L'artista, terza ex aequo al Nocivelli, sezione scultura: "È come se passassimo l’intera nostra vita a risolvere equazioni, le quali talvolta ci risultano impossibili. La scultura rappresenta una delle incognite che rimangono irrisolte e, per la loro importanza esistenziale, si materializzano nel vissuto quotidiano e nelle nostre continue riflessioni. La grande X giace al suolo, con una forte presenza fisica e materica, si impone nel mondo reale quale simbolo dell’atavico tentativo di scoperta dell’inconoscibile. La durezza e la resistenza del marmo sono caratteristiche associabili a queste incognite metastoriche: enti che vivono al di là del tempo umano".
L'artista, terza ex aequo al Nocivelli, sezione scultura: "In “Circostanza” ho analizzato e delimitato lo spazio della sedia, ho studiato i pieni e i vuoti e come convertire questi in pieno dandogli fisicità e corporeità. Ho riempito lo spazio della sedia rendendola inagibile e inabitabile. L'impronta ottenuta non è altro che una traccia di una convivenza costretta e di una impossibilità di movimento vista al negativo. Una sorta di risposta ad una reale circostanza. La sedia presa in esame è una sedia del mio ambiente quotidiano, e l'opera è il risultato del calco in gesso della seduta e dello schienale".
In un’epoca tecnologica sempre più avanzata, omologante e contrassegnata dalla perdita di un’identità che si sente sfuggire fagocitata dai ritmi dell’informatica contemporanea, nonché dall’alienazione dell’individuo e suo divorzio dal tessuto sociale, Venanti continua a narrare la realtà – nella maggioranza dei casi entro parametri figurativi - con una successione di impressioni e divagazioni, sconfinando perlopiù nel sogno e nella scomposizione dei particolari. La sua opera si potrebbe configurare come uno straordinario laboratorio d’idee controcorrente, da una parte densamente impregnato di realismo magico, dall’altro squisitamente rinascimentale, tra riviviscenza gotica e simbolismo immateriale, ascrivibile ad uno stile fluido e soprattutto appartenente alla sfera dell’ineffabile
"Non mi identifico con uno stile effettivo - dice Lorenzo Galuppo, la cui opera è stata premiata al Nocivelli e collocata al terzo posto della sezione pittura - ho poca esperienza e ancora tanto da sperimentare. Ma se dovessi dire che linguaggio preferisco in generale, direi il concettuale. Al di là della definizione che Joseph Kusoth ci fornisce di tale genere, descrivendo il concetto come un'entità atarassica ed austera, capace di discernere l'idea dalla bellezza estetica, trovo che anche il figurativo possa trasformarsi in un segno esprimente simboli come una metafora concettuale. nell'immagine finale di un prodotto; ogni linguaggio è prediletto se risponde all'esigenza espressiva.
L'artista risponde alle domande di Stile arte. La sua opera Multifarfalle si è aggiudicata il terzo gradino della sezione fotografia: "Il tema che ho voluto trattare nelle mie opere parla di Identità, ovvero come rappresentare stati di anima come metafore artistiche. C’è anche una ricerca sui concetti intercorrenti tra corpo, spazio e movimento. Ovvero come rappresentare il movimento nell’immagine fissa. Per la realizzazione ho creato la composizione, lavorando sul chiaro /scuro, poi ho rielaborato le mie immagini tramite diversi programmi digitali per arrivare a un ’espressione pittorica"."
Il corso è rivolto tanto a chi vuole muovere i primi passi creativi nell’ambito artistico, ma pure a coloro che già dipingono e che si vogliono confrontare con tecniche o materiali nuovi o sono interessati culturalmente a conoscere nuove modalità espressive o i segreti della pittura antica o a raccogliere qualche idea nuova, per adattarla e trasformarla.
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L’opera era coperta da un dipinto di un allievo del Vecellio, che aveva rielaborato la tela, lasciata incompiuta dal maestro, trasformandola in “Tobia e l’Angelo”, in modo tale da essere venduta più facilmente. Verso metà del ’700 il quadro fu comprato dallo zar Nicola I dalla Collezione Barbarigo di Venezia. Più tardi fu acquistato dal conte Tyszkiewicz di San Pietroburgo, e in seguito da Renè Gimpel, noto collezionista francese. Quest’ultimo, allo scoppio della seconda guerra mondiale, prese parte al conflitto, schierandosi con la Resistenza, e spedì tutti i suoi dipinti a Londra, senza che nessuno ne conoscesse l’esatta ubicazione.
Michelangelo, Leonardo, Botticelli, Piero della Francesca..... In rapida sequenza, in questo video di circa 14 minuti, ecco una selezione dei capolavori assoluti che hanno rivoluzionato il mondo dell'arte.
Stile intervista il vincitore del secondo premio pittura al Nocivelli. L'artista:"Il metodo ricorrente di questi ultimi anni è proprio l’uso della fotografia come pretesto da cui partire per realizzare l’opera. Quindi il paesaggio reale, in questo caso, si trasforma in paesaggio inventato, dove trova collocazione il mausoleo di Teodorico di Ravenna, edificio dell’antichità bizantina, che fu costruito in prossimità della spiaggia poiché all’epoca la città era bagnata dal mare. La tecnica di esecuzione è quella mista: l’uso del disegno tratteggiato a china con sovrapposto il colore steso con pennarelli pantone e pastelli, oltre al collage fotografico a completamento dell’opera".