grassi, l’occhio trasmette alle dita, alla nostra pelle, la granulosità della materia minerale di cui son fatte le sculture e le vestigia ritratte. Le sentiamo al tatto, sebbene non le stiamo toccando”.

Le prossime tappe espositive, dopo l’esordio a Iseo, saranno il Museo Nazionale Romano in cui i volti e i corpi statuari saranno protagonisti e la Galleria IAGA Contemporary Art a Cluj-Napoca, in Romania, che sostiene il progetto espositivo e rappresenta a livello internazionale l’opera dell’artista. Qui, nell’ultimo e terzo ambiente espositivo, il tema saranno i gesti, vittoriosi o pudichi, eroici o intimi.

 

BIOGRAFIA
L’artista, Marcello Grassi

Marcello Grassi nasce a Reggio Emilia nel 1960.

Fin da piccolo grazie all’aiuto e alla passione del padre Corrado, si interessa alla fotografia.

Nel 1985, dopo aver visitato alcune esposizioni programmate per l’Anno degli Etruschi e dopo la lettura del libro Il Tempo, grande scultore di Marguerite Yourcenar, progetta un lavoro di “scavo visivo” nei luoghi, città e necropoli della civiltà etrusca.

Nel 1999, in occasione dell’esposizione al Musée Reattu di Arles, Federico Motta Editore pubblica il volume Etruria.

Nel 1992 riceve l’incarico di fotografare i reperti della collezione archeologica conservati nel Cortile e nella Galleria dei Marmi dei Musei Civici di Reggio Emilia.

Da questa prima serie di immagini prende l’avvio una lunga ricerca sull’Anatomia del Tempo, condotta in musei e siti archeologici in Italia e in Europa.

Dal 1994 al 1996 fotografa la città di Arles.

Nel 1995 inizia una serie di fotografie – Il Giardino di Borges – sul tema del rapporto tra reale e irreale, avente come soggetto principale le collezioni conservate nelle raccolte zoologiche di musei italiani.

Nel 1997, su incarico del Musée Archéologique di Nice-Cimiez, realizza un servizio sul sito locale.

Nel 1998 nell’ambito degli scambi culturali previsti nel programma di gemellaggio, con quella dell’Enzkreis in Germania, la Provincia di Reggio Emilia lo invita a fotografare il monastero cistercense di Maulbronn.

Dal 2002 lavora con Fabrizio Orsi a un progetto su Luzzara a cinquant’anni esatti dalla pubblicazione del libro Un Paese di Cesare Zavattini e Paul Strand.

Alla fine del 2004 viene presentato il volume Luzzara. Cinquant’anni e più… edito da Skira Editore con un testo di Luciano Ligabue.

Nel 2007 sempre con Fabrizio Orsi realizza a Berlino il progetto Identità tra le città d’Europa presentato alla seconda edizione di Fotografia Europea – Reggio Emilia.

Nel 2015 ha esposto la serie Herculaneum, dedicata alla città di Ercolano vittima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. nella decima edizione di Fotografia Europea – Reggio Emilia.

Dal 2019 è rappresentato in esclusiva dalla galleria IAGA Contemporary Art di Cluj-Napoca.

Nel 2020 viene selezionato nel contesto del bando nazionale “Manifestazione di interesse per la realizzazione di mostre fotografiche da effettuarsi negli spazi espositivi del Museo Nazionale Romano per il triennio 2020/2022”.

Ha esposto in numerose personali e collettive in Italia e all’estero dove le sue fotografie sono conservate presso Musei e Istituzioni. Sulle sue ricerche hanno scritto tra gli altri: Charles-Henri Favrod, Michèle Moutashar, Massimo Mussini, Nadia Raimondi, Luciano Ligabue, Robert Pujade, Umberto Nobili, Jean Arrouye, Paolo Barbaro, Elio Grazioli, Walter Guadagnini, Thomas Brussig, Roberto Mutti, Angela Madesani, Sandro Parmiggiani, Ilaria Bignotti.

 

Titolo della mostra
Marcello Grassi. Archeologia dello Sguardo

Sede espositiva
Fondazione l’Arsenale di Iseo, Vicolo Malinconia 2

Periodo
Da sabato 18 settembre a domenica 7 novembre 2021

Una mostra a cura di Ilaria Bignotti in collaborazione con Camilla Remondina e con il supporto della Galleria IAGA Contemporary Art, Cluj-Napoca, Romania con il Patrocinio di Comune di Iseo

La mostra è visitabile il giovedì e il venerdì dalle ore 15:00 alle ore 18:00, sabato e domenica dalle ore 10:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

L’ingresso è gratuito. Per ulteriori informazioni: segreteria.arsenaleiseo@gmail.com e www.fondazionearsenale.it .

 

Opere in mostra

Opere fotografiche dedicate alle vestigia e ai reperti archeologici dei seguenti musei e siti:

  • Museo di Santa Giulia, Brescia
  • Museo Nazionale Romano, Roma
  • Musei Capitolini, Roma
  • Mercati di Traiano, Roma
  • Centrale Montemartini, Roma
  • Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa
  • Villa di Adriano, Tivoli
  • Foro di Aquileia
  • Scavi di Ercolano
  • Museo Archeologico Nazionale di Napoli
  • Museo di Palazzo Grimani, Venezia
  • Musée du Louvre, Paris
  • Musée Archéologique de Nice-Cimiez

 

 

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa